«Ho ammesso che tu avevi ragione, cos'altro devo fare perché tu la smetta di fare l'offeso?» domandò Gerard premendo con la punta delle dita una cassetta intitolata "T Wh" all'interno del mangianastri dell'automobile. Mikey non rispose, continuando a spulciare un vecchio fumetto che aveva preso in prestito dalla libreria del fratello. Spinse il tasto play e un complicato insieme di chitarra, basso e batteria risuonò riempiendo la vettura.
Mikey non accennava a rivolgergli la parola, ma iniziò a muovere la testa a tempo di batteria. Gerard iniziò a portare il tempo battendo le dita sul volante, non stava neanche ascoltando le parole che fuoriuscivano dalle casse, pensava alla vedova Nestor. Quella era la stessa donna che mesi prima era andata a farsi leggere le carte. Ricordava cosa le aveva detto sua nonna "Le carte sono positive, deve solo avere fiducia in loro". Chissà quanta fiducia aveva riposto in un mucchio di carta stampata.
Era la prima volta che vedeva una qualche premonizione di sua nonna fallire totalmente. "La verità è amara e fa scappare i clienti, io invece vendo dolci menzogne che li ingannano, ma gli danno un minimo di speranza". Lei mentiva per lavoro e si faceva anche pagare bene. Eppure nelle menzogne un briciolo di verità c'era sempre, ma quella volta no. Quell'uomo era morto in battaglia e probabilmente lei lo sapeva già da mesi, e aveva illuso una famiglia, che ora soffriva quanto Jamia.
«Allunga il giro, così finiamo questa canzone» disse Mikey sovrastando il volume della musica senza alzare lo sguardo dalle vignette. Gerard accennò un sorriso. «Facciamo un salto alla fumetteria?» azzardò Gerard nel tentativo di riconquistare il fratello con una piccola corruzione. Mikey lo guardò tra il sospettoso e il pensieroso, «Non c'è bisogno di corrompermi» annunciò chiudendo e appoggiando sulle gambe il fumetto.
«Allora perché continui a fare così?» domandò Gerard accostando, abbassò il volume, ma lasciò la musica andare. «Non sono offeso, però non voglio che ti dimentichi di me» ammise guardando di soppiatto il fratello, notò lo sguardo confuso dell'altro e non esitò nell'attacco, «Non fare quella faccia» lo ammonì, «Non è che odio Frank, se è tuo amico qualcosa di giusto c'è in lui, ma non voglio che mi metti da parte per stare con lui» concluse abbassando lo sguardo, alzò poi il volume girando la manopola.
Gerard sorrise intenerito dalla scena. Nonostante la maschera da ragazzino duro che si faceva scivolare i commenti addosso, restava il suo fratellino minore, quello da proteggere. Sarebbero stati sempre loro due, i due fratelli Way. «Ho solo un nuovo amico, non potrei mai metterti da parte!» esclamò poi in uno slancio di euforia totalmente estraneo al suo carattere. Si allungò nel tentativo di abbracciarlo e Mikey, imbarazzato da quel momento troppo tenero, cercò di divincolarsi.
«Torniamo a casa dai!» cercò di dire nel tentativo mal riuscito di abbraccio di Gerard. Quello ridacchiò distraendosi dai suoi pensieri. Nel frattempo, durante l'abbraccio troncato, un'altra canzone era iniziata, avevano allungato la strada fino al termine di essa e si erano messi d'accordo di andare in fumetteria un pomeriggio che avrebbero dedicato solo a loro due.
«Siamo a casa!» annunciò Gerard varcando l'ingresso. Mikey iniziò a salire le scale per il piano superiore, lo zaino intento a scivolargli dalla spalla e il fumetto ancora fra le mani. «Appena lo finisco te lo restituisco» aveva detto sul penultimo gradino sventolando in alto il giornaletto. «Ve bene» rispose semplice il più grande. Con la cartella ancora sulle spalle si diresse in cucina, dove aveva trovato sua madre e sua nonna intente a farsi un tè.
«Ciao» disse ad entrambe sedendosi poi al tavolo di fronte a sua madre e mollando lo zaino per terra. «Come mai questo ritardo?» chiese la donna sorseggiando la bevanda calda, sua nonna sfogliò distrattamente una rivista non guardando il nipote. «Nulla di ché, volevamo fare una strada diversa oggi» rispose alzandosi e andando a prendere un'altra tazza da poter riempire con del tè per sé. Sua madre lasciò sfumare il discorso tornando a sorseggiare dalla sua tazza.
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A Summoning // Frerard
FanficMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...