🕸️ Lancia la moneta - I

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«Quindi?» domandò incerto Frank ai genitori. I suoi erano tornati dal lavoro da appena un'ora e aveva preferito aspettare la cena per poter parlare con entrambi e avanzare una richiesta. Temeva di star chiedendo tanto, di star uscendo dai binari ai quali era sempre rimasto ben saldo, ma ormai era grande e stava cercando di convincersi che qualcosa in più la poteva chiedere. Poi andava sempre a ricadere nello stesso ragionamento, era sempre stato un figlio esemplare, uno di cui vantarsi, perciò aveva il diritto di chiedere qualche libertà.

«Cosa?» domandò di rimando Anthony accompagnando un boccone alla bocca. Frank lo guardò cercando di capire se fingeva o realmente non aveva capito a cosa si riferisse, ne avevano appena parlato. «Riguardo a domani sera papà» gli ricordò. Seguì un "mh" sommesso dai bocconi ingurgitati.

«Frank farai come ogni anno, l'hai sempre fatto, no?» disse semplicemente scambiando uno sguardo con la moglie, la quale ancora non si era pronunciata. «Lo so che lo faccio ogni anno, e proprio per questo speravo di cambiare almeno una volta. Sai i miei amici stavano organizzando qualcosa, e mi sarebbe piaciuto andare con loro, non l'ho mai fatto», nella sua voce si poteva sentire un filo di sconfitta e delusione. Era deluso da loro, e forse anche dalla speranza che aveva preso posto nella sua mente.

«Frank lo sappiamo questo, ma ormai per dolcetto o scherzetto sei grande, e poi i dolci non li puoi mangiare, lo sai tesoro» gli disse la madre accarezzandogli la mano ferma sul tavolo. «Con tua madre pensavamo che se ci tenevi potevi festeggiare il primo novembre, poi per i tuoi diciotto anni faremo sicuramente un eccezione» lo rassicurò l'uomo una volta finita la portata principale, la cui Frank a stento aveva consumato metà porzione. «Quindi domani sera come al solito la veglia di Ognissanti?» domandò rassegnato.

Un sorriso dolce percorse le labbra sottili - simili a quelle di Frank - di Linda «Sì». Ogni anno aveva sacrificato la notte di Halloween per passarla in chiesa a dire delle preghiere. Non aveva mai vissuto la vera atmosfera di Halloween, e quasi ogni volta aveva poi rinunciato a festeggiare anche il suo compleanno, trovava stupido rimandarlo di un giorno, il primo novembre ormai non era più il suo di giorno, e quindi non era quello il giorno per festeggiare.

«Noi però domani non ci saremo» lo informò il padre. «Già, hanno chiamato per un catering di una festa nella città accanto, quindi sarai solo» continuò Linda mentre raccoglieva le stoviglie da tavola, pronta per servire il secondo piatto.

«Ci andrò da solo, non è un problema» disse stampando in volto un sorriso convincente in grado di rassicurare i genitori.

° ° °

«Tu non hai capito nulla» lo aveva accusato Bob, additandolo con la mano libera dal sandwich. Nel parlare con la bocca piena delle briciole stavano facendo capolino uscendo, con il rischio di finire addosso a qualcuno. Il vizio di parlare tra un boccone e l'altro un giorno lo avrebbe portato a strozzarsi e di conseguenza alla morte.

Stavano guardando dagli spalti i loro compagni del corso di motoria allenarsi negli scatti di velocità. I tre erano riusciti a convincere l'insegnante a farli riposare per gli allenamenti pomeridiani, e ora stavano passando la lezione solo come spettatori, mentre Jamia aveva volentieri saltato l'ora di storia americana per passarla con gli amici. Il quartetto sugli spalti stava discutendo di ciò che gli era stato detto da Frank, egli infatti aveva raccontato loro tutto ciò che gli era stato detto dai genitori, non ci era voluto molto perché il dissenso arrivasse.

Volevano passare un Halloween con lui, non accettavano che a diciassette anni ancora dovesse sottostare a quelle regole e non poter festeggiare normalmente neanche il suo compleanno. «Non è giusto, almeno gli auguri te li hanno fatti?» aveva commentato la ragazza stizzita dalle affermazione di Frank, il quale però non ne aveva colpe.

A Summoning // Frerard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora