"dove andiamo?", chiesi a Charles, mentre salivamo sulla sua Ferrari, abbandonando il Principato di Monaco.
"che cacchio di sorpresa sarebbe se te lo dicessi?", obiettò ridendo.
Sbuffai e posai la mia testa sul braccio che avevo appoggiato sul bordo del finestrino. Faceva caldo, e il sole mi accarezzava la pelle, accompagnato da una leggera brezza portata dal Mediterraneo.
"tieniti pronta perchè saranno delle lunghe vacanze", mi ammonì Charles, "prima di arrivare a destinazione facciamo una sosta"
Lo guardai con fare interrogativo. Da un lato impazzivo per quell'aura di mistero che il monegasco sapeva portarsi dietro, ma dall'altro morivo dalla voglia di sapere cosa cavolo gli stesse passando per la testa in quel momento.
Posai la testa contro il sedile e trassi un respiro profondo. L'unica cosa che potevo fare era godermi il viaggio, senza tentare di capire dove stessimo andando.
"niente bende oggi?", gli chiesi, ridendo.
"no, per oggi te la risparmio", rispose.
"stiamo andando verso l'Italia?", chiesi, osservando alcuni cartelli in autostrada.
"può essere".
Alzai gli occhi al cielo.
Mentre osservavo in silenzio la strada, immaginando dove Charles avrebbe potuto portarmi, il suo telefonò squillò.
Il pilota rispose quasi immediatamente, utilizzando ovviamente il sofisticato sistema di vivavoce dell'auto su cui ci trovavamo.
"Carletto, vi manca molto?", chiese, chiara e forte la voce di Carlos Sainz.
"ciao Carlos", gli dissi, mentre Charles diceva. "zitto, tra poco ci siamo, e non chiamarmi Carletto"
"quindi ci sarà anche lui?", chiesi al mio ragazzo, ridendo.
"in qualità di supervisore, ovvio. Voi due senza di me sareste persi", rispose Carlos dall'altro capo del telefono.
Mi misi a ridere.
"adiós, tortolitos", concluse il madrileno.
Charles chiuse la comunicazione, con un sorriso stampato in volto.
"ora voglio sapere che cacchio avete in mente voi due", dissi.
"tra dieci minuti lo scoprirai"
Ed infatti qualche minuto dopo vidi avvicinarsi degli alti cancelli metallici, che riconobbi all'istante.
Eravamo all'autodromo di Monza.
Lo guardai esterrefatta, senza mai smettere di sorridere.
"non ci credo", dissi.
"credici invece", obiettò ridendo, per poi spegnere l'auto.
Una volta scesi il cancello si spalancò, scorrendo lungo una rotaia, accompagnato ovviamente dallo stridore delle ruote.
Vidi in lontananza Carlos, così lo salutai con la mano, mentre lui faceva lo stesso con noi.
Fu in quel momento che notai in pista tre Ferrari, parcheggiate una accanto all'altra.
"e quelle?", chiesi.
"è ora che inizi a guidarne una da sola", commentò Charles, sorridendo al mio sguardo esterrefatto.
Entrammo tutti e tre in quello che durante le gare era il paddock Ferrari, e scorgemmo, appese a degli attaccapanni, tre tute rosso fuoco, accompagnate da caschi in egual numero.
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Velocità II Charles Leclerc
RomanceL'aria che ti scompiglia i capelli, il rombo del motore, quel brivido nel cuore, è questa la velocità, ciò che più di tutto ci unisce, ciò che ci rende unici. 🥇1 in #maranello 18/11/2022 🥇1 in #hamilton 18/11/2022