Il giorno seguente una carrozza si stava allontanando da Aubery Hall. Era il mezzo che aveva accompagnato Daphne al suo primo ballo da debuttante e il suo obiettivo primario non era adesso così festoso. Difatti seduti dentro la carrozza, il Visconte e la Duchessa si interrogavano su cosa avrebbe comportato questo viaggio. Corinne aveva specificato che non avrebbe ammesso un'ulteriore intrusione nella sua faccenda al di fuori di Anthony, anche se vedendo gli occhi imploranti di Benedict stava per rettificare la sua decisione. D'altra parte Anthony temeva le voci che si sarebbero innalzate dopo che la società avrebbe conosciuto la natura intima del loro viaggio. Pur sentendo una certa apprensione, aveva però deciso di godersi la compagnia e di risolvere il probabile scandalo al suo rientro: dopotutto stava viaggiando per affari. Nessuno aveva obiettato e Violet Bridgerton sembrava addirittura soddisfatta della decisione del figlio.
Ad Aubery Hall, Edwina guardava con nostalgia la carrozza che diventava sempre più piccola. Si era scusata con il Visconte e con la Duchessa per il suo comportamento fanciullesco del giorno prima e si era promessa di conoscere al meglio la famiglia di Anthony. Dopotutto sarebbe diventato presto suo marito, lei lo sentiva.
-" E' stata tagliente con Miss Edwina ieri."
-" Lei non lo è stato abbastanza."
- " Io intendo sposarmi, Miss Corsen."
-" Come mai, Milord, questa fissa di sposarsi per adempiere a un dovere e non la voglia di sposarsi per gratificare la sua felicità?"
- " Non lo capirebbe..."
- "Non sono stupida."
-"Non l'ho mai detto."
- "Ma in questo momento lo sta pensando, o perlomeno ritiene che i suoi pensieri non possano essere compresi."
-" E' difficile."
- "Nulla è difficile se risolto in compagnia, Milord."
-" Non l'ho mai veramente esposto a qualcuno."
-" C'è sempre la prima volta ." Sorrise lei sempre più curiosa.
Lui prese il suo cuore in mano. Lo scosse violentemente per riuscire a trovare le espressioni giuste e lo rimise al suo posto. Questi movimenti erano stati compiuti mentre fissava il sorriso di lei. Era dolce e comprensibile. Quelle labbra avrebbero convinto anche la regina a dar loro e dire loro tutto ciò che avrebbero incoraggiato. Maledizione, Corinne Corsen lo avrebbe preso in giro per la sua paura più intensa e più profonda; per la convinzione che aveva mosso le sua recenti decisioni e la sua intenzione di sposare una donna che non amava, come Edwina. Lo avrebbe capito? Sarebbe davvero stata in grado?
- "Milord, comprendo che abbiamo ancora un paio di ore di viaggio, ma sarei più contenta se questo mistero fosse esposto prima, così da non avere il cuore appeso alle forche per troppo tempo." Corinne percepiva la difficoltà di Anthony e la faccenda la inteneriva. Voleva fargli sentire tutto il calore possibile, ma il Visconte non era Benedict e non poteva sentirsi libera di intraprendere certe mosse; per questo si arrese alla volontà di lui di guidare la discussione.
Anthony si schiarì la voce e ripeté per la terza volta il breve discorso nella sua testa. Sembrava fosse buono, accattivante e chiaro, così iniziò ad esporlo:
- "La persona migliore su questa terra è stata mio padre Edmund. Non eravamo a conoscenza della sua allergia alle api, ma una volta sopraggiunta la morte ho dovuto comportarmi da Visconte in tutto e per tutto. Ero il capofamiglia, ma ero troppo giovane... "- Corinne lo ascoltava col fiato sospeso. La voce grave di lui dimostrava la fragilità e il dolore ancora vivo. -" Mi hanno cresciuto con i valori di un gentiluomo e penso di aver dimostrato di esserlo stato durante la mia vita finora." - Lei annuì lentamente con la testa per dargli più coraggio e confermargli la sua convinzione. -" I miei genitori sono state e lo sono tuttora quello che di solito si definisce anime gemelle: chi si incontra e non riesce a vivere senza neanche dopo la morte. La dipartita di mio padre è stato un bruttissimo colpo per mia madre. Era incinta. Ha vissuto un calvario. Fissava il nulla per ore e faticava a compiere i più basilari compiti, come vestirsi o decidere cosa mangiare. Stava smettendo di avere appetito e la visione dei suoi figli non faceva che aggravare il suo dolore. La vita gli aveva portato via il suo compagno di una vita, la sua roccia e il suo eterno amore." - La voce di lui si stava incrinando, gli occhi si stavano inumidendo, lo sguardo era fisso, ma non mancava la volontà di continuare. - " Ha iniziato a rivedere la luce dopo mesi, quando la governante le ha chiesto consiglio su che fiori avrebbe preferito venissero piantati sulla tomba commemorativa di mio padre. Aveva scelto il giglio. Da lì, tutto è cambiato, per lei. Dedicava ore in giardino con la governante a piantare, seminare, travasare, annaffiare, osservare la vita tornare nel giardino di Aubery Hall. " Il discorso che si era ripetuto in testa non era stato così lungo, anzi. Voleva dire il meno possibile, l'essenziale. Si accorse, però, di avere bisogno di uno sfogo, di spiegare al mondo e a se stesso cosa ha dovuto esorcizzare per troppo tempo a causa del suo ruolo. Grazie a Corinne stava riuscendo a farlo e iniziò a improvvisare e aggiungere dettagli. -" Era tornata a splendere, giocare con i suoi figli, incoraggiarmi e ringraziarmi per come ho affrontato la morte di mio padre." Corinne si intromise perché aveva quella domanda in testa da quando Anthony aveva iniziato a parlare:
- "Come ha affrontato la morte di suo padre, Milord?" Era stata una domanda veloce, ma per Anthony sembrò scavare nello stomaco e lacerargli le viscere. La risposta breve sarebbe stata : male. La risposta lunga lo avrebbe reso ridicolo.
-"Milord, può dirmi tutto quello che vuole o sente. Non la giudicherò; le dirò anche io come ho affrontato la perdita dei miei genitori, se può farla stare meglio." Anthony negò con la mano e continuò. Era un momento egoista e si rese conto di averne bisogno:
- "L'ho affrontata male, Corinne. Sono stato un vigliacco che non ha neanche versato una lacrima. Ho chiuso il mio ufficio e ho lavorato per giorni per prendere in mano le redini e poi ho avanzato per inerzia, senza più domandarmi la stessa cosa, senza più domandarmi come mi sono comportato con i miei fratelli o mia madre. Lei aveva perso l'amore della sua vita, loro il padre, io una figura paterna, fraterna, austera e perfetta."
- "Ha pianto dopo, Anthony?"
-"No."
- "Vuole farlo adesso?" Lei era sinceramente coinvolta. Lui sorrise dolcemente. Pur avendo gli occhi lucidi continuò:
-" No, ormai il tempo per piangere è passato. Ora bisogna guardare avanti."
- "Non ha ancora risposto alla mia domanda, Anthony. Perché deve sposarsi? A parte la prole e il suo ruolo."
- "Perché morirò giovane, Corinne." Lei si bloccò. Questo significava solo una malattia in atto e se ne dispiacque. Il suo cuore iniziò a battere più veloce del previsto. Come avrebbe fatto la sua famiglia senza di lui? Come avrebbe fatto lei senza di lui? Lei che negli ultimi giorni lo seguiva con lo sguardo. Lei che sentiva la sua aura invadere la stanza prima che lui arrivasse. Lei che ricordava il suo odore e lo inalava in silenzio quando lui le passava davanti.
-" Quando lo ha saputo, Milord?" La voce della donna era fiacca, come una fiamma pronta all'estinzione, senza ossigeno.
-" Quando è morto lui." L'aria le ritornò nei polmoni: non era malato. Era convinto di un'imposizione interna. Era sicuro di essere destinato alla stessa vita del padre. Povero Anthony. Come spiegarli che così non sarebbe stato?
- " Milord, la vita è un continuo cambiamento. Non è ereditaria. E' un flusso che calcia e si sbatte per modificarsi. Lei, Anthony, ha il suo cammino davanti che non è quello di suo padre e di sua madre. Certo, ne è influenzato, ma è diverso. E' suo, Anthony, ne può fare quello che vuole. Non morirà giovane perché così è capitato a suo padre. La sua morte recherà dolore per forza, perché molti la amano. Ma non per questo, Milord, lei deve smettere di amare. Che vita sarebbe senza amore? Cosa sarebbe stata sua madre senza suo padre? Cosa sarebbe lei senza Edwina?"
In un ultimo respiro Anthony ammise:
- "Io non la amo. Non sento farfalle nello stomaco e bruciore sulla pelle. Non cerco il suo sguardo a tavola. Non mi fanno ridere le sue battute. E' troppo ingenua e senza esperienze. Devo sposarla per trovare il cammino diverso da quello dei miei genitori."
-" No, Anthony, lei deve sposarla perché così ha deciso della sua vita. Non faccia la vittima del destino perché così non è. Non si butti in un dirupo e urli che lo ha spinto la vita, perché vicino al dirupo ci sta andando da solo. Non sia così sciocco da incatenarsi a una vita priva di emozioni. Questo è da vigliacchi, Anthony. Lei è un vigliacco adesso perché sta scegliendo il percorso più monotono per la sua lunga vita."
Lei dopo aver sputato il veleno che aveva racimolato dentro, spostò lo sguardo fuori. Il viaggio stava per concludersi e il suo affetto per Anthony aveva trovato un ostacolo: la sua presunzione di conoscere il futuro.
L'uomo la guardava con tenerezza:
- "Cosa la rende così acida, Miss Corsen? Ieri con Edwina, oggi con me. E' insoddisfatta?"
Lei arrossì immediatamente, ma quando si rese conto che era quello l'intento del Visconte, iniziò a ridere. La risata di lui si unì a quella di lei. Era un canto armonioso che stava risuonando nelle terre del Countershield. Stavano arrivando a destinazione, più uniti di prima.
Nota dell'autrice:
- Eccomi tornata con un capitolo più lento, ma che penso possa essere cruciale nel determinare il legame tra Anthony e Corinne.
Fatemi sapere se vi è piaciuto e cosa pensate possa succedere nel Countershield.
A presto
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Il visconte che voleva amare
FanfictionCorinne Corsen è la duchessa del Countershield. Nipote della regina e del re, è riuscita a mantenere il ducato sotto la sua responsabilità dopo la morte dei genitori. Una delle condizioni accettate per mantenere il territorio era di trascorrere alcu...