come le rondini

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Salii le scale lentamente, cercando di ricordarmi esattamente quale fosse la mia stanza: quella casa era talmente grande che avevo seriamente paura di sbagliare porta, ed entrare chissà dove.

Riconobbi la porta bianca della mia camera. Quando la aprii, mi gettai sul letto. Ero stanchissima... non che avessi fatto granché, ma da tempo non riuscivo a dormire come avrei voluto.

Ero certa, però, che quella notte sarebbe stata diversa: per la prima volta mi sentivo in pace con me stessa e, sì, anche con Charles.

Che la polvere del tempo avesse iniziato a coprire la ferita?

Forse sarebbe bastato un leggero soffio di vento per ricominciare da capo, ma almeno ora stavo bene: mi sentivo al sicuro.

Sentii bussare alla porta.

Quando andai ad aprire vidi May, con in mano un pacco.

Le sorrisi. 

"Lewis mi ha detto di portarle questo", mi disse.

"cosa...", iniziai a chiedere, ma capii che May non me lo avrebbe mai detto.

"grazie mille", le dissi, chiudendo la porta dopo averla vista mentre si allontanava.

Posai il pacco sul letto, e iniziai ad aprirlo.

Ne uscì un meraviglioso costume da bagno, accompagnato da un accappatoio. Notai che sopra era posato un biglietto.

"scendi che ti aspetto", era scritto.

Mi misi a ridere: voleva dire che la sua proposta di nuotare in piscina non era uno scherzo.

Mi spogliai velocemente, per poi infilarmi il costume. Sperai ardentemente di non prendermi una broncopolmonite e, dopo aver indossato l'accappatoio, scesi le scale, diretta verso la piscina.

Constatai che l'accappatoio era incredibilmente morbido... probabilmente il più comodo che avessi mai indossato.

"salve", dissi a May, che mi osservò mentre mi richiudevo la porta della veranda alle spalle.

"ce ne hai messo di tempo", esclamò Lewis, venendomi incontro con una tazza fumante in mano.

"cos'è?", chiesi, incuriosita.

"tu assaggialo. Lo ha fatto May. Non so che cacchio ci metta, ma cavolo, è meraviglioso", rispose, ridendo.

Portai la bocca fino al bordo della tazza, e sorseggiai lentamente il suo contenuto. Subito mi sentii riscaldata, invasa da un fantastico aroma di erbe.

"dì a May che la amo", commentai, mettendomi a ridere.

"vieni", mi incoraggiò il pilota, "l'acqua è calda: si sta bene"

Lo vidi togliersi l'accappatoio, e per un attimo restai senza fiato: era la prima volta che lo vedevo a petto nudo e, cavoli, dovevo ammettere che non era niente male.

Me lo sfilai a mia volta, avvertendo un fremito di freddo percorrermi tutto il corpo.

Entrai nella piscina, e subito un'ondata di calore mi invase, annullando in un istante il malessere di poco prima.

"la adoro", dissi, in italiano, dimenticando per un istante che Lewis non poteva capirmi.

"mi piace quando parli in italiano", commentò.

"se vuoi te lo insegno"

"mi piacerebbe... le uniche cose che so sono: ciao, buongiorno, pizza, caffè, gelato e buon appetito"

Mi misi a ridere. "è già qualcosa"

"quante lingue sai?", mi chiese, incuriosito.

"a parte l'italiano, inglese, tedesco e... francese"

Velocità II Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora