"Ciao Nicole", salutai la mia fantastica assistente, nel momento in cui entrai nel mio camerino.
Dio, quanto mi era mancato.
"Ciao Sofyy", rispose, correndomi incontro e gettandomi le braccia intorno al collo. "come sono andate le vacanze?", mi chiese.
"sarebbero potute andare meglio, ma amen", sospirai, decisa a non pensare più al passato: mi ero presa qualche giorno di pausa da tutto e da tutti, e ne ero tornata carica come non mai. Non avevo bisogni di Charles: se lui non mi voleva, cavoli suoi.
"le tue, invece?", le chiesi.
Il volto di Nicole si illuminò. "Benissimo! Sono stata a New York!"
"che bello", esclamai, sedendomi di fronte allo specchio mentre la ragazza dietro di me impugnava una piastra per capelli.
La fece scorrere lentamente su ogni ciocca, facendo attenzione che il risultato fosse impeccabile.
E lo era, ovviamente. Le mani di Nicole erano come quelle di una fata.
Mi truccò, per poi estrarre dall'armadio una camicia rossa, accompagnata da dei jeans bianchi, e delle scarpe con il tacco dello stesso colore.
Sorrisi alla mia immagine mentre mi vestivo. Nonostante tutto, mi sentivo leggera... o forse fingevo di esserlo.
Ero giunta ad un punto in cui non mi importava più nulla, ne di me, ne di Charles, ne di qualunque errore avessi commesso.
Era tutto passato, morto e sepolto.
"Grazie Niki", dissi, uscendo dalla stanza e richiudendomi la porta alle spalle.
"Hola senorita!", esclamò chiara e forte la voce di Carlos dietro di me, mentre percorrevo il lungo corridoio del paddock.
"Ciao Carlos!", esclamai, girandomi verso di lui e correndo ad abbracciarlo.
Mi era mancato tantissimo anche lui, con quel suo sorriso sempre stampato sul volto e le sue solite battute, pronte a farmi ridere anche nei momenti più bui.
Restammo abbracciati per quella che avrebbe anche potuto essere una vita intera. Percepì che non era cambiato nulla dall'ultima volta che ci eravamo visti, perchè quando sciolse l'abbraccio, assunse uno sguardo turbato.
"tu e Charles...", iniziò, ma io lo interruppi.
"chi è Charles?", chiesi, ridendo, mentre una fitta di dolore mi colpiva il petto.
"dai, scema", commentò, "rispondimi seriamente.."
"ah, intendi l'altro pilota Ferrari?"
Carlos chiuse gli occhi, spazientito.
Gli sorrisi, iniziando a camminare, per poi invitarlo a seguirmi: non avevo intenzione di parlare dei miei più grandi errori dove chiunque avrebbe potuto udirli.
Entrai in una stanza, facendo un segno a Carlos perchè chiudesse la porta.
"allora?"; mi chiese, impaziente.
"sono andata a letto con Hamilton", sputai, tutto d'un fiato.
Vidi il suo sguardo sicuro vacillare. "credo di non aver capito. Probabilmente devo prendere delle nuove lezioni di italiano..."
"hai capito benissimo", tagliai corto.
"stai scherzando, vero?", chiese, con uno sguardo che implorava pietà.
"No Carlos, non scherzo"
Lo vidi deglutire, per poi sedersi su una sedia poco distante.
"perchè?", fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Mi portai le mani al volto, per coprirmi gli occhi.
"Perchè amo Charles, alla follia, e una vita senza di lui secondo me non è degna di essere vissuta. Sono andata a letto con Hamilton perchè lui è stato l'unico ad aiutarmi, ad offrirmi la sua spalla per piangere fino alla disperazione. Lui è stato l'unico che mi ha ascoltata, che mi è stato vicino. Ero ubriaca, ed è successo. Non voglio giustificarmi. Mi faccio schifo", risposi, cercando di respirare a fondo.
"ma... tra te e Charles si erano sistemate le cose?"
"Era tornato da me, ma una volta scoperto ciò che avevo fatto se n'è andato", ricordai, con una morsa allo stomaco.
Carlos stette immobile, senza dire una parola. Avrei voluto che mi dicesse cosa pensava di me, che prendesse una posizione in tutto quel casino, ma non lo fece.
"Penserai che sono una puttana", conclusi, rassegnata. Ero certa di leggere nei suoi occhi tutta l'amarezza che aveva nel cuore.
"no Sofi. Hai sbagliato. Succede", replicò, dopo attimi interminabili di silenzio.
"eppure con quel "succede", ho rovinato la mia vita", commentai.
"non ci credo. Tornerete insieme"
"No Carlos, questa volta è per sempre... ne sono certa", conclusi tristemente.
"perchè?", chiese, quasi avessi detto la cavolata del secolo.
"perchè ho fatto un errore troppo grande"
"Non stavate più insieme", replicò lo spagnolo, "sperava che rimanessi fedele a lui fino alla tomba?"
Sorrisi. Carlos era sempre in grado di alleviare le tensione, di strapparmi una risata che riusciva a migliorare anche la giornata più nera.
Non risposi.
Poi, all'improvviso, udii una voce. La voce di colui che mai più avrei potuto guardare negli occhi.
Charles.
"Carlos, abbiamo le interviste, muo...", non terminò la frase, trovandomi lì.
I nostri sguardi si incrociarono, fugaci come mai prima. Avrei voluto corrergli incontro, chiedergli perdono, dirgli che gli sarei stata accanto per il resto della mia vita se avesse voluto.
Ma lui non voleva.
Restai là, immobile, mentre ogni singolo istante del nostro litigio scorreva di fronte ai miei occhi, quasi fosse un film.
"Arrivo", rispose il madrileno, rompendo quel silenzio spettrale.
Distolsi lo sguardo da Charles, cercando di non piangere
"ciao Sofi", mi disse Carlos, allontanandosi.
I suoi passi erano molto lenti: forse voleva permettere a me e Charles di parlare, di renderci conto che stavamo gettando via la nostra vita, ma tanto era tutto inutile.
Lo seguii con lo sguardo, finché scomparve dietro la porta, abbandonandomi in quella stanza vuota.
Vidi Charles esitare, prima di andarsene. Notai i suoi occhi raggiungere i miei, seppure per un fugace momento.
"Io ti aspetterò Charles, per sempre", gli dissi, con un filo di voce.
Ero certa che mi avesse sentita, perchè giurai di aver visto il suo sguardo illuminarsi.
O forse ero io, che mi stavo inventando tutto.
Come sempre.
Charles si richiuse la porta alle spalle, facendomi ripiombare nella solitudine.
Guadai tutta la gara con il fiato sospeso, in punta di sedia, ma purtroppo vidi il monegasco concludere solo quinto.
Lo vedevo, così triste, nella sua sconfitta.
Nessuno lo conosceva meglio di me, nessuno poteva sapere quanto in quel momento stesse male.
Come me.
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Velocità II Charles Leclerc
RomanceL'aria che ti scompiglia i capelli, il rombo del motore, quel brivido nel cuore, è questa la velocità, ciò che più di tutto ci unisce, ciò che ci rende unici. 🥇1 in #maranello 18/11/2022 🥇1 in #hamilton 18/11/2022