Animale in gabbia

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Pov's Storm Nerea Valley

- La nostra storia è iniziata quando lui ha teso un attentato al mio cuore. -

Uscita dal bagno, mi dirigo verso i divanetti in pelle che circondano la pista da ballo.

Lì ci trovo tutti i miei amici, chi più presentabile e chi meno.

"Ehi Storm! Ma dov'eri finita?" Mi domanda Cat con un'aria abbastanza trasandata e direi... appagata.

"In bagno. Te, piuttosto? Sembri essere una sopravvissuta della seconda guerra mondiale!" I capelli biondi sono disordinati, il trucco colato, il vestito rosso è sgualcito.

"Oh, io e Jonathan abbiamo passato la serata." Ribatte, guardando quest'ultimo.

Anche John, è in condizioni pessime... Ma lascio stare, scuotendo la testa e ridacchiando smaliziata.

Mi siedo con loro bevendo ancora e parliamo un po', ma l'alcol si fa sentire.

Ho bisogno di bere qualcosa che non sia alcolico.

"Ragazzi, vado al bar. Devo bere dell'acqua." Mi alzo su piedi instabili.

"Vuoi che ti accompagno?" Chiede gentilmente Will, decisamente meno sbronzo di me.

"No, tranquillo. Ce la faccio." Gli sorrido
ma credo che la mia espressione sia più una smorfia confusa.

Sembra non farci caso e annuisce, poggiando la schiena sul divanetto.

Mi faccio spazio tra la folla, sono pressata tra corpi sudati ed eccitati, per poco non mi viene da vomitare.

Arrivata all'angolo bar, cerco con lo sguardo il barman.

Non è lo stesso di prima, quello che mi aveva servito i cocktail.

Questo qui, è un armadio a sei ante!

È molto alto e robusto.

Moro, occhi chiari, tatuaggi numerosi e un'aura pericolosa.

Bha.

"Mi potresti dare un bicchiere d'acqua?" Chiedo appoggiandomi al bancone per non perdere l'equilibrio.

"Certo. Ecco." Mi porge il vetro, pieno del liquido trasparente.

Mi bevo tutto, ho una sete allucinante.

"Grazie" appoggio il bicchiere sul bancone, e mi accingo a tornare dai miei amici.

Un senso di stanchezza mi assale, e gli occhi si fanno pesanti.

Ma che cazzo.

Decido di vomitare tutto.

Chissà che c'era in quei bicchieri... non credo poi che il mio corpo possa sorreggersi in piedi a lungo con tutto questo alcol nel sangue.

Vado in bagno barcollando, e vado sul water, crollando a terra.

Sto per ficcarmi due dita in gola, ma una grande mano tatuata avvolge il mio collo, bloccandomi il respiro.

"Non ci provare, bambina. Adesso tu ti fai un bel sonno, e non vomiti niente." Quella voce con l'accento irritante, mi arriva roca alle orecchie.

"Stronzo testa di cazzo! Lasciami!" Mi alzo di scatto, sferrando calci alla cieca.

"Te l'ho scritto, e te lo ripeto.
Conti come spade, quando regna bastoni.
Ormai tu fai ciò che dico io." Mi sussurra con voce rauca.

"Manco per niente!" Mi dimeno come una forsennata, ma è troppo grande.

No! Che dici? Fatti valere!

Vento SilenziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora