47. Broken heart  

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<Cosa fai qui?> lo sguardo che mi rivolge San è duro, anche il suo tono è insolitamente ostile <Perché sei venuta? Saresti dovuta restare al sicuro alla HYBE!> Lo guardo ad occhi sgranati <Perché sono qui? Con quale faccia me lo chiedi? Tu - mi avvicino a lui puntandogli un dito accusatore - Tu mi hai mandato quel cavolo di messaggio!> <Ah! Si. Quel cavolo di messaggio! Non pensavo che decidessi di venire!> continuo a guardarlo in cagnesco <Ma che diavolo dici? Prima mi dici che hai noti... - il mio sguardo cade sul viso di Mingi che assiste alla nostra discussione in una posizione poco confortevole, decido di non continuare con il discorso in sua presenza - Lasciamo stare, sono una stupida! Ora, ti prego, lasciami parlare con Mingi> scuote la testa <Non se ne parla!> <Perché? Che problema hai? > <Io...È che...> <Cosa? Mi dici quale cazzo di problema ti affligge? Ti do due scelte.

<UNO: molli il tuo compagno e vai ad aspettarmi nell'altra stanza, DUE...> mentre cerco di convincere Sanie a lasciarmi parlare con il suo compagno, Mingi ne approfitta per liberarsi dalla stretta presa in cui era intrappolato e capovolgere la situazione intrappolando San al suo posto <DUE, la seconda opzione ora te la do io, se non la smetti di fare il coglione ti prendo a calci nel culo e comunque esci da questa stanza!> San si trova in svantaggio, con la faccia spiaccicata sul materasso e messo alle strette decide di collaborare <OK, ok. Tu lasciami! Parlate, parlate pure!> il platinato allenta la presa e San con la coda fra le gambe si avvia alla pota. <Tu - indica me - quando hai finito vai subito via con quel mastino che ti porti dietro...> lo guardo quasi divertita <Ha un nome!> ribatto, non è mai stato così duro con me <A me non interessa! Tu, - indica Mingi - invece, non provate a lamentarti se quello che ti dice non ti sta bene!> il mio "cuginetto" esce sbattendo la porta in maniera eclatante, lasciandoci, finalmente, la possibilità di parlare. Una strana sensazione di disagio ed imbarazzo aleggia nella stanza, non so proprio da dove iniziare, quando <Dove eravamo rimasti?> Mingi si avvicina con fare felino e senza distogliere i suoi occhi dai miei, ma che diavolo gli passa per la testa, mi costringe ad arretrare, fino a quando non sento ancora una volta il muro dietro le mie spalle <Mingi...Ti...Ti prego...Non fare così...> mi fa un sorriso ammaliante <Così, come? Aura... - passano secondi che a me sembrano interminabili, poi - io sono innamorato di te, [ecco l'ho detto!] ormai sono anni che me lo tengo dentro, Jimin-hyung, Jungkook-hyung o chiunque altro non provano quello che provo io per te. Sono pronto a dirlo a tutti, se solo...> la voce di Mingi si rompe a causa dell'emozione per quella sua dichiarazione sincera ed improvvisa, le lacrime cominciano a rigargli il viso. Sento una morsa stringermi il cuore, gli prendo il viso dolce tra le mani e gli asciugo le lacrime <Mingi, tesoro, ascoltami...> scuote la testa <Ti prego...non è facile ma devi ascoltare...Anche io ti amo ma come amo Sanie o SeongHwa, sei importante per me, siete l'unica famiglia che ho mai avuto. Ma non posso darti quel tipo di amore che cerchi...> gli lascio un piccolo bacio sulla fronte <il mio cuore appartiene già a qualcun altro, lo capisci vero?> prima cerca di negare, scuote la testa poi guardandomi negli occhi a malincuore annuisce, ancora una volta fissa i suoi meravigliosi occhi nei miei <Non permetterò a nessuno di farti soffrire, dillo agli hyung! Io sarò il tuo cavaliere per sempre.> sorrido a questa sua dichiarazione di fedeltà, mi abbraccia forte lasciandomi un tenero e fugace bacio sulle labbra <Ci sarò sempre per te Noona> mi dice con un fil di voce. Annuisco e gli sorrido prendendolo per mano <Andiamo, dobbiamo tranquillizzare Sanie. Avrà un diavolo per capello e starà dando i tormenti al povero Woo!> assieme ci dirigiamo verso la sala comune dove il mio caro cuginetto sta cercando la lite con il povero Bong, piazzato al centro della stanza come una statua.

<Tu saresti quello che deve proteggerla?> San gira in torno al bodyguard che lo guarda perplesso <Che diavolo l'hai portata a fare qui? Sai cosa si intende per tenere "al sicuro" qualcuno? Beh! Portarla qui non è stata un brillante idea! Genio!> il tono della voce di San è sempre più alto e il viso di Bong sempre meno paziente <Se permette una domanda – la voce decisa e profonda del mio bodyguard blocca le sempre più incalzanti domande di San – Se non voleva che venisse – si ferma usando lo stesso contatto visivo che usano i ragazzi nelle sessioni fotografiche – perché le ha inviato quel messaggio?> San è pietrificato da quella unica domanda e soprattutto dallo sguardo più che gelido di Bong. Io e Mingi restiamo sulla porta senza intervenire, meglio far fare il lavoro sporco a chi lo sa fare <Cosa c'è, ha perso tutta la sua eloquenza Choi San-nim? Perché mandare un messaggio così importante per Yeogja-nim se poi non la voleva qui? Sa! Ha passato giorni d'inferno pensando e ripensando a quel messaggio > tutta la presupponenza di San è sparita, è decisamente in difficoltà, quindi è il momento di intervenire <Sanie, tesoro. Cosa volevi dirmi con quel messaggio? Su chi hai novità?> la mia voce forse ha assunto un tono troppo supplichevole e speranzoso <Aura – San mi guarda con gli occhi da cucciolo – potrebbero e ripeto, potrebbero, esserci notizie... - la sua voce è sempre più bassa – su tuo padre.> le ultime parole sono quasi impercettibili ma hanno lo stesso effetto di un pugno nello stomaco. Non so come reagire ad una cosa del genere, è una cosa che avevo chiuso ormai da così tanto tempo nel profondo del cuore <È impossibile!> dico con un fil di voce, mi sento mancare le gambe all'improvviso, Mingi fortunatamente è lì a sorreggermi <Vieni. Siediti sul divano.> con delicatezza mi fa sedere portandomi subito dopo una bottiglietta d'acqua aromatizzata al lime, la mia preferita, lo guardo grata e prendo qualche sorso, dopo un profondo respiro osservo Bong che ha uno sguardo omicida rivolto verso mio cugino, gli mimo di stare calmo, che va tutto bene, logicamente mento! Non va niente bene! Prendo un respiro profondo e faccio l'espressione più convincente che posso <Sanie, quel capitolo della mia vita è ormai chiuso da tempo – mi osservano tutti – mio padre ci ha abbandonate quando ero piccolissima, a stento lo ricordo. Poi quando è morta anche la mamma di me si è presa cura la zia. Lui non ha mai chiesto notizie, poi ho saputo da qualcuno della famiglia che forse era morto... sai cosa ho provato? Nulla... - mento da fare schifo, ricordo quel giorno, sapere di essere di nuovo sola al mondo mi aveva distrutta, avevo passato un periodo orribile di depressione, non avevo più un'appartenenza, mia zia non sapeva più cosa fare per aiutarmi e perse le speranze, medici, medicine, crisi e litigi, tanti litigi, fino a quando non decisi di dare una svolta alla mia vita, mi diplomai e venni a Seoul, loro però non sanno tutto questo, non conoscono la mia misera vita precedente, conoscono solo la studiosa Aura – quindi che lui sia vivo o meno a me non importa. Della famiglia Choi mi interessi solo tu e nessun'altro. Loro non si sono mai interessati a me> Lo sguardo del mio bodyguard è più che eloquente, mi sta dicendo a gran voce "a chi cazzo vuoi darla a bere!", San ha la testa bassa e non riesce neanche a guardarmi, vorrei dire qualcosa ma è Bong a spezzare il momento critico <Detto questo – si avvicina prendendomi per un braccio – Noi qui non abbiamo più nulla da fare. – mi guarda con gli occhi compassionevoli – Andiamo Yeogja-nim.> Annuisco e usciamo dal dormitorio. Una volta nel parcheggio mi fa indossare il casco ed inaspettatamente mi stringe in un abbraccio consolatore <Ora può piangere Aura-nim. Ora può!> la sua voce arriva al mio cuore come una chiave, apre il lucchetto che avevo messo su questa triste storia.

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