sogni che si realizzano

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"non mi odiare", mi disse Charles, dopo che mi fui seduta sul sedile anteriore della sua Ferrari, legandomi una benda sugli occhi per impedirmi di vedere dove stessimo andando.

"odio non sapere dove vado", gli ricordai, come se questo sul serio potesse fargli slegare la benda.

"lo so", rispose malizioso, mettendo in moto l'auto.

Non provai nemmeno a chiedergli dove stessimo andando, sapendo che mai avrei ricevuto risposta.

Dopo un'oretta, Charles mi chiese: "hai fame? Poco più avanti c'è un autogrill"

"siamo in autostrada?", chiesi ridendo.

"sì... muoviti a rispondermi sennò lo superiamo"

"un caffè non sarebbe male ma uscire dall'auto con questa benda non è il caso, quindi no, grazie"

"mi fermo e te lo porto, però non azzardarti a togliere la benda"

Sorrisi. "giuro che non la tocco"

Quando ripartimmo sorseggiai con calma il mio caffè, cercando invano di capire dove stessimo andando.

Ora sentivo la velocità della Ferrari del monegasco, e l'aria da essa provocata scompigliarmi i capelli.

Non smisi mai di sorridere: amavo il vento, amavo sentirmi libera.

"questo weekend vieni al Gran Premio di Francia, vero?", mi chiese Charles.

"ovvio, che domande fai?"

Il pilota si mise a ridere. "stavolta ti presento i miei colleghi... Carlos non vede l'ora di conoscerti, dice che siamo dos tortolitos"

Scoppiai a ridere. "anche io non vedo l'ora di conoscerlo... mi ha sempre fatto morire dalle risate"

"e continuerà a farlo, garantito", concluse, "comunque siamo arrivati. Ora ti apro la portiera"

"posso togliere questa cavolo di benda?"

"no, aspetta"

Sbuffai e scesi dall'auto.

Charles mi afferrò per un braccio e mi condusse lentamente, avvertendomi in caso di buche o gradini.

Mi aveva detto di vestirmi comoda, quindi come sempre ero ricorsa a jeans, top e Nike... In fondo non avevo molta fantasia.

 Sentii una voce maschile chiamare Charles: "siete arrivati finalmente, vi aspettavo mezz'ora fa", disse.

"scusa, c'era traffico"

"quindi è lei Sofia", disse, probabilmente indicandomi.

Charles si mise a ridere. "quando le avrò tolto la benda te la presenterò, giuro".

Sentii poi il rumore di alcune chiavi che sbattevano tra loro, poi quello di un cancello molto pesante che scorreva.

"hai prenotato per tutta la mattina?", chiese l'uomo.

"sì", rispose Charles, senza mai smettere di stringermi delicatamente il braccio.

"divertitevi"

"sei pronta?", mi chiese Charles una volta soli.

Annuii, e finalmente sentii la benda allontanarsi dal mio volto.

"oddio", esclamai. Eravamo in pista, a Maranello, e di fronte a me si trovava una Ferrari rosso fiammante. Accanto ad essa c'era un tavolo, con sopra due tute e due caschi.

Mi girai verso Charles, che mi sorrise.

"te l'avevo detto che prima o poi ti avrei portata a fare un giro in pista"

Velocità II Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora