Non capiva come bene perché si fosse sentita in quel modo al ballo. Ritornava con i pensieri alle varie scene, ai singoli eventi e continuava a maledirsi per essersi dimostrata debole di fronte ai Bridgerton. Lei non era una persona fragile, si era sempre sbrigata da sola in tutto. Aveva, di sicuro, avuto un aiuto non di poco conto da parte della zia quando le era stato affidato il ducato, senza il quale si sentiva inutile e perduta, ma a parte l'affidamento, gli affari, l'amministrazione, il benessere degli abitanti erano gravati tutti sulle sue spalle.
-" Maledizione Corinne, sei una duchessa, perché hai dovuto farti vedere in quello stato?"
Si tormentava e non si dava pace. Rivedeva le facce preoccupate di Violet, di Daphne, di Simon e di Anthony. Rivedeva Benedict e i suoi occhi grandi e chiari. Era un uomo ammirabile. Disegnava, amava la vita, l'arte. Era di sicuro una persona eccezionale, che custodiva un'anima emotiva, empatica e umoristica. Avrebbe dovuto affezionarsi a lui. Violet lo pensava, la Regina Carlotta lo pensava, Anthony lo pensava. Tutti stavano già filmavano nella propria testa il loro matrimonio. Lei avrebbe continuato la sua vita da duchessa, mentre lui, privo di responsabilità, si sarebbe immerso nella sua arte e sarebbe diventato un bravo pittore. Forse sarebbe dovuta andare così. Forse era giusto così. Avrebbe avuto un uomo al suo fianco, non sarebbe stata più una zitella. Respirò a fondo e decise che sarebbe andata così.
A circa un chilometro di distanza, in Bridgerton House, Anthony era seduto alla sua scrivania, nell'ufficio davanti al ritratto di suo padre. Stava ripensando al ballo e le figure di Corinne ed Edwina si intercambiavano nella sua testa.
Della prima, non smetteva di ricordare l'incavo delle scapole e il suo sguardo sorridente e deciso. Era, invece, rimasto affascinato dall'affabilità del nuovo diamante. Sembrava dolce e premurosa, leale. Continuava a metterle a confronto e si rendeva conto di quanto fossero diverse. Era, addirittura, stupido confrontarle.
-" Padre, cosa hai sentito quando hai visto mamma? Ti sei sentito in pace con il tuo dovere o hai sentito una scarica di vita attraversarti dentro? Cosa devo fare?"
Era immerso nel fango del suo dovere, che non lo lasciava decidere con chiarezza. Con Edwina avrebbe vissuto una breve vita tranquilla, con figli. Lei di sicuro sembrava una donna materna; sarebbe stata una buona moglie.
Corinne, invece... Corinne sarebbe dovuta essere di suo fratello Benedict. Insomma, si completavano. Lei con doveri, lui con fantasia e umorismo. Avrebbero avuto una lunga vita avventurosa. Sì, decise che sarebbe andata così.
Dopo una lunga passeggiata da sola nel parco dove si consultava con Eloise, trovò invece Benedict sotto quell'albero e gli sorrise. Era destino. Era la volontà di sua madre.
-" Quella peste di mia sorella, dopo varie insistenze da parte mia, mi ha confidato il vostro punto di ritrovo. Fidatevi, ho dovuto minacciarla. Era così gelosa di questo spazio."
- "Benedict, non avrete di certo dovuto insistere tanto con quel sorriso."
- "Fidatevi, Corinne, ho dovuto sudare. A me, non piace sudare." Mentre risero di gusto, Benedict le prese il braccio e iniziarono a passeggiare sotto l'attento occhio di Violet e Daphne. Da lontano Lady Danbury cercava di non prestare molta attenzione alla coppia, ma vedendo la società girarsi verso di loro, fu costretta a seguire il suo sguardo. Non era amore, lo sentiva lei ed era sicura che lo sentissero anche loro. Era soltanto pressione sociale e avrebbe dovuto fare in modo di aiutarli in questo ipnotismo.
-" State meglio rispetto alla scorsa sera?"
-" Sì, certo, come ho detto era un colpo di caldo."
-" Corinne, perdonatemi la domanda, ma quanto siete avanti con l'età?"
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Il visconte che voleva amare
FanfictionCorinne Corsen è la duchessa del Countershield. Nipote della regina e del re, è riuscita a mantenere il ducato sotto la sua responsabilità dopo la morte dei genitori. Una delle condizioni accettate per mantenere il territorio era di trascorrere alcu...