Charles POV
Mi massaggiai le tempie, mentre il mio sguardo era rivolto verso l'orizzonte della notte, verso quel mare che tanto amavo.
Stava per arrivare il Natale: era il periodo che preferivo in assoluto. Ora avevo persino una famiglia tutta mia con il quale trascorrerlo, come nei miei sogni più ambiziosi... avrei dovuto saltare di felicità.
Eppure io non ero felice. Osservavo il mare, e pensavo.
Pensavo a come tutto sarebbe stato diverso se ci fosse stata lei accanto a me. Pensavo ai suoi capelli castani, a quella macchietta scura sul suo occhio sinistro, pensavo al suo sorriso, a quel 10 tatuato sul collo.
Chissà cosa starà facendo, mi chiesi.
Ero un idiota. Mi stavo rovinando pensando ad una ragazza che non era la mia... non più, per lo meno.
Non lo era per colpa mia, però.
Percepii un'improvvisa stretta allo stomaco, nel momento in cui giunse una triste consapevolezza: lei, prima o poi, avrebbe trovato qualcun altro, qualcuno che avrebbe saputo starle accanto, come avrei dovuto fare io.
Vidi di fronte a me quel suo meraviglioso viso. Lo vidi scomparire, lentamente.
"Charles?", chiese una voce, dietro di me.
Non mi voltai: sapevo che era Charlotte.
"Charles", mi chiamò di nuovo, giungendo improvvisamente accanto a me.
Sentii una sua mano posarsi sul mio braccio.
Deglutii. Non era quella la mano che volevo sentire.
Mi voltai lentamente, sperando che non si accorgesse dei miei occhi lucidi.
E invece se ne accorse... eccome, se se ne accorse.
"stai ancora pensando a ... lei?", chiese, mentre un'ombra di tensione si impadroniva del suo volto.
Non risposi. Mi limitai a scostare lo sguardo, spostandolo nuovamente verso il mare.
Aveva ragione Sofia: io stavo sempre in silenzio quando si parlava di cose che mi colpivano nel vivo.
"rispondimi", sibilò.
"sì Charlotte, sto pensando a lei", sputai, senza trovare il coraggio di guardarla negli occhi.
Eppure quegli occhi li sentii, li percepii mentre mi bruciavano la pelle.
"non pensi a nostra figlia?", chiese, palesemente adirata.
Mi voltai di scatto. "Se non penso a nostra figlia?", gridai. "ho sacrificato tutto per lei"
"non mi sembra che sia il tuo primo pensiero", commentò, con una smorfia disgustata.
"Non è il mio primo pensiero? Per lei ho lasciato l'amore della mia vita, l'ho abbandonata in lacrime, là, in quel fottutissimo appartamento di Milano dove ho gettato via la mia vita"
"l'amore della tua vita?", urlò Charlotte. "io chi sono per te?"
"tu sei la madre di mia figlia. Forse saresti stata tu l'amore della mia vita, se solo non mi avessi tradito. Avremmo potuto continuare ad essere felici come prima, ma tu hai preferito di meglio, quindi eccoti servita"
"ti ho chiesto scusa centinaia di volte, cos'altro dovrei fare?"
"Non avresti dovuto farlo, punto e basta. Io ti ho perdonato Charlotte, solo che in quel momento ho smesso definitivamente di amarti."
"e quindi sei andato a consolarti tra le braccia di quell'insulsa ragazzina italiana?"
"non ti permetto di parlare così di Sofia. Lei si è fatta da parte, lasciando posto a te, nonostante sapesse lei per prima che non ci amavamo più"
"ma io ti amo Charles, io ti amo cacchio"
"mi amavi anche quando sei andata a letto con quell'altro? Ma fammi un piacere"
"quindi lei non sbaglia mai? è perfetta?"
"Non è perfetta, ma almeno è sincera. Ha passato cose che tu non immagini nemmeno, ha lavorato una vita intera per arrivare dov'è oggi"
"la ami... per questo?", chiese, ridendo.
"No. La amo perchè lei non si arrende mai: se ha un obiettivo, lo raggiunge, qualunque sia il costo. La amo perchè quella ragazza non smetterà mai di sognare, di mettersi in gioco. La amo perchè è maledettamente brava in pista, perchè potrebbe tranquillamente far parte del team e fare delle strategie migliori degli ingegneri veri. La amo perchè lei mi fa ridere, o anche solo sorridere, quando ne ho bisogno. La amo perchè non ha paura di cadere, perchè finge di stare bene quando invece le sta crollando il mondo addosso. La amo perchè non chiede mai nulla a nessuno: lei gioca da sola. La amo perchè non mi odia, nonostante tutto quello che le ho fatto, nonostante io le avessi promesso che non le avrei più permesso di giocare da sola"
Mi fermai di colpo. Avevo detto tutto. Ogni mio pensiero, era uscito da me.
Avevo capito. Io non potevo vivere senza di lei.
Osservai lo sguardo perplesso di Charlotte, la delusione nei suoi occhi.
Forse avevo esagerato, pensai. In fondo lei ci aveva provato, aveva tentato di riparare ai suoi errori... il risultato non era solo colpa sua.
"mi dispiace", le dissi, sussurrando.
"cosa ne sarà di Adèle?", chiese, con la voce rotta dal pianto.
"le farò da padre. le starò accanto il più possibile... la aiuterò a crescere nel migliore dei modi. Lo giuro"
"Non giurare ciò che non manterrai", sibilò.
"Dovresti conoscermi, ormai. Dovresti sapere che io mantengo sempre le promesse", commentai, cercando di non perdere nuovamente la calma.
La vidi sorridere. Ma non era un sorriso di gioia: era ironico.
"mio caro", disse, "a forza di fare promesse cadrai a pezzi. Finirai per mantenere quelle che ti fanno più comodo, credimi".
Detto questo rientrò in casa, lasciandomi solo, nella notte.
Pensai a Sofia, ma questa volta non sentivo più dolore nel vedere il suo volto impresso nella mia mente: l'avrei rivista, le avrei detto quanto l'amavo, le avrei spiegato che avevo fatto un errore.
Sarebbe bastato uno sguardo per cucire quell'enorme ferita, ne ero certo.
Perchè noi eravamo così, indivisibili, perfetti. L'uno senza l'altra, eravamo come.. rotti. Il nostre cuore era andato in schegge, ed ora toccava solo a me cercare di raccoglierle e rimetterle al loro posto.
Ce l'avrei fatta?
Sì, ne ero certo.
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Velocità II Charles Leclerc
RomanceL'aria che ti scompiglia i capelli, il rombo del motore, quel brivido nel cuore, è questa la velocità, ciò che più di tutto ci unisce, ciò che ci rende unici. 🥇1 in #maranello 18/11/2022 🥇1 in #hamilton 18/11/2022