È strano come quanto più si è sensibili e intelligenti, da un punto di vista emotivo, e più il cervello umano tende a farsi del male. Una volta aveva sentito che le persone intelligenti, qualsiasi tipo di intelligenza, non per forza quella accademica, tendevano ad avere un pessimo rapporto con il cibo. Lui non sapeva se fosse intelligente o meno, sapeva solo che erano ormai giorni che lo stomaco gli si era chiuso e al solo pensiero di riempirlo gli veniva l'urto del vomito.
Non aveva fatto che pensare sempre allo stesso argomento. Esso gli provocava un formicolio che partiva dalla pancia fino ad arrivare alle mani, che per il nervosismo si portava alla testa. Più ci pensava e più affondava nel ricordo di quella serata, c'era così tanto a cui pensare ed era accaduto in così poco tempo. Si sentiva affogare nei sensi di colpa e la voglia di sparire lo avvolgeva come un velo oscuro.
Prima c'era stato quel bacio con Jamia, quell'azione aveva ormai assunto un nome, "l'incidente". Poteva sembrare stupido, ma avergli dato un'identità attraverso un nome lo aiutava ad affrontarlo. Aveva baciato la sua amica più intima, la considerava alla stregua di un membro delle sua famiglia, eppure l'incidente, anche se declassato ad evento da dimenticare perché uno stupido sbaglio, era avvenuto fra i due.
Ci aveva riflettuto molto e non voleva arrivare alla conclusione che Jamia provasse qualcosa per lui, non perché fosse una ragazza brutta o antipatica, anzi, ma perché lui non era certo di poter provare le stesse cose per lei. Non voleva farla soffrire, ma neanche sforzarsi di essere qualcuno che non era. Non era tanto presuntuoso da assumere che Jamia fosse per forza invaghita di lui, però ripensando a tutti i comportamenti antecedenti all'incidente, la teoria secondo la quale ella fosse innamorata di Frank prendeva sempre più forma e forza.
Quando questi pensieri iniziavano a farli accelerare il respiro e metterlo in agitazione, distraeva il suo cervello pensando all'altro argomento principale in quei giorni. Però per Gerard non aveva nessun nome, nessuna identità a metterli meno paura. Con Gerard non era successo effettivamente nulla, ma in quel nulla, in quello spazio lasciato incompiuto, c'era un mondo di azioni e sentimenti talmente potenti da destabilizzarlo.
Quello che non era successo poteva essere tutto. Gli metteva paura pensare a quello che avrebbe fatto, a quello che stava per fare. Così vicino a Gerard aveva provato una sensazione simile, ma del tutto diversa da quella di Jamia. Si era lasciato offuscare la vista dal volto del ragazzo, così a breve distanza era una sensazione paradisiaca guardalo, quelle labbra sottili rosee, gli occhi verdi nei quali si incastravano pagliuzze castane, e quella pelle dal colore della porcellana dava la sensazione che al solo tocco sarebbe andata in frantumi.
Non voleva pensare a quello che aveva provato, ma inevitabilmente ci finiva a ragionarci. Lui aveva provato lo stesso formicolio di quei giorni, solamente che la sera del suo compleanno era stato un formicolio gradito, che gli aveva arrossito le guance e riscaldato le punte delle dita gelide. Si era sentito attratto da Gerard. Con Gerard non era mai stato male, pensava fosse una bella persona e, forse più dal punto di vista soggettivo che oggettivo, un bel ragazzo, ma naturalmente non aveva mai pensato a lui come qualcosa di diverso da un amico.
Era stato il pensiero di Jamia, il pensiero che nella stessa serata avrebbe compromesso un'altra amicizia che lo aveva fermato, ma se avesse ignorato quel pensiero, l'avrebbe fatto. Nonostante sapesse quanto quello, secondo i principi con i quali era cresciuto lui così come tutti i suoi conoscenti, fosse sbagliato, Frank continuava a bramare di conoscere il sapore di Gerard.
Era sbagliato, lo sapeva, ma una vocina in ultima fila gli gridava di correre a colmare quella distanza che stava ponendo. In quei giorni si era concesso del tempo per pensare ed in questo modo si era allontanato un po' da Jamia, e molto di più da Gerard.
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A Summoning // Frerard
ФанфикMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...