Come ogni mattina a Monroeville il sole sorgeva caldo, regalando scintillanti riflessi di luce color pesca. Le colline erano le prime a venir baciate da questi raggi. Le colline, color smeraldo, acquisivano un fascino magico ad ogni alba e ad ogni tramonto. I tenui raggi solari donavano sempre meno calore mano mano che i mesi sfiorivano e si giungeva alla fine di un ulteriore anno.
Quella mattina di fine settembre dimostrava in pieno il perfetto susseguirsi delle stagioni, per questo Monroeville veniva invidiata molto dalle città confinanti. Sembrava una piccola cittadina rinchiusa in una palla di vetro, una di quelle che il negozietto posto a pochi passi dal centro della città, vendeva ai preziosi e affezionati turisti che c'erano durante tutto l'anno.
I tiepidi raggi, dopo aver accarezzato le colline con estrema eleganza, facevano capolino evidenziando una casa in particolare prima di raggiungere tutta la città. Questa era un'abitazione peculiare. Era posta lontano dalle altre, come se nessuno volesse averci a che fare. A regnare fra i cittadini di Monroeville era la voce che quella villetta, così come i suoi abitanti, portassero sfortuna.
Non c'era un evento preciso ad aver fatto nascere questa diceria, non c'era bisogno di uno scandalo in particolare per dare vita a certe voci. Bastava semplicemente vedere dove stavano di casa o chi stava attorno a casa loro, per meglio dire, chi giaceva intorno a loro.
Il capo famiglia, Donald Way, era stato assunto da anni a quella parte come guardiano del cimitero comunale, e naturalmente tutta la famiglia si era trasferita con lui. Il maggiore dei suoi due figli aveva a stento tre anni quando il padre aveva accettato quel lavoro. Il giovane non ricordava un solo periodo nel quale non lo avessero evitato per paura della iella.
Tutti ci avevano ormai fatto l'abitudine. Sentivano di impersonare una sorta di famiglia Addams, ma al contrario dei suddetti gli Way erano completamente normali, o abbastanza da non essere assoggettati come strambi. L'unico loro neo era il cimitero. Anche al cimitero ci avevano fatto l'abitudine, a tutti i volti e i nomi in rilievo sulle lapidi, al grigio a tratti caldo che circondava tutto l'ambiente e ai cipressi imponenti ai lati dei viali. Lo si poteva definire addirittura accogliente se vissuto in momenti di giornate appartenenti ad alcuni periodi dell'anno.
In fondo era come aveva sempre ripetuto nonna Helena, ella si era trasferita con la famiglia per dare una mano. I piccoli Gerard e Mikey erano particolarmente impauriti dalle notti interminabili e troppo buie, i rumori del vento fra le fronde degli alberi e le ombre generate dal chiaro di Luna non aiutavano, per questo Helena diceva loro in un moto di rassicurazione: "Non dovete temere i morti fintanto che restano tali".
Una frase alquanto cupa a detta di Donna, aveva discusso parecchio con sua madre perché lei smettesse di confortare in quel modo macabro i suoi bambini. La signora Way non accettava che i suoi figli crescessero con un senso del macabro simile a quello di loro nonna, non voleva che i due avessero un motivo in più per essere assoggettati. Purtroppo il destino con loro non era stato clemente, quindi avrebbe fatto di tutto per evitare di aggiungere il peso da novanta.
Suo malgrado quella frase li aveva cullati nelle notti più inquietanti. Loro nonna li aveva cresciuti facendoli assomigliare a lei. Non era neanche colpa di Helena alla fine dei conti, la mela non cade mai lontano dall'albero, cipresso in questo caso.
Le assi della piccola veranda, che col suo grazioso disordine rendeva accogliente anche un ambiente oggettivamente poco piacevole, scricchiolavano sotto il peso dei passi di un paio di pantofole color cobalto. I passi si muovevano assonnati in direzione di una ciotolina di latte vuota per metà. Chi era stato a svuotarla era ancora sugli scalini in attesa solo di un po' di coccole.
Gerard decise senza pensarci troppo di sedersi e godersi l'aria mattutina. Passò lo sguardo dalla ciotolina al micio accovacciato sul secondo gradino. Si guardava bene dal toccarlo o da stargli troppo vicino, non voleva di certo scatenare una reazione allergica. Quel gatto era un randagio, sua madre aveva vietato loro di dargli da mangiare per evitare di viziarlo e di conseguenza averlo sempre intorno, ma erano ormai settimane che si aggirava tra le lapidi, forse in cerca del padrone defunto, quindi perché non sfamarlo?
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A Summoning // Frerard
FanficMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...