In un primo momento, i musicisti erano sbigottiti e incapaci di scegliere cosa iniziare a intonare. Dopo un rapido sguardo alla regnante, optarono per una musica ritmica, capace di coprire in parte la discussione tra i due. Nessun altro si stava osando a entrare sulla pista da ballo. Corinne e Alexander erano soli. Anche in un attimo successivo, quando delle coppie erano state obbligate dalla regina a danzare, i due protagonisti di quel ballo erano fluttuanti in un altro mondo. Tutti li stavano guardando. Charlotte con ammirazione crescente verso sua nipote, i Featherington e i Cowper con convinzione dello scandalo accaduto, i Bridgerton con disgusto e orrore. Per quest'ultima famiglia essere l'ospite del ballo più inquietante della stagione stava pesando parecchio sul loro orgoglio, senza dimenticare il sentimento di impotenza e frustrazione che fremeva nel corpo di Anthony. Era palese agli occhi dei molti che non condividesse la scelta della duchessa e che mal sopportasse l'intrusione di Alexander Baron in casa sua. Il visconte soffriva mentre teneva fissi gli occhi sulla coppia che parlava sulla pista da ballo e cercava di coordinare la discussione con i movimenti dei piedi. Anthony si tormentava, mordendosi l'interno del labbro inferiore, mentre le sue iridi ricadevano sulle mani di Baron presenti sul corpo di Corinne. Lei era sua. Nella sua mente, nel suo spirito e nel sangue fluente nelle vene, lei era sua.
Corinne percepiva che la mano sinistra del duca fosse troppo vicina ai suoi glutei. Sentiva bruciare la zona, non mossa dal desiderio, ma dalla reticenza che serbava nei confronti dell'uomo che qualche settimana fa la stava corteggiando. Come cambiavano le cose, i sentimenti, lo sguardo: il sudore del suo corpo emanava avversione e sfida verso Baron.
-" Volevo ringraziarla per aver accettato questo ballo." Iniziò questi.
-" Sa che ha dimostrato impertinenza a presenziare qui senza essere invitato?" Alzò le sopracciglia la donna.
-" Io lo chiamerei coraggio."
Il discorso era tagliente. Le frasi brevi miravano a colpire e a fare male.
-" Io penso che lei sia un cafone, vigliacco, incivile e mediocre uomo."
-" Accetto le sue calunnie e non oso minimamente ribattere, in quanto sono vere. Lei ha sofferto per causa mia. Sono stato un dispotico arrogante. Me ne vergogno, Miss Corsen. Me ne vergogno talmente tanto che ho deciso di venire qui a sentire addosso l'ostilità che mi merito. Ho sentito di aver bisogno della punizione della società, ma soprattutto della punizione di vedere nei suoi occhi un tale putrido odio nei miei confronti. Ho deciso di dirle la verità e cioè che non è la prima volta che mi comporto come un ignavo, senza dignità. In passato ho avuto reazioni esagerate verso un'altra donna, che però non ha potuto difendersi in quanto di rango inferiore. La mia assenza dalla società è stato un letargo personale di fronte alla paura di esprimere ciò che sono. I miei genitore se ne vergognerebbero. Io mi vergogno dell'essere che sono. Ma, Miss Corsen, non sono venuto fin qui solamente per abbassarmi come duca e uomo, bensì sono venuto qui per dirle che sto cercando di migliorare. Ho incontrato un mio amico che studia per aiutare le persone come me, che non sanno limitare le azioni aggressive. Lui mi ha detto che un passo avanti è fare ammenda davanti a chi ho peccato. Miss Corsen, io davanti a lei ho trasgredito alle regole minime di convivenza e civiltà, pertanto, Corinne, permettetemi di fare ammenda." Finito questo monologo, Baron, ignorando la musica, obbligò la duchessa a fermarsi in mezzo alla sala e si inginocchiò davanti a lei, poggiando la fronte sul ventre della donna. Anthony fece uno scatto in avanti, ma la mano della madre gli impedì di procedere. Si girò per guardarla e si fermò, vedendo lo sguardo deciso di Lady Bridgerton. Dall'altra parte della sala, Lady Danbury inghiottì più saliva di quanto avesse nella sua bocca: non aveva mai assistito a una scena del genere e non pensava neanche che questo fosse stato possibile. La regina Carlotta era in piedi, incerta se intervenire o meno. Decise di non farlo e con lo sguardo, ordinò ai musicisti di continuare. Corinne era paralizzata e si sentiva fragile. La fronte di lui sulla parte inferiore del corpo la rendeva vulnerabile. Girò la testa prima di incontrare gli occhi di Anthony, implorandolo di intervenire. L'uomo era impossibilitato da sua madre.
-" La prego si alzi." Aggiunse la donna sottovoce.
-" Non finché non mi perdona." Rispose l'uomo, ancora in ginocchio.
-" Non posso perdonarla così in fretta. Lei mi sta obbligando a farlo senza che io lo senta."
I danzatori si erano fermati e tutta la sala aveva il viso rivolto su di loro. La musica continuava.
-" Si sta dimostrando un arrogante anche in questo momento. Sa che non ho mai voluto essere al centro dell'attenzione e con la sua sceneggiata sta forzando il mio perdono." Continuò la duchessa.
Baron, a sentire quelle parole, si alzò subito. Non era sua intenzione procurarle ulteriore dolore.
-" Volevo solo dirle che mi dispiace."
-" Lo ha già detto, Alexander."
-" Voglio che lei lo capisca. Non sono un uomo cattivo."
Corinne non seppe più cosa rispondere e annuì. Il secondo dopo, la testa di lui si avvicinò troppo velocemente. Gli spettatori pensavano che arrivasse a baciarla. Anthony, senza indugiare, balzò in avanti, facendo tre passi mesti e veloci. Si fermò quando vide che Baron baciò la guancia sinistra della duchessa e andò verso la regina. Si inchinò profondamente e domandò perdono. La sovrana, a denti stretti, gli intimò di non farsi vedere per i prossimi anni. Così, l'uomo si dileguò.
Miss Corsen aveva le lacrime amare che scendevano dagli occhi, ancora increduli per come si era trasformata la serata. Le tornò l'emicrania. Senza pensare a quello che sarebbe seguito, si strinse la testa con le mani, cercando di alleviare il dolore. Ma questo non era solo un sentore fisico, piuttosto un groviglio interno che si stava distendendo. Sapeva che aveva perdonato Baron nel secondo in qui questi aveva ammesso di essersi fatto carico di un percorso di miglioramento. Sapeva che nutriva per lui un prezioso affetto. Dopo attimi di tensione, che tutti sentivano pesanti, Corinne tirò giù le mani dalla faccia. Si guardò intorno. Fissò il suo sguardo spento negli occhi della regina e senza proferire parola, salì le scale e si chiuse in camera. Per la seconda volta durante una serata, Violet Bridgerton intimò ai figli di non disturbarla e di continuare la serata come nulla fosse successo. Corinne aveva bisogno di stare da sola e l'interruzione non avrebbe dovuto minare la festosità dell'evento. Il sangue ribolliva nelle vene del visconte, ma essendo l'ospite fu obbligato a rimanere nella sala. Dovette ballare con alcune ragazze, ma la sua testa era ferma sullo sguardo pieno di terrore di Corinne. Temeva che qualcosa in lei si fosse rotto; che qualcosa tra loro due si fosse spezzato.
-" Che scandalo, miei lettori!
Secondo molte fonti, il ballo ad Aubery Hall è stato troppo movimentato per i presenti.
Un Baron rammaricato ha osato varcare la porta della dimora di Anthony Bridgerton, soffiandogli da sotto il naso la duchessa Corinne Corsen. Se questo autore lo condanna ancora per le sue azioni delle settimane passate, non nega che il suo coraggio a entrare nella tana del lupo per scusarsi sia stata una giocata eccezionale. Notizia dalla duchessa non ne sono arrivate, può essere ancora appesa nell'incertezza sulla scelta che molte debuttanti vorrebbero: un duca pentito o un visconte libertino?
La stagione sta per finire e non si può dire di essere stata una bella stagione senza un matrimonio da ricordare.
Quale sarà la scelta della duchessa?
Di certo non posso limitarmi a descrivere, bensì a stuzzicare la vostra mente. Se il pentimento di Baron si è dimostrato sincero, allora forse il fidanzamento tra il visconte e la nipote della regina non può essere dato come scontato.
- Vostra Lady Whistledown."
Note dell'autrice:
Eccomi qui, puntuale come un orologio svizzero con un altro capitolo. Le scuse di Baron basteranno a Corinne per legare di nuovo con l'uomo?
-Eprouve
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Il visconte che voleva amare
FanfictionCorinne Corsen è la duchessa del Countershield. Nipote della regina e del re, è riuscita a mantenere il ducato sotto la sua responsabilità dopo la morte dei genitori. Una delle condizioni accettate per mantenere il territorio era di trascorrere alcu...