Capitolo 4 -... si piglia, forse.

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 La sua assenza dal Countershield iniziava a provocare disagi: aveva ricevuto delle lettere scritte con tono preoccupato da alcuni abitanti che si stavano lamentando della minore quantità della farina macinata dal grande mulino. L'edificio era gestito dal signor Cal, un signore rispettabile, ma poco soddisfatto dal fatto che il responsabile della sua terra fosse una donna e ancora prima un ubriacone. Non aveva mai dato problemi prima di allora, anzi aveva sempre rispettato le quantità e mantenuto la qualità della macinazione della farina, ma Corinne pensava che stesse usando la sua assenza per iniziare a manifestare il proprio malcontento. Avrebbe tenuto sott'occhio la faccenda, ma per adesso non si sentiva minacciata dalle storie recapitate.

Scrisse perciò risposte concilianti e pieni di speranza e cercò di placare la sua malinconia guardando fuori dalla finestra. Finalmente aveva fatto capolino il sole, tra le nuvole coprenti, dopo più di quattro giorni di pioggia. Non aveva più trascorso il pomeriggio con Eloise, sia a causa del maltempo, sia perché le ultime volte la ragazza si era apprestata a passeggiare con una coetanea vestita con un abito giallo pallido, che schiariva ancora di più la sua carnagione. Quel colore non le si addiceva affatto; di sicuro avrebbe vestito meglio un verde acceso. Si era perciò limitata a passeggiare da sola, come al suo solito e rientrare velocemente a casa. La sua stagione nella città si stava rivelando un fiasco; a parte la conoscenza con Eloise e i vari balli dove aveva presenziato come nipote della regina, ma ai quali si era sempre tenuta in disparte, la duchessa non aveva condotto nuove conoscenze. Forse avrebbe dovuto buttarsi e parlare con le persone del posto. Forse avrebbe incontrato piacevoli sorprese. Animata da questo spirito gioviale, si diresse subito verso il centro città, richiamata dal suo spirito creativo a visitare l'Accademia delle Arti.

Entrò e cercò la parte accessibile ai visitatori. Era in una sala rossa, dove più visi si erano rivolti di scatto direttamente su di lei. La società la conosceva e lo spazio che si stava creando attorno e davanti a lei dimostrava il rispetto che le persone avevano nei suoi riguardi, o verso la regina. Sorrise con grazia a chi stava incontrando nel suo cammino e cercò di ammirare i dipinti esposti. Non erano tanti, ma le tele erano di grandi dimensioni con paesaggi di varia natura. Scene di caccia, di socialità mondana... Un dipinto le si palesò davanti. Lo riconosceva e sentì un tuffo al cuore. Era dipinta l'alba; il sole sorgente dipinto a sinistra donava luminosità e intimità alla natura presente sulla destra del quadro. Apparteneva alla collezione privata del duca di Hastings, Simon Basset. Erano stati amici stretti prima che lui partisse all'estero. Si erano persi di vista, ma lei continuava a conservare un bel ricordo dei pochi momenti che avevano passato insieme. I due ducati erano confinanti e durante la loro infanzia avevano trascorso alcuni momenti insieme. Lui era sempre accompagnato da Lady Danbury; Corinne non ricordava di averlo mai visto in compagnia del padre. Sapeva della morte della madre, ma con lui non ne aveva mai parlato. Ricordava ancora l'affetto che provava verso di lui: era un fratello mai avuto. Si erano scritti delle lettere di quando in quando, ma nell'ultimo periodo il silenzio aveva preso il sopravvento tra di loro. Aveva sentito che avesse trovato moglie grazie a sua zia nella stagione precedente, ma lei non aveva mai chiesto informazioni alla regina e lei non ne fece mai parola. Ricordava che si pensasse che le loro due vite sarebbero state destinate a legarsi, ma la ferma decisione di entrambi a non convolare a nozze, unita al gelo che si era posato sulla loro relazione aveva definitivamente sbarrato la porta a qualsiasi idea che la regina avesse potuto avere in mente.

- "E' un bellissimo quadro."

Una voce maschile, sincera, si era avvicinata ai suoi pensieri. Corinne si ridestò e alla sua destra trovò un gentiluomo sorridente dagli occhi chiari, trasparenti.

-" Sì, lo è." Confermò la donna.

- " Spero un giorno di poter essere alla stessa altezza dell'artista. La tranquillità che trasmette questo quadro ti porta quasi a volerlo ammirare per ore."

- " Non posso che essere d'accordo, Lord..?"

- "Benedict, Benedict Bridgerton, Vostra Grazia."

Uno dei tanti fratelli di Eloise. Non ricordava se fosse il primogenito o meno, ma si limitò a comportarsi come se fosse la prima volta ad averlo visto.

Benedict tese la mano per prendere quella di lei, avvolta da un guanto viola chiaro, e portarla alla bocca. Diede un bacio veloce, soffiato e Corinne rimase ammaliata dal portamento. Dopo il gesto di cortesia, Benedict si rigirò verso la tela e continuò:

- " Le pennellate risultano quasi invisibili; sembra come se si fosse auto-creato. La luce, le foglie, l'acqua del lago sono lì e ti danno l'impressione che non possono essere da nessuna altra parte. Senti il suono della mattina scivolarti addosso e mentre lo guardi, sei dentro casa, dietro la finestra seduto in compagnia di un uomo intento a dipingere. Eppure, Miss, siamo qui, circondati dalla frettolosità dell'osservare, ma non proprio sentire. Lo pensa anche lei?"

Corinne si rese conto di quanto si somigliassero, lui ed Eloise. Di sicuro non aveva di fronte a lei il primogenito Bridgerton, presentato dalla zia alla cerimonia delle debuttanti. Ricordava in quel momento che egli avrebbe voluto trovare moglie durante la stagione; magari desiderava sposare il diamante, il fiore all'occhiello della regina. Di sicuro, una persona in grado di rimanere così tanto colpita dall'arte, sarebbe stata poco portata a determinare quando e come avrebbe trovato l'arte dell'amare nella propria vita.

- " Lei ha un occhio allenato, Lord Bridgerton. Ne sono sorpresa. "

- " Sorpresa che un uomo sappia e ami dipingere, Miss?"

- " No, Milord. Soltanto sorpresa." Continuare aggiungendo che il confronto da lei fatto era con il fratello Bridgerton più grande le sembrava un insulto. Anche aggiungere che il confronto con la sorella più piccola reggeva di più non la attirava. Stette in silenzio e in quel preciso momento comprese che i quadri erano diventati mere coreografie di uno spettacolo più interessante per i ranghi della società.

" Udite, Udite. 

E' arrivata all'attenzione della sottoscritta un'importante notizia. La duchessa Corinne Corsen, nipote della regina Carlotta, è stata vista in compagnia del secondo Bridgerton all'Accademia dell'Arte. Le testimonianze si domandano se il bacio sul guanto fosse per mera cortesia o possibile che si voglia osare di più?

Il visconte ha già dichiarato di desiderare lo sposalizio quest'anno, può essere che anche Benedict Bridgerton questa volta rincorra l'arte del matrimonio e non dello scandalo? Di sicuro le prospettive sembrano interessanti. Lo sono anche io, interessata. Non resta che stare ad assistere alle volontà della regina. Lei, che all'ultimo ballo si è apprestata a designare il suo diamante stagionale, Miss Edwina Sharma, fanciulla di cotanta bellezza e portamento, cosa ne penserà delle compagnie scelte dalla nipote?

- Vostra Lady Whistledown"

Mentre Corinne strappava il foglietto per noia dopo averlo letto, la regina e il visconte provavano sentimenti contrastanti; la prima aveva convocato la nipote di urgenza, immaginando già l'organizzazione del matrimonio, mentre il secondo stava camminando avanti e indietro nel salone della casa aspettando che Benedict scendesse dalla camera. Avrebbe chiesto spiegazioni al riguardo.  

Il visconte che voleva amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora