In seguito a quella miracolosa telefonata, mi diressi verso la sede di Sky Sport.
Quando scesi dalla mia nuova auto, mi trovai di fronte ad un mastodontico complesso di grattacieli, che sembravano pronti per sfiorare le nuvole.
Deglutii. Non potevo negare che tutte quelle vetrate, su cui si rifletteva la luminosa luce del sole, mi mettevano in soggezione.
Avanzai con calma, sostenuta dai lunghi tacchi che avevo scelto per l'occasione, accompagnati da un paio di jeans, un top ed una giacca blazer.
Quando varcai l'ingresso principale, non potei fare a meno di un percepire una forte stretta allo stomaco. Mi sentivo incredibilmente piccola ed impotente, di fronte a quell'immensità.
"Buongiorno, desidera?", mi chiese la receptionist, il cui nome, come potei leggere dal badge sulla sua maglia, era Emma.
"Mi chiamo Sofia T/c", risposi, "sono qui per un colloquio come giorna..."
Non riuscii a finire la frase, perchè lei mi precedette.
"Ma certo! Che stupida!", esclamò, "mi segua".
Mi accompagnò lungo un tortuoso corridoio pieno di porte, fino a giungere all'ingresso di un ascensore.
Quando entrammo, la osservai premere un pulsante con il numero "10". Mi posai delicatamente alla parete, lasciando che i piani scorressero velocemente di fronte ai miei occhi.
Quando arrivammo, Emma mi indicò una porta poco distante. "Lì dentro la sta aspettando Eleonora", mi comunicò.
La ringraziai, e mi diressi all'interno dell'ufficio che mi aveva indicato.
"Buongiorno!", mi disse subito una voce cristallina, che scoprii appartenere ad una donna molto alta, sorretta da un paio di stivali nero dal tacco vertiginoso, accompagnati da un vestito dello stesso colore.
"buongiorno, sono...", iniziai, senza riuscire a terminare la frase.
"Oh, non devi certo presentarti!", esclamò, venendo velocemente verso di me. "sei una celebrità nel nostro mondo!"
"io... una..."
"ma certo, vieni, vieni.", mi incitò, senza lasciarmi il tempo di parlare.
Mi fece sedere su una comoda poltroncina viola, di fronte ad un'enorme scrivania.
Subito mi trovai di fronte alcuni fogli, scritti in modo molto fitto.
"Ecco il tuo contratto", mi comunicò. "leggilo, se hai dei dubbi sono qui".
Deglutii, e iniziai a scorrere attentamente le parole, una ad una.
Il mio compito era quello di seguire l'intera stagione di Formula 1, andare in giro tra i paddock, intervistare i piloti e, in caso di necessità, fare anche la telecronaca.
Sorrisi. Eccolo lì, il mio sogno, scritto nero su bianco. Tutto quello che avevo sempre desiderato dalla vita era lì, di fronte a me. Dovevo solo firmare.
Presi la penna che Eleonora aveva posato accanto a me, e firmai.
Quando la fredda punta toccò il foglio di carta, percepii nel cuore la gioia, quella vera. Una forza che mi spinse a tracciare ogni lettera del mio nome.
Ero felice.
Allungai il foglio ad Eleonora, sorridendo.
"seguimi", sussurrò, indicando la porta da cui ero entrata.
Mi alzai, lasciando che fosse lei a guidarmi. Proseguimmo lungo il corridoio, fino a giungere ad una porta scorrevole bianca, che si aprì non appena ci avvicinammo.
"ti presento Jacopo!", esclamò, "sarà il tuo assistente. Ti seguirà sempre e dovunque".
Strinsi la mano ad un ragazzo alto, dai capelli castani che, dovevo ammettere, era molto carino. Doveva avere più o meno la mia età.
"Ciao", mi disse, scrutandomi con le sue iridi scure.
"piacere, Sofia", mi presentai.
Eleonora se ne andò, lasciandoci parlare. Jacopo, oltre ad essere il mio assistente, avrebbe anche dovuto illustrarmi il mondo lì dentro, in una delle sedi televisive più famose d'Italia.
Mi consegnò un badge, su cui trovai tutti i miei dati. Mi spiegò che avrei dovuto tenerlo sempre, soprattutto quando sarebbe iniziata la stagione: il mondo era pieno di giornalisti, e anche io, come tutti, avrei dovuto farmi riconoscere.
"non credo di avere molto da dirti... tra i due sei tu l'esperta", obiettò, una volta terminate le "regole base".
Sorrisi. "In Ferrari non ho fatto poi granchè... ho solo gestito i canali social, tutto qui..."
"beh, qui dovrai girare per i paddock con un microfono in mano, cercando di mettere in difficoltà i piloti con le tue domande".
Mi misi a ridere. "avranno del filo da torcere con me".
Ci salutammo con una stretta di mano.
Quando uscii da quell'enorme grattacielo, ero felice. Finalmente mi sentivo leggera, libera.
Salii in auto e guidai fino a casa, dove trovai Charles intento a cucinare.
"bonjour, prédestiné!", esclamai.
"Non farlo mai più!", gridò, "mi hai fatto prendere un infarto", aggiunse, mentre posava un cucchiaio sporco di sugo di pomodoro sul ripiano della cucina.
Mi misi a ridere, e corsi verso di lui. Gli stampai un bacio sulle labbra.
"allora?", mi chiese, impaziente di sapere come fosse andata.
"allora non ti libererai più di me", risposi. "sarò la tua ombra. Non farò altro che intervistarti, fino a quando non mi sopporterai più!"
Charles iniziò a ridere. "non vedo l'ora".
Restammo lì a baciarci, per quelle che avrebbero potuto essere delle ore.
Era incredibile, ma nel giro di un anno avevo ottenuto ogni cosa, raggiunto ogni traguardo, realizzato ogni desiderio.
Tutto era andato al proprio posto.
Ora mancava solo una cosa, ma anche quella, con il tempo, sarebbe arrivata.
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Velocità II Charles Leclerc
RomanceL'aria che ti scompiglia i capelli, il rombo del motore, quel brivido nel cuore, è questa la velocità, ciò che più di tutto ci unisce, ciò che ci rende unici. 🥇1 in #maranello 18/11/2022 🥇1 in #hamilton 18/11/2022