Avevo esattamente due ore per mettermi completamente a nuovo, e prepararmi per una cena in compagnia di Charles Leclerc.
Ma la vera domanda era: cosa avrei dovuto indossare?
Certo, amavo la moda, ma non ero mai stata ad una cena così importante prima d'allora.
Dopo un'attenta analisi di tutto ciò che avevo nel mio armadio, scelsi un vestito verde scuro, in seta, lungo, con un enorme spacco in corrispondenza della gamba destra.
Pensai alla serata per cui l'avevo comprato: ero in quinta liceo, e quella meraviglia era finita nel mio guardaroba in occasione del ballo di fine anno.
Alla fine a quel ballo non ci andai mai, ma quella era un'altra storia, di un'altra Sofia che ora non esisteva più.
Abbinai l'abito con delle scarpe bianche con il tacco, ed una pochette dello stesso colore.
Mi piastrai i capelli, arricciando leggermente le due ciocche anteriori. Applicai ai miei occhi un'incredibile quantità di mascara e matita, infine mi spruzzai del profumo.
Sorrisi al mio volto riflesso sullo specchio. Incredibile quanta strada avessi fatto in appena due anni.
Chissà, forse un giorno avrei raccontato a Charles quella che era la mia vita prima del suo arrivo improvviso.
Scossi la testa. Non dovevo fare progetti per il futuro, perchè tanto ne sarei rimasta delusa, come sempre.
Proprio mentre stavo per uscire di casa, vidi un messaggio arrivare sul salvaschermo del mio iPhone. Era Charles:
"ti passo a prendere io... dove abiti?"
Sorrisi dentro di me all'idea che sapesse dove si trovava il mio appartamento. Gli scrissi l'indirizzo, sperando che non giudicasse troppo severamente lo squallore in cui vivevo.
In fondo non ero altro che una studentessa... Milano non era fatta per chi aveva una quantità di soldi che in qualsiasi altra città d'Italia avrebbe permesso di vivere degnamente.
Milano era fatta per i ricchi, per la dolce vita, e stando lì avevo iniziato a comprenderlo sempre di più.
"sono qua sotto", mi scrisse, circa un quarto d'ora dopo.
Trassi un profondo respiro e scesi le scale.
Quando uscii dal condominio, la prima cosa che vidi fu la sua Ferrari rosso fuoco, al centro del parcheggio.
Lui era lì, con indosso giacca e pantaloni neri, accompagnati da una classica camicia bianca, appoggiato delicatamente alla carrozzeria della sua favolosa auto.
Quando mi avvicinai, vidi le sue labbra piegarsi in un sorriso.
"tu es magnifique", disse.
Nonostante non sapessi quasi nulla di francese, compresi a grandi linee ciò che aveva detto.
Ricambiai il sorriso, e mi accomodai in macchina dopo che il pilota ebbe aperto la portiera.
Mentre la Ferrari sfrecciava per le strade di Milano e il vento mi scompigliava i capelli, dalla radio si udirono le note di "sunroof", una delle mie canzoni preferite.
Mi trattenni a forza dal cantarla a squarciagola, ma Charles si accorse subito che le mie labbra si muovevano a tempo, seguendo quelle parole che conoscevo tanto bene.
"potrebbe perfettamente essere la nostra canzone", mi disse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Mi girai a guardarlo. Sembrava serio.
Il mio cuore fece un tuffo.
Era bellissimo, con i suoi occhi verdi rivolti verso la strada e illuminati dalle luci cittadine, con i capelli scompigliati dal vento, e con un sorriso stampato sul volto.
Osservai le meravigliose fossette che gli si formavano sulle guance.
Come avevo fatto a vivere senza il suo sorriso, prima d'allora?
Parcheggiò la Ferrari in una via laterale a Piazza Duomo, e mi accompagnò fino a Galleria Vittorio Emanuele. Da lì entrammo in un magnifico ristorante, dove fummo accolti da un cameriere che ci accompagnò fino all'ultimo piano, sulla terrazza.
Sorrisi al cameriere: io ero come lui, nella mia vita vera. Io accompagnavo i vip, e loro non mi sorridevano quasi mai.
Io non ero una "vip", ma almeno un sorriso glielo dovevo.
Una volta giunti a destinazione, restai letteralmente a bocca aperta: ci trovavamo su una terrazza enorme, di fronte al Duomo.
Mi avvicinai lentamente al parapetto, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal panorama che si stagliava di fronte a me, anzi, a noi.
"ti piace?", chiese Charles, avvicinandosi a me e posando una mano sulla mia spalla.
"è.... meraviglioso", dissi, sorridendo, e percependo ancora una volta quel brivido lungo la schiena.
Solo che stavolta lui non tolse la mano. La lasciò lì, mentre contemplavamo insieme il panorama.
"solo stando qui posso capire perchè ami così tanto Milano", mi confessò.
Lo guardai, senza mai smettere di sorridere. "Milano è fatta per essere amata, o per essere odiata... è difficile che ci siano vie di mezzo"
"vorrà dire che d'ora in poi l'amerò", concluse il pilota, stringendomi la mano.
Il battito del mio cuore accelerò di colpo, e ringraziai le luci soffuse del ristorante, che mi permisero di nascondere il rossore del mio volto.
Ci sedemmo a tavola, e ordinammo la cena.
Tutti mi trattavano come una regina... non credevo che un giorno avrei veramente potuto provare sensazioni simili.
Ma ciò che più di tutto mi faceva battere il cuore era il bagliore degli occhi di Charles, il loro meraviglioso colore.
Terminata la cena, ci rituffammo al di fuori del ristorante. Era uno dei rari periodi dell'anno in cui c'erano pochi turisti, in cui la città era pressoché vuota rispetto al solito.
"cosa diresti se ti chiedessi di farmi da guida anche domani?", mi chiese Charles, guardandomi negli occhi mentre camminavamo lentamente all'ombra della Madonnina.
"accetterei volentieri, ma come guida faccio pena", risposi ridendo.
Rise anche lui. La sua era una risata sincera, quasi come quella di un bambino che non aveva mai voluto crescere fino in fondo.
"dove mi porterai?", chiese.
Feci spallucce. "giretto a City Life, nel quadrilatero della moda e alla fine aperitivo sui Navigli?", proposi.
"aggiudicato"
Un'ora dopo ero di nuovo sulla sua Ferrari, a respirare la brezza serale. Avrei tanto voluto che quella magia non terminasse mai, ma sapevo che tutto ciò non era eterno.
Ognuno aveva la sua vita, ed era solo grazie ad un caso fortuito se ora ci trovavamo lì, insieme, a condividere le stesse avventure.
Le stesse, meravigliose, avventure.
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Velocità II Charles Leclerc
RomanceL'aria che ti scompiglia i capelli, il rombo del motore, quel brivido nel cuore, è questa la velocità, ciò che più di tutto ci unisce, ciò che ci rende unici. 🥇1 in #maranello 18/11/2022 🥇1 in #hamilton 18/11/2022