Capitolo 63

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Centocelle, 18 maggio 2020

Se il decreto legge del 16 maggio aveva dato il via alla completa fine del lockdown, io mi stavo rendendo conto che il mio, invece, era iniziato nel momento stesso in cui ero rientrata in casa Lojacono.
Pensavo che fossero cambiati, che avessero capito quanto fossi importante per loro nel momento esatto in cui me n'ero andata, e invece avevano ripreso a bistrattarmi come prima, con la differenza che adesso sfruttavano anche la mia nomea di "Artista del pane" per vantarsi con tutto il quartiere.
Io, dal canto mio, non facevo che pensare all'ultima mail che mi aveva inviato lo chef Alberto Della Valle, e avevo guardato nervosamente fuori dalla finestra per tutto il weekend, pensando che mi avrebbe fatto le poste sotto casa: non sapevo se avere potenzialmente paura di lui o se aggrapparmi a quella sua mano tesa come se fosse l'unica salvezza.

                                     ***

Quella mattina non fui molto entusiasta mentre andavo al lavoro e Giuseppe se ne accorse.
<< Come mai quella faccia appesa? >> mi domandò mentre eravamo in macchina.
<< Ah, perché ti importa della mia faccia? >> sbuffai.
<< Sei ingiusta così. Ho capito che siamo legalmente ex coniugi, ma ci stiamo riprovando, no? >> ribatté mentre attraversavamo Via dei Castani.
<< E difatti hai visto che brillanti risultati? Mi accompagni al lavoro come una scolaretta, quando non sei in negozio fai le poste intorno alla Panetteria, e poi l'ho capito benissimo che tua madre si vanta delle mie creazioni col pane ma tanto il suo piano è ficcarmi di nuovo dentro casa! E come se non bastasse per andare di nuovo d'accordo come coppia andiamo in terapia da uno psicologo! Ti sembra che ci stiamo riprovando bene? >> mi alterai allora.
<< Dallo strizzacervelli ci sei voluta andare tu, io ti faccio tutte le mattine una cortesia e poi non parlare male di mamma, che ti ha sempre trattata come una figlia! >> replicò lui alterandosi a sua volta.
<< Come una serva, vorresti dire! >> puntualizzai.
<< Non si può parlare con te... >> sbuffò.
<< Allora tolgo il disturbo. Ferma la macchina! >> imposi.
Giuseppe mi guardò sbigottito.
<< Come? >> mi chiese.
<< Hai capito benissimo, ferma la macchina! >> ripetei perentoria.
Il mio ex marito ubbidì, quasi spaventato.
Aprii la portiera e scesi, attraversando Via dei Castani a piedi.
<< Guarda che non andrai molto lontano senza di me! >> mi gridò Giuseppe dall'auto.

                                   ***

Arrivai alla Panetteria Mainetti con il nervoso che mi si leggeva in faccia e trovai Stella, Fabio e alcuni camerieri a parlottare, guardando verso il cortile interno.
<< Che c'è, non si lavora oggi? >> li rimproverai.
<< Oh, sei tu... >> disse Stella ridacchiando un po'.
<< Tanto prima o poi lo avresti saputo... >> intervenne Fabio.
<< E poi anche tu la tua scelta l'hai fatta... >> puntualizzò Chiara.
Mi feci largo tra loro verso la finestra che dava sul cortile interno e trovai Antonio, che di solito si sceglieva altri turni per non incontrarmi, intento a scambiarsi effusioni con la sua ex Teresa Magni, la blogger paladina dei piccoli locali a rischio chiusura, colei che si era incatenata ai cancelli del supermercato "Fior di Freschi" pur di non farlo smantellare.
Avevo percepito un ritorno di fiamma tra i due qualche giorno prima e non ero assolutamente in diritto di essere gelosa, ma mi dava fastidio la facilità con cui colui che era stato il mio fidanzato per qualche tempo mi aveva dimenticata.
Sentimmo dei passi di scarpe col tacco dietro di noi.
<< Allora l'hai saputo? >> fece la voce di Sofia venendo verso di noi.
Mi girai con un sorriso fintissimo.
<< Certo, me lo immaginavo. Era un ovvio epilogo, no? D'altra parte lo dice anche Tomasi di Lampedusa: "Affinché tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi". Tutto è rimasto com'è, no? Io sono tornata con Giuseppe, lui con Teresa >> ribattei cercando di reprimere la rabbia.
<< Allora non ti darà fastidio se abbiamo deciso di appoggiare la nuova campagna di Teresa, per offrire appoggio ai dipendenti di un locale che ha chiuso, a Via dei Platani... >> dichiarò la Mainetti.
Quelle parole furono per me peggio di una coltellata. Percepii tutti i presenti come dei grandissimi traditori, anche se non l'avevano fatto apposta.
<< Certo, certo. Chi sono io per mettermi, con le mie vicende sentimentali, davanti alla gente che ha bisogno. Pure io ho avuto bisogno... >> commentai con le spalle al muro.
<< Allora ci vediamo tutti alle dieci per discuterne! >> concluse Sofia, ad alta voce per farsi sentire anche dai due piccioncini.

                                       ***

Alle dieci meno un quarto non avevo ancora rivolto la parola a nessuno.
Mentre impastavo, Stella e Fabio si avvicinarono a me.
<< Ma non è che ti dà fastidio questa cosa di Antonio e Teresa? >> chiese la mia collega.
<< No >> risposi secca.
<< A me pare un no che vuol dire sì >> intervenne il suo fidanzato.
<< Che palle, lo volete capire che sono tornata col mio ex marito, e Antonio con la sua ex fidanzata? Significa che certe cose non possono cambiare... >> sbuffai stufa, sperando che la smettessero.
<< Non sono proprio d'accordo! >> s'intromise un'ignota voce maschile.
Stella, Fabio e io ci girammo: nel forno era entrato un uomo sulla quarantina, con capelli e occhi castani, la barba leggermente incolta e l'abbigliamento elegante.
<< E lei adesso chi è, un collega della Magni? >> chiesi esasperata.
<< Alberto Della Valle, onorato di fare la tua conoscenza, Anita Cecchi! >> si presentò, palesandosi come il mio ammiratore/stalker.
<< Anche qui no! >> esclamai, prima di uscire a passo svelto fuori dalle cucine, mentre Alberto mi correva dietro, seguito a ruota da Stella e Fabio.
<< Anita, ascoltami! Lo so che ti posso sembrare pazzo, ma io amo sia te che la tua arte! >> mi rivelò, mentre arrivammo fuori, guardati con sgomento da Antonio, Teresa e da tutti i presenti.
Purtroppo per lo chef, c'era anche Giuseppe, che aveva sentito tutto.
<< Chi ami tu? >> fece con aria di sfida a Della Valle.
<< Mi scusi, non so chi è lei... >> rispose lo chef, ma non fece in tempo a finire la frase che si beccò un pugno in piena faccia.
<< Giuseppe, ma sei impazzito! >> lo rimproverai, chinandomi verso Della Valle.
<< Io l'avevo detto che dovevi stare a casa, che per te lavorare sarebbe stato sinonimo di tentazione, ma tu non mi hai mai dato retta! >> mi rinfacciò.
A quelle parole mi alzai, e lo guardai male davanti a tutti.
Molta gente uscì dalle case, dai negozi per vedere la scena. In prima fila erano arrivati anche Laura, Ivan e Fabiola.
<< Rimangiati subito quello che hai detto >> gli ordinai.
<< No >> fece lui.
<< Benissimo, allora la nostra storia finisce qui. Stavolta definitivamente >> conclusi, tornando dentro a grandi falcate.
<< Anita! Anita, ma dove cazzo vai? Ma mi lasci così? >> urlò, cercando di venirmi dietro.
Ma Antonio e Ivan lo trattennero.
<< Forse è meglio che lasci perdere... >> gli consigliò il cognato, mentre Teresa Magni si era inginocchiata su Alberto e lo stava medicando.

                                     ***

Raccontai l'accaduto a Dante, all'ora in cui ci sarei dovuta andare con Giuseppe.
<< E quindi Giuseppe ha menato Alberto Della Valle davanti a tutti, gridandomi che è meglio che stia chiusa dentro casa per non subire tentazioni >> conclusi.
<< Certo che ha fatto progressi il tuo ex marito... >> disse sarcastico il mio psicologo.
<< Ti sembra il momento di fare dell'ironia? >> protestai.
<< Non è cattiveria, Anita. Ma io lo immaginavo da quando avevi scelto di tornare con lui, che non sarebbe stata una buona idea >> commentò.
<< Suona quasi come un "Te l'avevo detto" >> dedussi.
<< Sì, può essere. E per la cronaca, sei il caso umano più umano che io abbia mai avuto in terapia. Addirittura lo chef Alberto Della Valle ti sei andata a raccattare... >> mi prese in giro.
<< Non l'ho raccattato, mi ha stalkerata lui! >> gli ricordai.
<< Indipendentemente da chi ha raccattato chi, prendi il suo arrivo come un segno per lasciare quel troglodita e riprenderti la tua esistenza da dove l'avevi lasciata >> mi spronò.
<< Da Antonio? Ma se adesso sta con Teresa Magni... >> puntualizzai.
<< Non da Antonio, ma da te stessa. Ritorna in casa tua, aggiorna di nuovo il tuo blog che stai parecchio indietro. Insomma, ricomincia da Anita Cecchi, poi valuta se è il caso di fare spazio a qualcun altro >> mi impose.
Forse non aveva tutti i torti, forse il mio cielo era talmente affollato di stelle che avevo dimenticato me stessa.

                                      ***

Tornata a casa, feci le valigie con massimo sgomento di Giuseppe e malcelata soddisfazione di Assunta.
Prima di chiudere la porta dietro di me, guardai il mio ex marito e la mia ex suocera, pensando allo sbaglio che avevo fatto a farli rientrare nella mia vita.
Caricai i bagagli in macchina, guidai fino al mio vecchio indirizzo, che fortunatamente era rimasto sfitto: posai le valigie, aprii tutte le finestre per far cambiare aria, uscii sul balcone che si affacciava su Via dei Castani e respirai quell'aria d'indipendenza che mi era mancata.
Dopodiché presi lo smartphone e scrissi ad Elena, Laura e Fabiola che ero tornata a casa, a casa mia.
Tornata dentro, tirai fuori il pc e aprii il blog "Quante stelle ha il mio cielo", che non avevo aperto da diversi giorni: misi le dita sulla tastiera, sorrisi e cominciai a scrivere.

Quante stelle ha il mio cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora