se chiedessi di te

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Il sole si alzò su Milano, segnando l'inizio di un'altra lunga giornata.

Solo che quella non iniziò come tutte le altre: quando accesi il mio iPhone, per poco non lasciare cadere a terra 800 euro di telefono.

@charles_leclerc ha iniziato a seguirti.

Controllai nei followers. Era lì. Un pilota di Formula 1 mi seguiva su Instagram!

Trassi un profondo respiro, e decisi di fare come se nulla fosse accaduto. Per quanto in quel momento la mia mente stesse sognando di tutto, dovevo rimanere con i piedi per terra, e pensare che io non ero altro che una studentessa, mentre lui era un famosissimo pilota di Formula 1.

Non avrei mai potuto realizzare i miei sogni con lui.

Ne parlai con Alessandra, la mia migliore amica. Secondo lei qualche speranza ce l'avevo, però dovevo comunque fare molta attenzione.

Sorrisi.

Delle volte parlare con lei era come parlare con mia madre: si preoccupava tantissimo per me.

Mentre sorseggiavo tranquillamente una tazza di caffè in sua compagnia, in Galleria Vittorio Emanuele, il mio telefono iniziò a squillare.

"pronto?"

"buon pomeriggio signorina, la sua presenza è richiesta in hotel tra... un'ora"

Deglutii. "ci sono altri clienti da accompagnare in camera?"

"no, Charles Leclerc ha chiesto espressamente che lei sia la sua guida di Milano"

Restai immobile, a fissare incredula la mia migliore amica, che mi osservava incuriosita. I suoi occhi marroni brillarono quando le raccontai ciò che avrei dovuto fare.

Corsi a casa e mi vestii nel modo migliore possibile... ma cosa si doveva indossare per una giornata al fianco di un mito della velocità?

La scelta, dopo accurate ricerche nel mio armadio, ricadde su dei jeans neri, molto attillati, accompagnati da un top bianco, che mi lasciava scoperto l'ombelico. Al tutto seguirono kili di mascara, profumo, ed un paio di Vans.

Prima di uscire dal mio appartamento afferrai al volo i miei amatissimi occhiali da sole Prada, regalo della mia migliore amica per la mia maturità.

Osservai la mia immagine riflessa su uno specchio, e tentai di fare dei respiri profondi per placare l'ansia che stava iniziando ad invadermi.

"Bonjour", sentii dire, mentre attendevo nella hall.

Mi girai, e il mio stomaco fece una capriola.

"salve", dissi, cercando a fatica di continuare a dargli del lei, seguendo le ferree regole dell'hotel.

Il pilota mi sorrise. Vidi i suoi meravigliosi occhi verdi brillare.

"dammi pure del tu... se ti danno problemi non preoccuparti, gli dirò che sono stato io a chiedertelo"

Gli sorrisi, riconoscente. "grazie", gli dissi poi.

Ci incamminammo insieme fuori dall'hotel.

"dove mi porti di bello?", mi chiese.

Risi. "decidi tu, io non sono una guida"

"però ami Milano, vero?"

Annuii. 

"e allora portami nel tuo posto preferito", concluse, facendomi l'occhiolino, giusto un istante prima di infilarsi un paio di Ray-Ban.

"e se ti dicessi che il posto che preferisco di Milano è San Siro?", chiesi ridendo.

Velocità II Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora