Capitolo 18

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Centocelle, 27 novembre 2019

Finalmente arrivò il giorno che tanto aspettavo: il 27 del mese, il giorno in cui avrei avuto accreditato sul mio conto corrente il primo stipendio guadagnato in un mese di lavoro alla Panetteria Mainetti; la prima parte del tesoretto che speravo mi servisse per acquistare la casa di cui la vedova Venali si cui voleva assolutamente disfare.
Elena mi teneva aggiornata sulla questione e sulla trattativa del prezzo di acquisizione.
<< L'hai incontrata stamattina? >> le domandai al telefono, mentre mi incamminavo verso la palestra.
<< Sì, ha detto che non parte prima del 30 e che nessuno ancora ha voluto acquistare la casa. Sei sulla buona strada >> ipotizzò la Castroni.
<< Oppure il prezzo è troppo alto >> dissi caustica.
<< Madonna, Ani... Sempre negativa! No, il prezzo non è alto. Anzi, praticamente la svende... >> obiettò.
<< E va bene, cercherò di essere ottimista. D'altra parte oggi ricevo lo stipendio, e chissà se nei prossimi giorni non otterrò anche il primo assegno mensile da Giuseppe. Sempre che su suggerimento di quella strega di Assunta, non faccia il braccino corto... >> ribattei.
<< Ancora pessimismo? E basta, su! >> esclamò scocciata Elena.
<< Forse hai ragione. Aspetterò di vedere cosa succede. Comunque se riesco ad acquistare la casa faccio una festa di inaugurazione >> decisi.
<< E io vado a scegliere già un vestito, perché tu quell'acquisto lo farai, punto! >> stabilì.
Pensai che fosse così positiva da rasentare la follia, mentre arrivavo alla struttura della palestra.

                                    ***

<< E quindi ti manca solo la parte di soldi di mio fratello? >> mi incalzò Fabiola, mentre ci preparavamo per la lezione di pilates.
<< Se fa il suo dovere di ex marito, sì >> le risposi.
<< Non ti preoccupare, ci parlerò io. Mi ascolta, sai? Addirittura più che mia madre... >> mi consolò la Ventresca, come se fosse già cosa fatta.
<< Quando acquisterai la casa, Anita cara? >> fece la voce di Flora Mainetti dietro di me. Vidi che si era avvicinata insieme alla nuora Sofia, ed entrambe non vedevano l'ora di avere notizie fresche.
<< Non prima del 30, suppongo. Spero prima >> risposi a disagio.
Doveva essere stato Dante a spifferare loro i cavoli miei: d'altra parte si trattava di sua madre e sua cognata.
<< Farai una festa d'inaugurazione, vero? >> mi incalzò Sofia.
Sembrava che stessero per farlo loro, il rogito, e non io.
Cercai di dimostrare un po' di sicurezza.
<< E cucinerò per tutti, tra l'altro >> mi vantai perciò.
<< Oh, allora verremo. La tua cucina è incredibile! >> batté le mani l'amante del mio psicologo.
<< Ragazze, adesso però si sta facendo tardi e Roberto ci aspetta! >> ci richiamò Fabiola.
A quel punto la seguimmo dentro la sala.

                                    ***

Dopo la lezione trovai Roberto che fumava all'uscita della palestra.
<< Presto avrai una casa tua, quindi? >> mi sorprese, facendomi sobbalzare.
<< Allora le notizie corrono... >> commentai seccata.
<< Se sono belle, allora viva i pettegolezzi delle abbonate! >> esclamò, ammiccando maliziosamente.
<< Ti piacerebbe che io avessi una casa tutta mia per venire tutte le volte che vuoi e ficcarti nel mio letto? >> ipotizzai sarcastica.
<< Non l'ho detto, ma mi hai dato un'idea >> rispose lui, viscido, cercando di allungare una mano e farla scivolare dalla mia spalla destra fino ai fianchi.
Ma lo fermai in tempo, bloccandogliela.
<< Dovrei registrarti. Anzi, dovrebbero registrarti tutte e far sentire le zozzerie che dici alle allieve a tua moglie e ai tuoi figli >> lo minacciai.
<< Non lo faresti >> affermò, guardandomi con terrore.
<< Chi te lo dice che non lo farei? Insomma, ho divorziato, trovato un lavoro, intrapreso una specie di relazione, iniziato ad andare in palestra, conquistato la stima delle Mainetti e quasi acquistato una casa, il tutto in meno di un mese >> elencai.
<< Vale tutto, meno che l'autista. A te non frega nulla di quello là. In effetti sei libera... >> insistette, quasi come se non lo avessi minacciato.
<< Ma è molto geloso. E mena. Mena tantissimo. Vuoi che tua moglie sappia che ti scazzotti con un autista dell'Atac per la prima venuta? >> esagerai. Sapevo che Marco non sarebbe stato il tipo.
Quella prospettiva però servì a fargli davvero paura.
<< Buona acquisizione >> mi disse freddamente, spegnendo la sigaretta.

Quante stelle ha il mio cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora