Dopo essere uscito dalla dimora di Lady Danbury, si diresse verso la casa di Corinne. Aveva promesso a Benedict che lo avrebbe raggiunto nel tardo pomeriggio per tenergli compagnia, ma anche per comunicare ai medici la volontà di trasportare la donna presso Bridgerton House.
In cuor suo era più leggero. Si sentiva più confidente delle giornate antecedenti e l'unica vicenda che lo avrebbe reso estremamente felice sarebbe stata il risvegliarsi di Corinne. Gli mancava così tanto sentire la sua voce... Non che non la sentisse. Corinne era nella sua testa. In ogni comportamento che stava proseguendo si domandava cosa avrebbe fatto o detto Corinne, cosa ne pensava di come aveva chiesto alla Regina Carlotta di trasferirla?
-" Anthony sei stato uno sciocco a esserti confidato con mia zia. Poi le hai parlato dei tuoi sentimenti. Molto poco virile." E in seguito sentiva la sua risata come indice di umorismo.
Cosa avrebbe detto Corinne sulla sua visita a Edwina?
-" Me la ricordavo diversa, meno matura, più frivola. Forse più sciocca. Sembra essere cresciuta tutta insieme. Mi piace molto di più adesso. Forse era colpa tua se era diventata così odiosa, magari tiri fuori il peggio delle persone. Ah, Anthony, un'ultima cosa. Finalmente hai fatto la tua scelta, non sai da quanto tempo la stessi aspettando." Nella sua testa c'erano continui dialoghi tra i suoi pensieri e quelli che lui affidava alla voce di Corinne. La manteneva viva. Aveva fatto lo stesso con suo padre per molto tempo. Lo sentiva elogiarlo, incoraggiarlo, testarlo, criticarlo. Era un modo per mantenere vicino chi più gli stesse a cuore.
Si stava muovendo in fretta verso la casa della donna. Era nervoso perché non l'aveva più visitata dall'aggressione; non se la sentiva di vederla immobile in un letto. Negli ultimi giorni, però, qualcosa in lui era cambiato. Era fermamente convinto di dover agire e smettere di pensare al peggio. Glielo doveva a Corinne, a suo padre, ma anche a se stesso.
Entrando nella casa, sentì urlare suo fratello al piano superiore. Non comprese che cosa avesse detto, ma la voce era intrisa di rabbia e incredulità. Si appese alla ringhiera e corse su in preda all'ansia. Forse la speranza era stata solo un'illusione. Forse era finito tutto. Forse lei era morta. Le orecchie iniziarono a ronzare rumorosamente. Il cuore pompava sangue più velocemente possibile. Era in preda all'adrenalina e sentiva un senso di pericolo opprimente. Appena entrato nel salotto dove avevano trovato la donna senza sensi, si trovò davanti Benedict e i due medici che stavano seguendo la convalescenza di Corinne. Si girarono tutti e tre verso l'uomo. Anthony prima di rivolgere lo sguardo verso di loro, finì con gli occhi a fissare il punto dove aveva trovato Miss Corsen. Gli sembrava che ci fosse ancora l'odore del sangue. Le orecchie smisero di fischiare, ma lui non si sentiva tranquillo, anzi.
-" Che cosa sta succedendo?" Si rivolse ai presenti con una voce decisa, che neanche lui pensava potesse emettere in quel momento.
-" Anthony, questi due - Benedict indicò i dottori - questi due non sanno quello che dicono. Non sanno chi sia Corinne, non sanno che cosa devono fare. Sono dei completi incapaci."
-" Lord Bridgerton, la prego..." Iniziò il medico più anziano, rivolgendosi a Benedict, con voce rassicurante per poterlo calmare.
-" Lo dica ad Anthony quello che avete detto a me. Ditelo a lui e voglio vedere come reagirà!" Anthony non aveva mai visto il fratello così furibondo. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e sembrava che stesse iniziando a sudare dalla rabbia. Era completamente sconvolto.
-" Benedict, calmati ti prego." Iniziò Anthony. Doveva comprendere che cosa stesse succedendo prima di fasciarsi la testa. Il secondogenito aveva usato il presente per indicare Corinne e questo significava solo che fosse ancora in vita. Era tutto quello che contava per il visconte. Tenerla viva e farla ritornare in sé.
-" Non chiedermi di calmarmi prima di sapere. Non osare farlo." Con il dito puntato verso il primogenito, gli occhi di Benedict emettevano sangue. Era completamente drogato di rabbia e paura.
-" Che cosa sta succedendo?" Si rivolse Anthony ai medici.
-" Con tutto il rispetto, Milord. Dopo molteplici analisi e prove abbiamo convenuto di comune accordo, io e il mio aiutante, che non si può più fare nulla per Miss Corsen. Riteniamo che sia meglio smettere le cure, perché la duchessa non sta rispondendo ad alcuna terapia."
Il pavimento sotto i piedi di Anthony era diventato scuro: non lo vedeva più. Le orecchie tornarono a ronzare, il fiato diventava sempre più corto e il cuore riprese a pulsare. Stavano suggerendo di lasciarla morire. Stavano veramente consigliando di non fare più nulla. Come si permettevano?
-" No." Era un urlo disperato di un animale rinchiuso in una gabbia. " Non vi permetterò di lasciarla morire. Non è il vostro compito curare le persone? Cosa diavolo vuol dire che vi state rifiutando di continuare a trattarla?"
-" Non ci stiamo rifiutando, Milord. Stiamo solo dicendo che è inutile a questo punto. Ci stiamo accanendo su una persona che può non essere più qui."
Con un balzo, Anthony saltò al collo del medico anziano che stava parlando. Lo prese per il colletto e lo attirò vicino al suo viso pieno di dolore. Benedict non fece una piega perché sperava che suo fratello reagisse così. Lo avrebbe fatto anche lui se non fosse arrivato Anthony in quel preciso momento.
-" Mi ascolti molto bene e non si dimentichi quello che sto per dire. Aguzzi bene le dannate orecchie che si ritrova. Sono il nono visconte Bridgerton. La donna immobile su quel letto è la mia futura moglie. Lei sta curando la duchessa Corinne Corsen, nipote della regina Carlotta. Non mi importa cosa deve fare e quando deve fare. Non mi importa se si sente stanco o non ha più idee, non mi importa se lei pensa che non ci sia più nulla da fare: io non lo penso. Benedict non lo pensa, e le assicuro che Corinne Corsen non lo pensa perché è ancora in questo mondo. Perciò, insieme al suo amichetto qui, prenda i suoi utensili, le sue erbe e i suoi medicinali e continui a fare quello che deve fare. Domani mattina Corinne Corsen sarà trasferita a Bridgerton House, perciò veda di prepararla al meglio. Se dovesse succederle qualcosa, e non voglio neanche esprimerlo, men che meno pensarlo, dicevo se dovesse succederle qualcosa la riterrò colpevole quanto quel bastardo di Alexander, mi ha capito?"
Il medico annuì lentamente.
-" Non ho sentito nulla, mi ha capito, signore?"
-" Sì, visconte Bridgerton, abbiamo compreso."
L'uomo lasciò andare il medico.
-" Ora tornate a lavoro." I due lasciarono la stanza.
Appena furono soli, i fratelli Bridgerton si abbandonarono sul pavimento esausti. Erano sdraiati con gli occhi chiusi; non si ricordavano più neanche da quanto tempo, quando sentirono dei passi avvicinarsi.
-" Sono svenuti?" Una voce femminile li ridestò.
Anthony appena aprì le palpebre pensò che la giornata non poteva che peggiorare.
-" Che diavolo ci fai tu qui?" Si rivolse alla donna, sorpreso.
Benedict si alzò e mosse la bocca sconcertato. Avrebbe avuto bisogno assolutamente di bere quella sera. La giornata si stava dimostrando impegnativa.
Note dell'Autrice:
Il capitolo l'ho scritto prima perché sono a casa malata *sigh*
Chi pensate sia la dama entrata a casa di Corinne?
Come pensate che andrà il trasferimento?
A presto
Eprouvre
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Il visconte che voleva amare
FanfictionCorinne Corsen è la duchessa del Countershield. Nipote della regina e del re, è riuscita a mantenere il ducato sotto la sua responsabilità dopo la morte dei genitori. Una delle condizioni accettate per mantenere il territorio era di trascorrere alcu...