Capitolo 16 - Il signor Cal e i primi disguidi

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Anthony aveva dormito poco e male. Si era svegliato parecchie volte e durante quei momenti si era capacitato di due precise situazioni, cioè che era convinto di voler aiutare Corinne con il signor Cal, così da levarle gli occhi attenti della regina di dosso e che era  pentito di aver rivelato troppi sentimenti a Corinne senza dare una possibilità concreta a Edwina. Al mattino, dopo essersi vestito per recarsi alla colazione, non sapeva bene come spiegare i suoi pensieri a Corinne. Lui era un gentiluomo, suo padre lo aveva cresciuto con quei valori ed essendo che aveva già iniziato a corteggiare Miss Sharma, semplicemente non poteva tirarsi indietro in quella maniera senza recare danno all'immagine sociale della ragazza. Provò per un paio di volte il discorso e dopo decise di uscire dalla stanza per non impazzire. Arrivato nella sala da pranzo, Miss Corsen era già seduta al suo posto e stava aspettando il Visconte per iniziare a mangiare. Durante quella colazione, aveva deciso di mantenere il pasto privato tra loro due. Le parole e le emozioni provate la sera prima avevano portato la donna a cercare la presenza intima di Anthony. Eccolo, stava arrivando, leggermente assonnato, ma con il ciuffo ben pettinato. Il frac era di colore scuro e la camicia era di un bianco sporco. Aveva abbassato la testa per salutare Corinne e successivamente si era seduto a tavola senza permettere a Eugenio di spostargli la sedia.

-" Vorrei parlare con te in privato."

-"Buongiorno anche a te."

-" Scusami, hai ragione. Buongiorno, spero che tu abbia riposato bene. Vorrei discutere in privato, se possibile." La voce seria di lui la stava preoccupando, e non poco. Aveva il terrore che si tirasse indietro, che non volesse accompagnarla per risolvere la faccenda della farina. Temeva quel confronto e la faceva sentire piccola e impotente sentirsi sottovalutata solo perché donna. Fece un segno con la testa a Eugenio e questi iniziò a controbattere:

-" Miss Corsen, io preferisco rimanere qui per..."

-"Non sto chiedendo un favore, Eugenio, sto dettando un ordine."

-" Miss Corsen, Miss Gambit mi ha esortato a..."

-" Non sono stata chiara?" Gli occhi di lei erano infuocati. Sapeva delle pretese di Christine di non lasciarla da sola con Anthony, ma in quel momento, specialmente in quella mattina, nessuno doveva intralciarle i piani. Era tesa e si sentiva spaesata sentendo il tono calibrato di Anthony. Aveva paura di essere di nuovo da sola. Eugenio dopo aver mugolato, disparve dietro la porta della cucina. Corinne era convinta stesse origliando, ma cercò di non darlo a vedere. Anthony in cuor suo sapeva già di essere nel mirino dei collaboratori di Corinne. Era giusto che lo tenessero d'occhio, essendo lei come una di famiglia.

-"Vuoi tirarti indietro?"

-" Sì." Il mondo si tagliò a metà. Dalle faglie della terra si palesò la paura che più immobilizzava Corinne: sentirsi inutile. Essendo donna, davanti al signor Cal sarebbe stata senza potere e senza alcuna autorità. Il ducato sarebbe andato incontro a una grande crisi alimentare e la regina l'avrebbe cacciata o, ancora peggio, l'avrebbe data in sposa a uno uguale a suo padre.

Anthony vedendo la faccia sconvolta e pallide della donna aggiunse:

-" No, Corinne, mi sono spiegato male. Non intendo lasciarti da sola oggi. Ho dato la mia parola e intendo mantenerla. Voglio esserti d'aiuto. Solo che, beh, per quello che ci siamo detti ieri..."

-" Non lo provi?" Lei corrugò le sopracciglia in segno di domanda.

-" No, assolutamente, non è questo il problema."

-" E allora qual è il problema Anthony Bridgerton?" Lei conosceva già la risposta: era la sua convinzione. Quella maledetta sicurezza di dover essere sempre perfetto agli occhi degli altri, della società. Le venne data la conferma:

Il visconte che voleva amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora