New York, conosciuta come la grande mela, era sempre stata una città frenetica. Con milioni di volti, e di nuovi ogni giorno, non sarebbe bastata una vita per conoscere tutti gli abitati. Per ognuno di loro che moriva o decideva di traslocare in un'altra città, almeno cinque nuove persone nascevano o prendevano in affitto un appartamento. Tutti conoscevano New York City come simbolo della libertà e delle intraprendenza americana. Chiunque non fosse degli Stati Uniti sognava di andare a vivere lì, dove la notte a Time Square non moriva mai, illuminata da folgoranti luci.
Accecato, come le falene attirate dalle lanterne nelle calde serate estive, erano anni che si era conto di quanto alla fine dei conti New York non fosse altro che una normale città, con più popolazione, più economia e turismo, ma per lui non rappresentava più il sogno americano. Non aveva mai sognato di diventare famoso o cosa - comunque come desiderio era ormai ben lontano - la sua era stata voglia di ricominciare. Lasciarsi una vita ingiusta alle spalle e cambiare capitolo. Studiare, conoscere nuove persone e trovare un lavoro soddisfacente, poche pretese che New York non era riuscita a rispettare.
La sua era paragonabile ad una fuga. All'età di diciotto anni, con la lettera che gli diceva di essere stato ammesso ad una accademia d'arte nel bel mezzo della grande mela, aveva messo in valigia il poco che gli serviva per vivere bene almeno i primi mesi ed era partito. Un saluto commosso da parte dei suoi genitori, una promessa di studiare insieme a New York da parte di Mikey, e nulla più che un cenno da parte di sua nonna. Ormai ella aveva fatto il suo tempo.
Gerard benedì quella fuga, anche se era allo sbando più totale una volta arrivato e solo per un colpo di fortuna riuscì a trovare un appartamento condiviso in tre, non sarebbe rimasto in alcun caso un giorno in più nella vecchia villetta del cimitero. Quando venne all'orecchio di sua nonna il tutto, il "suicidio" di Frank, e nei mesi successi la calma piatta da parte dei necrologi, ella non resistette. Non fece altro che rimproverare sé e il nipote. Gli aveva ripetuto milioni di volte cosa sarebbe successo a Monroeville senza l'incantesimo a proteggerla. Lo aveva intimato quasi ogni giorno di rimediare, di prepararsi perché avrebbe dovuto sacrificare qualcun altro l'anno avvenire. Aveva nutrito del forte risentimento nei confronti di Gerard, ma a lui questo scivolò addosso, voleva solo mantenere la promessa fatta a se stesso. Darsi la possibilità di una nuova vita, e così aveva fatto, almeno i primi anni.
Non era mai più tornato a Monroeville, con la scusa degli studi e di quanto fosse impegnato a mantenere un posto di lavoro, aveva sempre rinviato la visita a casa. Gli dispiaceva tagliare così tutti i ponti, nonostante telefonasse regolarmente ai suoi, e si mantenesse quotidianamente in contatto con Mikey, non riusciva a trovare la forza di tornare in quella cittadina tanto perfetta. Non trovava il coraggio di incrociare anche per sbaglio i coniugi Iero vicino alla lapide di Frank, e non aveva voglia di sentire i rimbecchi di sua nonna su quanto ormai la città non fosse più quella di una volta.
Mikey gli diceva ogni giorno per telefono come andavano le cose, la scuola e la famiglia. Inizialmente lo informava anche su come gradualmente quella patina alla quale mai nessuno aveva fatto caso stava sparendo, fino a non esserci più nel giro di pochi anni. Poi un giorno, circa quattro anni dopo la fuga di Gerard, il minore lo aveva raggiunto a New York dicendogli senza troppe cerimonie che aveva trovato un appartamento per entrambi, non dei migliori certo, ma che era perfetto per due studenti, uno d'arte e uno di lettere. Gerard per pigrizia e per procrastinazione non aveva mai cercato un altro appartamento, i suoi tre coinquilini non erano male, anche se uno dei tre gli sembrava quasi perennemente fatto, ma sapere che sarebbe andato via da lì lo risollevò.
Vivere con un diciottenne a New York fu come rivivere i primi tempi. La voglia di scoprire tutto di quella grande città, tutto quello che non aveva mai offerto Monroeville. Conoscere quotidianamente gente nuova in locali diversi ogni sera, anche solo le possibilità di successo che ti venivano pubblicizzate ovunque erano un'esca fin troppo succulente per non abboccare. Fu divertente fare da cicerone per il fratellino, risentì quella spinta a vivere, ad avere una rivincita su una vita che non gli aveva voluto bene.
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A Summoning // Frerard
Fiksi PenggemarMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...