Anthony tornò a caso barcollando. Era stato attento a non macchiarsi di sangue sulla camicia, ma le nocche gli dolevano. Non lo aveva ammazzato; aveva continuato fino a quando si era sentito evaporare le forze. Era successo abbastanza in fretta e Baron aveva quindi preservato i suoi lineamenti. Avrebbe avuto qualche tumefazione sullo zigomo sinistro, ma di sicuro sarebbe stato riconoscibile nella società per essere denigrato a lungo per le sue azioni. Lui non si sarebbe fatto avanti denunciando il suo aggressore, consapevole del fatto che avesse messo le mani addosso alle nipote della regina. Non sarebbe stata una mossa furba. Durante l'accanimento si era limitato a ridere e a sentire il dolore. Se lo meritava, lo sapeva. In fondo alle sue viscere lo desiderava. Corinne non era ancora sua moglie e non avrebbe dovuto comportarsi come un pazzo, ma era successo di nuovo e iniziava ad accettare che qualcosa dentro di lui non andasse. Di sicuro era un uomo geloso e pieno di sé, ma gli eccessi di rabbia non riusciva a controllarli e, pur sentendosi un miserabile, il suo orgoglio gli vietava di domandare perdono o tirarsi indietro ad azione compiuta. Si sarebbe fatto aiutare da qualcuno. Il ducato di Bufferl non meritava un rappresentante instabile. Lo avrebbe fatto. Questi ragionamenti gli ronzavano in testa mentre Anthony si stava massaggiando le nocche: aveva finito. Glielo leggeva negli occhi che avevano ripreso un colore più vivace: era ritornato in sé, aveva raggiunto il suo obiettivo. Dopo averlo fissato a lungo, il visconte lo aveva lasciato dolente nella sua stanza affittata per non rivederlo più.
Lord Bridgerton era entrato in casa, attento a non procurare rumori per destare l'attenzione dei suoi familiari o svegliare qualcuno. Si era recato velocemente nel suo studio dove avrebbe passato la notte senza essere disturbato. Chiusa la porta, si ritrovò davanti Benedict preoccupato.
-" Dove diavolo sei stato? Ti sto aspettando da ore." Iniziò questi senza lasciargli un attimo di respiro.
-" Dovevo pensare. Vedere Siena e Corinne... Ho avuto bisogno di pensare." Mentì Anthony, preso alla sprovvista e quindi incapace di formulare una scusa migliore.
-" Hai fatto a pugni con un muro?" Le nocche della mano destra del primogenito erano di un colore scuro, violaceo.
-" Forse." Sospirò Anthony, privo di forze nel continuare le menzogne.
-" Anthony, che è successo? Dove sei veramente stato? Nostra madre era fuori di sé dalla preoccupazione. L'ho mandata a dormire poco fa e non nego che anche io mi sono sentito frustrato nel vedere che non stessi rientrando."
Il visconte si lasciò cadere sulla sua sedia, davanti alla scrivania. Sembrava un peso morto. Le spalle erano molli e la stanchezza sul suo viso era devastante. Gli occhi, però, erano tornati più lucidi e questa cambiamento fu prontamente notato da Benedict. Amava il primogenito; lo ammirava con tutto se stesso, ma quando si tormentava da solo, senza esprimere le sue preoccupazioni agli altri, diventava insopportabile. In quel momento il secondogenito pensava che le spalle di Anthony avessero fatto cadere un peso che stavano mantenendo da troppo tempo. Sapeva quanto tenesse a Corinne, anche se si era comportato da codardo; questo non diminuiva l'importanza dei sentimenti del visconte. Lo aveva visto spesso fermo, con lo guardo annichilito e comprendeva che in quei momenti, la mente dell'uomo fosse ferma sulla duchessa, sul suo stato attuale, sui rimorsi che gli attanagliavano il cuore, su come agire senza farsi prendere dal pessimismo. Lo compativa e gli dispiaceva che Anthony attraversasse di nuovo attimi di terrore, ma non aveva mai compreso perché non riuscisse a sfogarsi pienamente con lui. Alla morte del padre avevano tutti sofferto e si erano sostenuti a vicenda. Al contrario Anthony si era chiuso a riccio, quasi dovesse preservare il suo essere dal dolore che regnava nella casa. Oppure difendere la sua famiglia dal devasto che sentisse dentro. Benedict non sapeva quale delle due opzioni fosse stata quella corretta, forse lo erano entrambe. E ora si sentiva ugualmente in dubbio su come si sentisse Anthony. Era di certo stanco, dolorante, triste, ma le nocche indicavano anche una vena di rabbia e disgusto.
-" Ho pagato un ragazzino per trovare Baron." Aveva gli occhi spalancati e lo sguardo fermo era sull'orologio da taschino ereditato dal padre. Benedict non fiatò. Voleva chiedergli se fosse ancora vivo o se dovesse aiutarlo a nascondere un cadavere, ma sentiva le gambe molli ed era convinto che Anthony avrebbe continuato il discorso senza incoraggiamenti. E così fu:
-" Era ubriaco marcio in una locanda nelle periferie di Londra. Non l'ho ammazzato, se è questo che ti chiedi. Non ne ho avuto le forze; gli ho tirato qualche pugno in faccia. Non ero andato lì con questa intenzione, ma l'ha insultata e poi ha iniziato a ridere. Sembrava un mostro. Ha detto che aveva sentito il mio profumo su Corinne nella giornata della mostra. Mi ha detto che l'ho resa una prostituta... Non sono arrivato fino a lì. Non siamo arrivati lì, io la amo, non le farei nulla del genere." Le ultime parole erano dei lamenti gutturali. Si era chinato ancora di più e stava per appoggiare la faccia sulla scrivania. Benedict lo sorresse:
-" Tu non hai nulla a che fare con quello che è successo a Corinne. Non è colpa tua, mettitelo bene in testa. Baron è malato. Anthony, guardami." - Lo obbligò a fissarlo negli occhi, tenendogli il viso fermo - " Non è mai stata colpa tua. Né per quanto riguarda Corinne, ma neanche per quanto riguarda nostro padre. Smettila di torturarti con questi pensieri. Non sei colpevole di nulla."
In quel momento Anthony crollò dopo anni. Iniziò a piangere come un bambino. Singhiozzava e si aggrappava alle spalle di Benedict, che lo teneva su senza spiaccicare parola. Si addormentarono entrambi abbracciati sul pavimento dello studio.
Il giorno dopo Bridgerton House era in fermento per l'arrivo di Corinne. Tutti si stavano preparando al meglio per permettere una piacevole convalescenza alla duchessa. Violet stava dando indicazioni sulle pietanze da preparare per la donna. Eloise stava cercando i libri che secondo lei avrebbero fatto piacere a Corinne. Gregory stava rimproverando le sorelle troppo chiassose. Mancavano all'appello Anthony e Benedict. Inizialmente la madre era troppo presa dai preparativi per farci troppo caso, in seguito però si domandò dove fossero spariti.
Eccoli, stavano arrivando. Stava per arrivare la carrozza. Era tutto pronto. Sarebbe andato tutto bene e Corinne si sarebbe ripresa.
L'intera famiglia Bridgerton, raggruppata nel salone di entrata, sentì una persona cavalcare. Si guardarono sconvolti. Di sicuro non sarebbe stata la duchessa: dovevano portarla con la carrozza. Chi diavolo si stava recando dai Bridgerton a quell'ora?
Violet guardò Anthony e vide quanto fosse nervoso e stravolto. Gli sussurrò un andrà tutto bene tra i denti. Il primogenito la ringraziò.
Appena videro l'ospite, rimasero senza fiato.
Eugenio entrò e si ritrovò tutti gli occhi addosso. Doveva dirlo prima di far pensare a qualcuno che fosse successo lo scenario peggiore:
" E' sveglia e vuole rimanere a casa sua."
Anthony dopo secondi di smarrimento, guardò Benedict e lo abbracciò come mai aveva fatto. Corinne era sveglia: questo era importante.
Note dell'autrice:
Corinne finalmente si è svegliata. Hip Hip Hurrà!
A presto
Eprouve
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Il visconte che voleva amare
FanfictionCorinne Corsen è la duchessa del Countershield. Nipote della regina e del re, è riuscita a mantenere il ducato sotto la sua responsabilità dopo la morte dei genitori. Una delle condizioni accettate per mantenere il territorio era di trascorrere alcu...