Un rumore sordo, attutito dal soffice strato di neve che ormai tendeva a ghiacciarsi. Qualche passo sommesso - affondava leggermente - si avvicinava incuriosito verso la strana figura, ormai avvolta da un leggero strato, quasi vellutato, di fiocchi di neve freschi. I primi passi erano stati d'esempio per tutti gli altri. Una folla si era avvicinata, terrorizzata e affascinata allo stesso tempo, non poteva fare altro che guardare e bisbigliare parole e ipotesi.
Quel capannello di gente aveva esitato ad indietreggiare, anche dopo che delle fasce gialle avevano segnato il perimetro da non oltrepassare. La neve, a contatto con così tanto calore improvviso, stava cedendo sotto gli scarponi, ma restava immutata sulla figura dalle articolazioni piegate in maniera innaturale. Nonostante tutte quelle persone, neanche una di loro risultava davvero d'importanza, nessuna significava qualcosa per la vittima congelata.
Gli agenti, mentre cercavano di tenere lontani i curiosi, speravano che non contaminassero la scena del crimine, anche se già tutti sapevano che sarebbe stato archiviato come un suicidio. Le circostanze suggerivano tutte quella soluzione. Mentre gli agenti si affaccendavano a tenere lontana la folla di macabri spettatori, alcuni si interrogavano su chi fosse la ragazzina che giaceva su un duro materasso ghiacciato, la pelle violacea e un'espressione indecifrabile in volto.
«Qualcuno ha trovato un qualche documento per riconoscerla?» domandò uno dei più giovani, le girava intorno, nonostante avesse i guanti non osava toccarla, un rispetto che riservava ai morti. «Non serve» disse uno, le rughe d'espressione gli solcavano le guance, uscendo dall'autovettura, dove aveva terminato una chiamata alla centrale, si avvicinò al giovane. «L'ho vista prima, era la figlia dei Nestor» asserì senza alcuna esitazione nella voce, sicuro di ogni sua parola.
«Bisognerà avvisare la famiglia» rispose l'altro dopo aver concesso una veloce occhiata al corpo, come per assicurarsi che fosse ancora lì. «L'ho appena fatto, ma non credo servirà» aggiunse dopo. Il più giovane rivolse lo sguardo nella stessa direzione del suo superiore, si riusciva a distinguere in lontananza la figura di una donna, che come molte delle persone lì attorno, si stava avvicinando incuriosita, senza alcun sospetto.
Fu un momento, il tempo di mettere a fuoco quello che c'era oltre le persone. L'oggetto della loro attenzione ebbe un effetto diverso su di lei. Il giovane, che incrociò per poco meno di un frangente lo sguardo della donna, capì chi ella fosse. Qualcosa dentro si ruppe irrimediabilmente. Non riuscì neanche farsi strada fra gli altri. Lasciò che l'agente più anziano, dopo averla riconosciuta, la salutasse e in seguito soccorresse.
° ° °
«Come si sente ora?» domandò il commissario di polizia porgendole un bicchiere d'acqua. Il suo ufficio aveva ancora dei festoni natalizi fatti a mano, opera di qualche bambino, data la fattura. Sulla scrivania occupavano il loro posto una serie di cornici impossibili da vedere dalla posizione di Margaret. Il legno chiaro e lucido della scrivania non aiutava a dare un'impressione di calore in quel momento gelido.
La donna annuì continuando a tenere in mano il bicchiere di plastica. Lo rigirava e lo piegava leggermente per poi farlo tornare al suo stato originario. L'avevano portata lì dopo quello che aveva visto. Si era sentita male e avevano insistito per un'ambulanza, mentre lei sapeva che l'ambulanza serviva al corpo scomposto lasciato sulla neve gelida. Quel corpo aveva i suoi stessi occhi, ma non riusciva a riconoscerlo.
«Dovremmo farle delle domande, lo capisce vero?» domandò l'uomo, anch'egli non era di primo pelo, ma a differenza del suo sottoposto portava molto meglio l'età. Risultando molto gradevole alla vista con i suoi capelli neri, con striature grigie portati all'indietro, le folte sopracciglia e i baffi a spazzola che si muovevano con il labbro superiore. Margaret annuì tenendo lo sguardo fisso sui riflessi di luce della scrivania.
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A Summoning // Frerard
FanficMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...