54. Around Jeju Island

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<Buongiorno Yeogja-nim è una settimana che non ci si vede! 😊> mi volto verso la voce con uno sguardo di sufficienza, sorride lui! Senza rispondere mi dirigo verso l'ingresso, sembro una fuggiasca <Mi fa piacere che abbia deciso di uscire dal suo auto-isolamento 😊. È pronta la colazione...😊 – ma che ha, una paresi facciale? Sorride più oggi che in tutti questi mesi, comunque è una cosa che non mi interessa – le stanno bene i capelli scuri 😊> scuoto la testa esasperata, è un continuo di informazioni che non mi interessano <Yeogja-nim, se non ha intenzione di mangiare ora, può portare qualcosa per più tardi...> apro la porta ed esco sbattendola forte, ma che gli prende? Cosa crede che questa cosa dei capelli o delle menzogne in generale mi passerà presto? Non hanno ancora capito con chi hanno a che fare, non sono tanto remissiva con chi mi mente, pensavo di potermi fidare, almeno di lui. La mia famiglia in Italia mi ha sempre mentito, San mi nasconde qualcosa e mente al riguardo, la HYBE mi ha mentito e continua a mentirmi su questa assurda situazione, RM, i ragazzi e anche...Jimin, mi hanno sempre mentito. Ho perso un lavoro che adoravo per fare la reclusa in questa cazzo di isola, bellissima, ma sempre una cazzo di isola è! Ho perso l'unico uomo che abbia mai amato, ho perso le uniche persone che chiamavo "famiglia".

Faccio un gran respiro, indosso occhiali da sole, cappellino e mascherina ed inizio l'esplorazione dei dintorni, almeno passerò il tempo respirando aria pulita. Il sentiero che divide la vecchia casa dalla spiaggia è un po' trasandato, spuntano erbacce e in alcuni punti è tutto disconnesso, si vede che qualcuno non se ne prende cura da tempo, con la fotocamera del telefono faccio foto ai dintorni, ho trovato una bellissima radura piena di fiori, il parco attorno alla casa è veramente grande, Bong deve essere stato felice qui da piccolo, chi sa se ci ha portato qualcun altro dei ragazzi. Perché penso a loro, mi hanno abbandonata senza una spiegazione, mollandomi con...con...quello scimmione! Per la rabbia tiro un calcio ad un sasso che, neanche a farlo apposta rimbalza su di un palo per poi tornare a colpirmi sulla testa... ma che cavolo di sfortuna! Non c'è nulla che mi vada bene! Decido comunque di continuare la mia esplorazione, voglio arrivare al mare, ho voglia di sentire l'odore della salsedine e voglio stare il più possibile lontano da Bong. È ora di pranzo quando raggiungo la spiaggia, ho un mega bernoccolo sulla fronte che mi fa un male cane, sembro un unicorno, Jin mi avrebbe preso in giro per una settimana assieme a quel cretino di JungKookie, frugo nelle tasche, mi accorgo di non avere portato soldi con me e sto praticamente morendo di fame, non posso prendere niente neanche ai distributori, sono stanca per la lunga camminata, fa un caldo asfissiante e il mio povero stomaco praticamente fa le capriole per la fame, mi sembra quello del Maknae quando salta la colazione. Pazienza! Oggi, dieta! Ora sembro quel cretino di Jiminie. Per fortuna c'è una fontana, posso bere e rinfrescarmi, promemoria per me: Mai uscire senza soldi o monete e mai, dico MAI uscire senza una scorta di acqua.

Dopo essermi rinfrescata raggiungo la riva, mi siedo, non ho neanche un telo, la sabbia è bianca e sottile, non ne avevo mai vista una così delicata, me la troverò in posti che non oso pensare, le dolci onde mi bagnano i piedi dandomi un piacevole refrigerio, la brezza mi rinfresca e non mi fa sentire troppo il calore del sole, [Domani sarò un'aragosta e me ne pentirò, pazienza!]. Osservando il mare e l'infinita spiaggia bianca sento gli occhi pizzicarmi, perché questa sensazione di malinconia e solitudine, le lacrime piano scendono sul mio viso, è il ricordo di un'altra spiaggia, di una fugace felicità mi blocca il respiro. Decido all'istante di tornare verso casa, non è stata una buona idea arrivare alla spiaggia. Al ritorno cambio tragitto e decido di fare un giro nel paese, almeno vedrò gente. Con o senza capelli biondi una straniera attira comunque l'attenzione in un piccolo villaggio dove tutti si conoscono. Alcune studentesse si fermano ad osservarmi ed iniziano a bisbigliare, non so il motivo ma mi sento decisamente a disagio, guardano i loro telefonini, devo andare via. Dannato Bong! Con questi capelli attiro di più l'attenzione!

<Yeong-gi-ssi! Yeong-gi-ssi!> la voce che mi chiama è familiare, perché usa il mio nome coreano? Mi volto e vedo la signora Kim che si affanna per raggiungermi <Signora Kim! Buongiorno!> mi raggiunge di corsa, ha il fiato corto ma un gran sorriso <Bambina, cosa fai qui? E Bongah, non è con te?> alzo le mani e scuoto la testa <Ah no! Con lui non ci parlo!> mi guarda con un sorriso malizioso e con lo sguardo indica i capelli <È stata una sua idea?> dice ridacchiando, faccio un lungo respiro esasperato e annuisco <Non eri molto d'accordo da quel che vedo.> <No! Assolutamente, mi ci ha costretta e quindi non parlo più con lui!> la signora Kim mi prende sotto braccio <Andiamo, sarà nel panico completo a quest'ora! Non ti sembra di averlo punito abbastanza?> scuoto la testa per negare <è solo una settimana che non gli parlo, posso andare avanti ad oltranza!> ridacchia <Va bene, va bene, hai ragione, non doveva farti tingere i capelli! Però potresti capirlo e perdonarlo? Bambina, sai che non sei la prima che porta qui?> sgrano gli occhi <Non sapevo che avesse portato già qualcuno...> <è stato qualche anno fa, un giovane ragazzo, molto carino a mio avviso ma lui non la pensava così, era agli inizi della sua carriera da Idol, credo. A causa di vari attacchi e minacce aveva perso la fiducia in sé stesso ed era entrato in un brutto tunnel, era diventato talmente magro e per lo sforzo non riusciva più a cantare. Bongah si è preso cura di lui come un fratello maggiore. Anche lui all'inizio scappava sempre, come hai fatto tu. Sei stata alla spiaggia?> sorrido e annuisco, questa vecchia signora sembra saperla lunga <Signora Kim...> <Dimmi bambina> <Si ricorda per caso come si chiamava quel ragazzo che è venuto qui con Bongssi.> <Certo! Non potrei mai dimenticarlo, ora è un fantastico uomo ed è diventato famosissimo...> la guardo con ansia attendendo il nome <Se non ricordo male si chiama Park, Park Jimin. E già! Ne ha fatta di strada quel piccoletto!> sentire il suo nome mi stringe il cuore, penso di essere sbiancata <Cos'hai bambina? Non ti senti bene?> <No, è che per la fretta non ho mangiato questa mattina e ho una gran fame!> <Vieni, andiamo a casa che Bongah avrà preparato cibo per un esercito! Non tenergli troppo il muso però!> annuisco<Va bene signora Kim, però deve soffrire ancora un po'!> ridacchiando e chiacchierando arriviamo alla vecchia casa dove troviamo il mio bodyguard stravolto sulla porta ad attenderci. Lo vedo avvicinarsi con un viso sollevato ma poco prima che mi arrivi vicino lo scarto e mi dirigo in velocità in casa. Lo mollo lì con una faccia da fesso assieme alla signora Kim che mi sorride <L'hai proprio fatta arrabbiare giovanotto!> <Già! Credo che non mi parlerà per molto tempo!> le rispondo grattandomi la nuca <Assomiglia tanto a quel ragazzo che portasti qui anni fa!> annuisco <Si! Lo so, sono molto simili per certi versi! Ma non è la stessa cosa> la vecchia signora Kim mi osserva con i suoi occhi affilati, mi mette quasi a disagio <Ti ci sei affezionato? – annuisco senza pensare alla domanda e alle complicazioni di questo mio assenso – lei lo sa?> mi rendo conto del mio errore <È fidanzata!> a questa mia risposta mi arriva una mazzata dietro la nuca <Non è quello che ti ho chiesto, ragazzo...> con un'espressione ebete mi affretto a rispondere <No e non lo saprà mai! È lavoro e tale resterà!> la signora annuisce soddisfatta della mia risposta <Allora dimmi, ragazzo, è a conoscenza del perché l'hai portata qui e di quello che le sta accadendo intorno?> nego con la testa <No! Mi hanno chiesto di tenerla all'oscuro...> <Capisco! È per questo che si sente tradita, lo sai?> annuisco <Lo so, ma non sono io che decido, è tutto molto complicato.> la signora Kim mi dà una pacca sulla spalla <Prenditi cura di lei, mi raccomando e fa che torni presto dal suo Jimin...> sgrano gli occhi <Ma lei...> <Tranquillo la tua signora Kim non è poi così pettegola!> mi fa l'occhiolino e va via. Torno in casa dove spero di poter parlare con Yeogjanim

<Aurassi...Aurassi...> la trovo addormentata, rannicchiata sul divano, sembra quasi una bambina, mi toccherà portarla su perle scale in braccio. La prendo con delicatezza per evitare che si svegli e che mi picchi soprattutto, la stringo saldamente in modo da non farla cadere, d'istinto mi avvolge le braccia intorno al collo <Jimin...> le sento farfugliare nel sonno, salgo le scale, con delicatezza l'adagio nel suo letto, la copro con una copertina leggera e mi fermo a guardala, ha il viso arrossato dal sole ma un lieve sorriso la illumina, le do un lieve bacio sulla fronte <Ti auguro di fare bei sogni, mia Yeong-gi!>

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