Nuovi orizzonti

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Il giorno più bello della vita di uno studente, è senza dubbio quello della laurea.

Questa regola, per quanto la mia vita scolastica ultimamente fosse stata molto particolare, valeva anche per me.

Quella mattina mi svegliai, consapevole che ce l'avevo fatta. Avevo raggiunto l'obiettivo che sempre avevo sognato, agognato.

Ora era lì, ad un paio d'ore da me.

Mi misi a sedere sul letto, e notai di essere sola. Charles si era già svegliato.

Scostai le lenzuola, mi cambiai, e uscii dalla stanza. Trovai Charles ai fornelli, intento a cucinare chissà cosa.

"Bonjour mademoiselle", esclamò, accorgendosi del mio arrivo.

"Bonjour", risposi.

"domito bene?", chiese, porgendomi un piatto pieno di pancakes.

Lo guardai, e gli stampai un bacio sulle labbra. "a meraviglia", risposi, sedendomi su una sedia poco distante.

Charles mi imitò, e rubò dal piatto un paio di pancakes.

"buoni", disse, complimentandosi con se stesso.

Mi misi a ridere: "non ne avevo dubbi", commentai.

Il monegasco mi sorrise, guardandomi negli occhi. "hai ansia?", mi chiese, dopo qualche istante di silenzio.

Feci spallucce. "Ormai il grosso è fatto... ci sono ansie peggiori di laurearsi"

Vidi un meraviglioso sorriso comparire sul suo volto, seguito da una risata. "non ci crede nessuno, sappilo. Ormai ti conosco".

Alzai le mani, in segno di sconfitta. "ammetto che ho un'ansia da morire".


Le ore che seguirono furono incredibilmente frenetiche, cariche di ansie, ed emozioni a non finire. Arrivarono i miei genitori, che ancora faticavano a credere che io stessi con Charles Leclerc... per non parlare poi dei miei parenti, che lo incontrarono per la prima volta.

Per fortuna non fui costretta ad organizzare presentazioni e discorsi, perchè, mentre loro tentavano di capacitarsi che uno dei piloti più famosi del mondo fosse il mio ragazzo, io ero seduta dietro ad un'enorme tavolata, di fronte ad una serie di inquietanti professori.

Avevo tentato tante volte di immaginare il giorno della mia laurea, i discorsi di coloro che mi avevano insegnato per 5 anni, l'ambiente... ma nulla era come pensavo.

La stanza era immensa. Non l'avevo mai vista prima di allora. I Professori erano impettiti di fronte a me, con uno sguardo indecifrabile.

Non mi aspettavo grandi risultati: in fondo avevo perso tantissimo tempo tra piste di Formula 1, aerei e taxi. Non era stato facile conciliare ogni cosa, eppure, alla fine, nonostante tutto, io ero lì.

Lì, a dimostrare a tutti che Sofia era rinata dalle ceneri, che non era più quella ragazza sfigata che tutti credevano, al liceo. Ora ero una donna forte, indistruttibile, come avevo sempre sognato.

Mentre attendevo tremante il mio voto finale, tutto intorno a me regnava il silenzio.

Ad un tratto, la Professoressa di fronte a me mi allungò una cartella, contenente alcuni fogli.

"la apra pure", aggiunse, sorridendo.

Obbedii, scostando delicatamente i fogli di carta.

Per poco non caddi a terra.

30.

Avevo preso 30.

Nonostante tutto.

Sollevai lo sguardo.

Velocità II Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora