Capitolo 35 - Al tramontare della stagione

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Erano passate due settimane dal risveglio della duchessa e Anthony, mentre la guardava avanzare verso l'entrata della residenza di Aubery Hall non si capacitava ancora come avesse sopravvissuto senza impazzire durante la sua convalescenza. Le aveva fatto visita di tanto in tanto, non ogni giorno, però vederla sulle sue gambe, intenta a muoversi e non più ferma nel lettone bordeaux, gli faceva una  gran bella impressione. Le era mancata come l'aria dolce del finale della stagione. L'aveva caldamente invitata a presentarsi il pomeriggio prima del grande ballo che la famiglia Bridgerton era solita organizzare presso la propria dimora in città al tramonto della stagione. Quest'anno Anthony e Violet avevano conversato a lungo e si erano decisi di aprire le porte di Aubery Hall alla nobiltà. Il visconte era convinto che anche la regina avrebbe presenziato per tenerli d'occhio, visto che fosse a conoscenza dell'affetto che li legava. L'ospite regale lo rendeva un po' più teso del normale, ma con Corinne al suo fianco percepiva che non avrebbe dovuto temere nulla. E lei era lì, vestita di un azzurro pastello; i capelli sciolti sulle spalle, come suo solito. Indossava guanti corti e scarpe lucenti. Anthony poteva essere di parte ma riteneva che fosse un sogno diventato realtà. Nel privato del suo studio si dava, di tanto in tanto, dei pizzicotti prima di scoppiare a ridere e rendersi conto di essere sciocco a pensare che non lo fosse. Non voleva svegliarsi. Non voleva perderla di nuovo. Per questo aveva richiesto a Lady Bridgerton l'anello di famiglia. Avrebbe chiesto la mano a Corinne il giorno dopo, al termine della partita di Pall Mall organizzata con la sua famiglia. Un qualsiasi duca, visconte o gentiluomo si sarebbe adoperato a dichiararsi alla fine del ballo ospitato, ma Anthony conosceva la sua famiglia, conosceva se stesso e, soprattutto, conosceva Corinne. La duchessa non voleva essere al centro dell'attenzione e non l'avrebbe obbligata a sentirsi a disagio. Essere nipote della regnante era comunque un grande peso. Non voleva essere la fonte di un'ulteriore pietra sulle sue spalle.

Benedict guardava arrivare Miss Corsen con calma e felicità. Era entusiasta del fatto che Anthony volesse chiederle di sposarlo. Non avrebbe desiderato una viscontessa o una duchessa migliore per capitanare la sua famiglia. Effettivamente, ora che ci stava pensando, che titolo avrebbe avuto la donna? Poco importava: lei era felice, Anthony era felice, lui era felice e la sua famiglia anche. Chiunque avrebbe desiderato quello che loro stavano vivendo.

Corinne avanzava lenta verso l'entrata di Aubery Hall ancora poco convinta dei suoi movimenti. I medici l'avevano avvertita che avrebbe sofferto di emicranie potenti per parecchio tempo, ma non le avevano detto nulla sulla stanchezza che provava in ogni sua azione. Si sentiva svuotata. Era grata del fatto che Anthony con la sua famiglia le riempissero il cuore di sicurezza e gioia. L'uomo non le aveva fatto spesso visita, ma era stato impegnato con i suoi conti. Benedict, d'altro canto, le aveva tenuto compagnia ogni giorno, svincolandosi dagli obblighi della stagione. Corinne gli era molto riconoscente. Gli sorrise e vide le sue labbra incresparsi verso l'alto. Si girò verso Anthony e dal profondo delle viscere esplose una forza che le illuminò il viso. Era il suo uomo. Era quello che voleva. Sarebbe stato la sua vita. Di rimando anche il visconte l'accolse calorosamente. 

Lasciarono l'ospite alle prese con il riposo e con le preparazioni in vista del ballo serale. La famiglia Bridgerton sarebbe comunque stata rapita dagli ultimi organizzativi.

Corinne, seduta sul letto, era colpita da un attacco di emicrania. Le stava pulsando rumorosamente la tempia destra. Non voleva agitare nessuno, quindi si sdraiò per pochi attimi; diventarono un'ora: la donna si addormentò. Si risvegliò con un brutto presentimento. E se Anthony non avesse voluto sposarla? Se in fondo si sentisse solamente obbligato dalle vicissitudini a prenderla come moglie? E se non l'amasse e mai l'avesse amata? Iniziò a girarle la testa e chiuse gli occhi per calmarsi. Mancavano poche ore al ballo e avrebbe solo voluto essere al riparo in camera sua. Si sentiva estraniata dalla situazione. Riprese a respirare profondamente e lentamente: aveva imparato sulla sua pelle che fosse un metodo utile per calmarsi. Si alzò, fece qualche passo e notò che la testa non le girasse più: era stato solo un attimo di sopraffazione. I pensieri erano rimasti immutati e le paure crescevano di minuto in minuto. Alla peggio rimarrò zitella a vita. Si disse prima di recarsi presso il tavolo della toeletta e iniziare a prepararsi. Per la sera aveva scelto un abito fuori dai suoi standard: il tessuto era di un rosso acceso. Di solito preferiva colori pastello tenui, ma si era decisa a stravolgere le sue abitudini per il ritorno in società. Forse desiderava anche continuare a fare colpo su Anthony, dimostrandogli di aver fatto bene ad attenderla. Non era una scelta cosciente, ma sentirsi desiderata dal visconte le solleticava il palato. Iniziò a pettinarsi i lunghi capelli neri. Avrebbe raccolto la parte superiore della chioma con un grande diadema. Aveva dei pendenti color rosa pallido: era particolare come accessorio e le piaceva per questo. L'acconciatura non richiedeva molte attenzioni e l'indossare il vestito non era così faticoso: non richiese l'aiuto di nessuno e la famiglia Bridgerton non sapeva come si sarebbe presentata la duchessa. Corinne vide arrivare le prime carrozze con gli invitati. Scendevano uomini, donne, giovani debuttanti in cerca di marito e attenti scapoli in cerca di moglie. Rise da dietro la tenda, ricordandosi di quanto a lungo avesse detestato la stagione londinese. Ora ne faceva parte e giovava dei suoi ambienti. Era cambiata tantissimo. Aveva iniziato ad assaporare i gusti dell'essere duchessa. Lavorare e impegnarsi non erano stati dimenticati, ma finalmente aveva smesso di colpevolizzarsi e si stava permettendo momenti di svago. Chiuse gli occhi e ringraziò sua madre. Sperava che fosse felice e orgogliosa della donna che fosse diventata. Si guardò di nuovo allo specchio e si piacque. Iniziò a scendere le scale e la prima persona che vide fu Benedict. Il secondogenito lasciò cadere la mascella.

-" Mio Dio, Corinne. Lo farai svenire! Sei veramente bellissima. E di donne belle ne ho viste!" Lei rise, gli prese il braccio e lo incalzò:

-" Vediamo se sviene. Mi accompagni da lui?" Così fecero e Benedict per poco non ebbe ragione. Anthony era di spalle. Indossava un frac nero, elegante. Gli slanciava la figura e lo rendeva molto attraente agli occhi delle donne. Corinne non ne era esclusa. Appena lui si girò, si morse il labbro inferiore. Lei sorrise con ammirazione negli occhi. Era incantevole. Arrivò davanti a lui e con una mossa lenta ed elegante, Anthony le prese il bigliettino attaccato al polso e scrisse il suo nome per il primo ballo. Alzò il viso e le sussurrò:

-" Non intendo perderti di nuovo." 

-" Non intendo andarmene di nuovo." Rispose lei di rimando.

Il primo ballo era lento. I loro visi erano vicini. Non smisero di parlare di stupidaggini e di ridere. Sembravano due ragazzini. La regina li osservava da lontano. Alla fine della melodia, si recarono presso la famiglia Bridgerton. Davano le spalle all'entrata. L'udito dei due percepì un borbottìo in sala. Prima di vedere la ragione del vociferare, Corinne riuscì a notare sua zia in piedi con occhi pieni di rabbia. Appena fu completamente girata si ritrovò davanti Alexander Baron, persona non desiderata. Anthony era accecato dalla rabbia. Sei un Bridgerton. Continuava a ripetersi come un mantra. Benedict faceva lo stesso. Erano due cani che ringhiavano il loro disprezzo. Il visconte si frappose tra lui e la duchessa.

-" Non sei il benvenuto, vattene." Gli intimò in modo tagliente.

Nessuno si sentiva tanto male quanto Corinne. Era impaurita, tremante, ma piena di dubbi e domande. Tirò il braccio destro di Anthony indietro e si piantò davanti all'aggressore.

-" Permettete un ballo, Miss Corsen?"

-" Lei non ti permette un bel niente, Baron. Vai via da qui. E' casa mia e non ti vogliamo." Anthony gli sputava addosso il suo dolore, impossibilitato ad alzare le mani davanti agli invitati.

Baron lo guardò e rispose con tutta la tranquillità:

-" Non è tua moglie. Può fare quello che vuole." Anthony schiumava.

Corinne accettò: aveva bisogno di risposte da lui:

-" D'accordo, fintantoché le tue mani stanno sui fianchi e non strette sul mio collo." La duchessa sapeva difendersi da sola. La regina sorrise in segno di adesione alla sua scelta.

La musica partì e la preda e il suo avvoltoio erano gli unici due a danzare.


Nota dell'autrice:

Eccomi tornata con un nuovo capitolo. 

La storia sta per volgere alla fine.

Commentate e ditemi che cosa ne pensate. Siete d'accordo che Corinne abbia accettato di ballare con Baron?

Eprouve

Il visconte che voleva amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora