le urla dell'anima

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La seguii, mentre mi conduceva per vicoli che non avevo mai visto.

La osservai bene: era alta, dal fisico atletico, bionda come poche. I suoi occhi erano azzurri come il ghiaccio.

"conosco il posto perfetto per quando bisogna sfogarsi", ammise, voltandosi verso di me.

Non risposi: lasciai che il mio sguardo riconoscente lo facesse per me.

Svoltammo qualche angolo, mentre le lacrime iniziavano ad asciugarsi lentamente, a sparire dal mio volto.

Vidi il mio riflesso in una vetrina: avevo gli occhi gonfi e arrossati, ma poco mi importava.

"eccoci qua", mi comunicò, indicandomi un piccolo bar che non avevo mai visto prima.

Quando entrammo, un'atmosfera accogliente ci invase, insieme ad un delicato aroma di menta.

"che buon profumo", commentai, sorridendo.

"anche io lo adoro", confessò, "è uno dei principali motivi per cui vengo qua", mi disse, indicando un tavolo in un angolo.

"come ti chiami?", le chiesi, dopo essermi messa a sedere.

"Alice"

"bello", commentai.

"tu, invece?", chiese, curiosa.

"Sofia"

"sapienza"

Le sorrisi. "già"

"se ti va di parlarmi dei tuoi problemi ti ascolto, altrimenti possiamo chiacchierare del più e del meno, o uscire da qui senza aver detto una parola... vedi tu"

Risi. "l'ultima opzione è piuttosto triste... propendo per una delle prime due"

Alice ricambiò la risata. 

"magari chiacchieriamo un po'... e poi vediamo", conclusi, ancora indecisa sul da' farsi: in fondo era una completa sconosciuta per me... era presto per confessarle tutti i miei peccati.

"ottimo... che fai nella vita?", mi chiese.

Eccola, subito una domanda scomoda.

"studio architettura al Politecnico", dissi, tralasciando quella parte di me che ormai stava prendendo il sopravvento: il mio lavoro in Ferrari, "tu, invece?"

"faccio la parrucchiera"

"sai che in un'altra vita avrei scelto anch'io questo mestiere?", le chiesi, ridendo.

Ricambiò la risata. "e nel tempo libero che fai?"

"leggo, ascolto musica, guardo la formula 1, le partite di calcio..."

"ti piace lo sport?"

"guardarlo... nel praticarlo sono veramente scarsa"

Alice scoppiò a ridere. "io non me ne intendo di Formula 1..."

Feci spallucce. "capita"

"... ma di calcio sì"

"seria?", le chiesi, sorpresa.

Annuì. "sono cresciuta in curva nord a San Siro... quando lo demoliranno credo che piangerò come se mi avessero portato via la mia casa", confessò.

"non dirlo a me", commentai.

"adoro i tuoi tatuaggi", aggiunse, dopo qualche istante di silenzio.

Le sorrisi. "sicura di averli notati tutti?", le chiesi, dato che era raro che le persone mi osservassero così tanto.

"oddio, vedo il 10 sul collo, prima avevo notato la rondine sulla caviglia, e poi sui polsi la frase e quel cuore..."

"sei un'ottima osservatrice", commentai.

Velocità II Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora