Capitolo 26 - Il rischio diventa realtà

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Erano passati quattro giorni dalla mostra e Alexander era diventato distaccato. Continuava ad accettare gli inviti di Corinne a passeggiare, a prendere il tè pomeridiano insieme, a danzare agli eventi serali, ma non dimostrava più lo stesso entusiasmo di prima. Miss Corsen era convinta che lui avesse percepito qualcosa; di certo l'allusione al profumo di vaniglia e cuoio non era stata accidentale e lei preferiva comunque essere cristallina sul fatto che la loro non iniziata relazione non avrebbe portato a nulla di concreto. Stava pensando a come iniziare il discorso e un mercoledì pomeriggio lo aveva invitato a partecipare al loro rituale del tè con tale intento. Aveva predisposto che venisse servita la bevanda insieme a dei biscotti e che tutte le collaboratrici avessero poi avuto il pomeriggio libero, così da permetterle di chiudere questo capitolo con il duca di Bufferl. Le donne non si erano opposte, convinte che la duchessa avesse bisogno di intimità; si erano rivolte sguardi maliziosi e avevano acconsentito, dileguandosi velocemente. Eugenio aveva resistito ed era rimasto presso la dimora per non lasciare Corinne da sola con il duca. Miss Gambit aveva pregiudizi verso il visconte Bridgerton, ma nondimeno avrebbe accettato che la duchessa rimanesse sola con il duca di Bufferl. Sarebbe comunque stato uno scandalo, se si fosse venuto a sapere. Essendo che Londra aveva un segugio da caccia chiamato Lady Whistedown, nessuno avrebbe dovuto fare errori prima della proposta ufficiale di Alexander Baron. Tutti si aspettavano che la sua freddezza fosse solamente dovuta all'ansia di proporsi e chiedere a Corinne di sposarlo. Gli uomini attraversavano quella fase di terrore prima di accasarsi. Alexander di sicuro non ne era immune. Per questo Eugenio fu l'uomo che aprì la porta al duca, che lo accompagnò nel salotto dove Corinne lo stava aspettando e che chiuse le porte, rimanendo però nei dintorni per qualsiasi evenienza. 

La duchessa era seduta comodamente sulla poltrona, vicino al divano principale. Appena vide entrare Alexander, si alzò e lo andò a salutare.

-" E' sempre bello vederti, Alexander." Lui come risposta sorrise forzatamente e si lasciò cadere sulla poltrona.

Lei, non sapendo e non volendo ancora iniziare il discorso gli domandò come fosse andata la sua giornata. Lui sbuffò, stanco:

-" Niente di particolare, Corinne. Soliti problemi, solite bugie da tutti." La guardò intensamente. Lei si ridestò, trafitta sulla ferita dolente della colpevolezza. Iniziò a muoversi e a mettere il latte nel tè. Lui lo prendeva senza zucchero e con poco latte. Lo preparò e glielo diede. Iniziò a sorseggiare. Il rumore era secco e riempiva l'imbarazzo tra i due. Doveva agire in quel momento o il suo discorso sarebbe morto nell'angolo più remoto della sua testa:

-" Alexander, io dovrei parlarti." Lasciò la tazzina sul tavolo e si mise le mani sul grembo. Lui fece altrettanto. Incrociò le braccia e mise una gamba sopra l'altra. Lui sapeva e aspettava solamente che lei si umiliasse davanti a lui. Lo meritava, in fondo, pensava la donna. Meritava di sentirsi un verme davanti all'uomo. Aveva flirtato con lui, aveva accettato le sue attenzioni, finendo però nelle braccia dell'unico uomo che l'avesse ferita oltre a suo padre. Anthony non era perfetto. Corinne pensava che forse non lo sarebbe mai stato; ma lo amava. Non ci sarebbe stata imperfezione che tenesse davanti al suo cuore impazzito ogni volta che lo vedeva. Ricordava i suoi capelli folti, gli occhi dove adorava annegare e disperdersi. Ricordava ogni minimo particolare dell'uomo che avrebbe voluto avere per il resto della sua vita al suo fianco. Come riuscire a spiegare questo sentimento così radicato all'altro uomo che forse provava la stessa cosa per lei? Ingoiò rumorosamente per prendere coraggio e continuò:

- "Sono stata veramente bene in tua compagnia. Sei un uomo eccezionale. Mi hai colpita con la tua premura ed empatia. Sei stato un buon ascoltatore e consigliere. Hai solleticato il mio umore con le tue risa..." Lui la interruppe seccamente:

-" Ma?" 

Lei lo guardava con gli occhi spalancati. Non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto scaricare un duca per amore di un visconte. Lei. Innamorata. Lei, che mai avrebbe fatto soffrire un'anima, si sentiva un mostro a pronunciare le parole dopo:

Il visconte che voleva amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora