Capitolo 34- L'incontro

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Anthony aveva il cuore che viaggiava a mille, quando era entrato nella dimora di Corinne. Aveva atteso due secondi dopo l'avviso di Eugenio e poi si era messo a correre verso la dimora della donna. Non distava troppo lontano da Bridgerton House, ma quel giorno sembrava che la strada si allungasse. Sbatteva contro dame a passeggio, urtava signori intenti al corteggiamento: poco gli importava. Era completamente ubriaco dall'idea di riparlarle nel mondo reale e non sentire più la sua voce nella testa. Il fiato iniziava ad appesantirsi e gli dolevano le gambe. Non era un ragazzino e si mise a ridere da solo, provando a immaginare come lo vedessero i passanti. Per loro poteva benissimo essere un pazzo. Un nobile che avesse perso i sensi e li stesse cercando. Molti, invece, lo conoscevano personalmente e furono sorpresi di vedere Lord Bridgerton, il visconte, alle prese con la maratona della sua vita. Nessuno poteva però comprendere che fosse veramente la corsa della vita per Anthony. Stava cercando di minimizzare il tempo tra il suo presente e il suo futuro. Quel futuro lo aveva sempre negato: non cercava amore e passione, ma solo lealtà e figli. Ebbene con Corinne Corsen nella sua vita era tutto cambiato. Brividi di piacere gli increspavano la schiena ogni volta che rimembrava quanto caldo fosse il bacio della donna. Le sue carni erano morbide, setose e voluttuose. Sapeva di casa e di sicurezza. In quel momento, però, desiderava solo vederla, riabbracciarla e poterla cullare tra le proprie braccia. L'avrebbe accudita al meglio per permetterle di ritornare al meglio della sua forma. Si era svegliata bene, visto che aveva negato lei stessa il trasferimento. Che testarda! 

La porta fu aperta da Miss Gambit, che per la prima volta in vita sua, fu felice di vedere il primogenito Bridgerton.

-" Milord, è un piacere rivederla!" Lo salutò la donna.

-" Miss Gambit, non pensavo fosse a Londra."

-" Sono arrivata da poco. Non riuscivo più a stare lontana da Corinne senza sapere e vedere coi miei occhi come fosse trattata e come stesse."

Anthony le sorrise paternamente. Fece per recarsi nel dormitorio della duchessa, quando fu fermato dalla voce di Christine. Non era più così tagliente come di solito. Era morbida e schiva:

-" Milord, mi permette due secondi?"

Anthony aveva poco tempo. Le tempie gli stavano pulsando. Le mani gli formicolavano. Gli occhi sarebbero guizzati fuori dalle orbite se non avessero incontrato le iridi scure di Corinne entro breve. Sapeva che offendere la governante della sua futura moglie non sarebbe stata una mossa vincente, quindi strinse i denti, si preparò con tutta la sua pazienza e ne fu ricompensato. Dopo il suo cenno affermativo del capo, Miss Gambit iniziò:

-" Ho provato a mantenere Corinne lontana da lei. Ai tempi pensavo fosse la mossa più intelligente. Una duchessa che sposa un visconte ridimensiona la sua figura e Miss Corsen ha faticato a essere ben vista dagli abitanti del Countershield. Non avrebbe avuto bisogno di una battuta di arresto o di una spinta all'indietro. Per di più, signore, mi perdoni, ma ero anche a conoscenza della sua vita da... ecco, come dire. Beh, lo sanno tutti a Londra che lei si è divertito parecchio negli anni precedenti. Ritenevo che la sua volontà di sposalizio fosse soltanto una comodità al raggiungimento dell'età ottimale e un dovere da compiere. Corinne meritava e merita altro. Ha sofferto molto nella vita e voglio, anzi, pretendo, che sia amata da suo marito e che venga adorata dal momento delle nozze in poi. Inoltre lei aveva un potere infallibile nel cambiarle l'umore: la rendeva felice o triste in un secondo, con una parola, con uno sguardo, con la sua indifferenza. Avevo paura che le potesse fare molto male. Infine, egoisticamente, ho goduto appieno di essere la sua sola e unica spalla sulla quale piangere, dalla quale attingere in momenti di sconforto o che sorreggesse le sue felicità. Avevo paura che con un marito al suo fianco il mio ruolo cessasse di avere la propria importanza. Tutto questo, Lord Bridgerton, glielo sto dicendo col chiaro intento di domandarle perdono perché le ho attribuito colpe che non aveva. Beh, se non altro, alcune non era corretto attribuirle. Per altre invece, si sa, gli uomini da giovani sono, ecco... volubili e volattili."

Il visconte che voleva amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora