"Servono dei dolcetti come premi per i bambini" gli aveva detto il parroco qualche minuto prima. Frank e Ray avevano sistemato l'aula del catechismo, tutti i giocattoli nel loro scomparto e tutte le sedioline al proprio banco. Frank aveva anche già iniziato ad accordare la chitarra per suonare con i bambini, quando Padre Gregory li aveva informati dei suoi piani per la lezione di quel pomeriggio.
I cappotti, appesi all'appendiabiti di fianco all'entrata, non avevano avuto neanche il tempo di lasciare che i piccoli fiocchi di neve si sciogliessero al tepore della stanza, che già dovevano essere indossati nuovamente. Il prete aveva spiegato, dopo un breve sgomento dei ragazzi che a malincuore avrebbero messo piede fuori dove imperversava nel pieno delle sue forze febbraio, che avrebbe fatto una sorta di gara con piccoli premi; il gruppo che indovinava più domande vinceva dei dolcetti.
Il problema era che mancavano i premi per i piccoli e l'idea gli era venuta con scarso anticipo, per questo i due ragazzi erano stati costretti ad incamminarsi verso il minimarket più vicino. Non avevano neanche provato a ribellarsi o a fare cambiare idea a Padre Gregory. Spesso quello che decideva l'uomo, anche se all'ultimo minuto, diventava legge e non si aveva alcun modo di controbattere. Egli aveva dato ai due i soldi necessari per delle confezioni di caramelle o cioccolatini, e li aveva spediti a fare spese.
Gli scarponi, che calzavano ai piedi, evitavano loro di scivolare e di certo li tenevano più al caldo. Pestavano l'asfalto ghiacciato con sbadata attenzione. I passi erano svelti, meno tempo restavano fuori e meno freddo avrebbero preso. La neve aveva smesso di cadere placida e le strade, che quella mattina erano state cosparse di ghiaccio, erano ancora quasi del tutto intatte. I vialetti erano sgombri, ma i giardini circostanti erano pieni della neve spalata.
«Almeno non nevica più» aveva detto Ray con le mani ben assicurare nelle tasche, dove stringeva i soldi che padre Gregory gli aveva affidato. Frank sorrise socchiudendo leggermente gli occhi ad una gelida folata di vento improvvisa. «Poteva andarci lui in macchina» sottolineò Frank calciando un mucchietto di neve mista a fango sul ciglio della strada. «Già, non ci avrebbe messo nulla» continuò Ray, «E invece siamo qui a fare da servetti» concluse avvistando il minimarket dall'insegna viola.
«Su entriamo, prendiamo quello che dobbiamo e torniamo al caldo» affermò Frank non appena varcarono la soglia del piccolo parcheggio che precedeva l'entrata del negozio. Le porte vetrate cigolavano al movimento e non sembravano abbastanza resistenti da chiudere il riscaldamento dentro al negozio. Piccolo com'era non serviva chissà quanta energia per riscaldarlo, ma fra gli scaffali, forse colpa delle porte prive di qualsivoglia guarnizione, si percepiva un senso di gelo quel giorno.
«Facciamo che tu prendi le caramelle e io la cioccolata?» domandò Raymond iniziando a perlustrare con gli occhi l'interno del minimarket per individuare le mete da raggiungere. Frank annuì, «Prendiamo le prime cose che troviamo, okay? Non perdiamo troppo tempo», nel tono del più basso si poteva percepire oltre a un senso di svogliatezza anche un sincero malessere, come se quel negozio gli facesse male in qualche modo.
«Tutto bene?» domandò preoccupato il riccio appoggiandogli la mano sulla spalla. Erano ancora all'entrata, di fronte al bancone. Frank scosse la testa dacché si era incantato nel guardare l'insieme del minimarket. «Non so, ho una brutta sensazione addosso» confessò soffermandosi sul bancone dove era posizionata la cassa e adocchiando l'entrata. Ray lo guardò accigliato, una brutta sensazione la provava anche lui, ma da mesi ormai, non era una novità, spesso succedeva che dal nulla, nel bel mezzo di un momento normale, sprofondasse nei ricordi dei mesi precedenti.
«Frank è normale, succede anche a me, non roviniamoci la giornata per questo, cerchiamo di fare in modo che restino solo ricordi e nulla di troppo doloroso» gli disse appoggiandogli entrambe le mani sulle spalle. Come un allenatore che incoraggia la propria squadra, Raymond fronteggiava Frank - il quale risultava più basso al confronto - cercando di motivarlo a non lasciarsi trascinare nell'antro più oscuro della sua mente, lì dove tutto il dolore si annidava.
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A Summoning // Frerard
ФанфикMonroeville era sempre stata una cittadina tranquilla, non c'erano mai novità lì, erano sempre gli stessi volti con le stesse storie. Monroeville aveva sempre avuto albe stupende, in particolar modo se queste venivano ammirate sopra le sue colline. ...