Parità

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Pov's Vasiliy Lev Kozlov

- Il passato ti lascia il segno, il presente ti mette in guardia,
e il futuro ti fa nascere la paura nell'anima. -

Mi sta baciando da favola, mentre si struscia sulla mia erezione.

L'acqua calda non fa che aumentare il fuoco dentro di me.

Una sua mano mi accarezza il viso, l'altra invece scende fino ad arrivare sulla patta.

Alzo il bacino, voglioso che mi tocchi ancora.

Mi massaggia, mi stuzzica.

La sua lingua passa sul mio collo e poi, succhia.

Le labbra chiudono un lembo di pelle, succhiandolo.

Porca puttana, mi sento in paradiso.

Ansima e mi strofina il nasino sul petto, baciando tutto.

È lì, manca poco e arriva lì.

Le palle iniziano a fare seriamente male e a corto di fiato, cerco ogni tanto di sporgere la testa per prendere respiri profondi.

Con la schiena, mi appoggio al marmo, con il capo finalmente fuori dall'acqua e lei mi segue a ruota.

Eppure continua a baciare o a leccare, imperterrita.

I pettorali, poi gli addominali, le ossa iliache che tanto le piacciono.

Lecca avida, ma non va al punto.

Velocemente risale, fiondandosi bramosa sulla mia bocca.

Mi ficca la lingua in gola e rudemente, sbatte il suo culo sul mio cazzo.

Gemo, penso di poter venire anche così.

Ma appena sente il mio gemito, omesso per via del suo bacio, si alza di scatto.

È in piedi sopra di me, oltretutto nuda, con le gambe ai lati dei miei fianchi e mi sorride furba.

Esce dalla vasca ed io mi sollevo, mezzo rincoglionito.

"Che cazzo fai?" Ringhio per il fastidio che mi provocano i pantaloni stretti.

"Mmm" mugola, appoggiando il suo peso al lavandino difronte a me e toccandosi un seno da sopra l'asciugamano.

Spalanco le palpebre, mi sono fatto fregare da una mocciosa.

Sì è vendicata, la bimba.

Voleva farmela pagare cara, e c'è riuscita benissimo.

Io, Zar della mafia russa, mi sono fatto fottere da una ragazzina.

Ma che figa di ragazzina, la mia ragazzina.

Lo sguardo che mi lancia è pieno di voglia e lussuria, con tanto di occhiolino.

Ho il fiatone e vorrei masturbarmi ma non posso, un cazzo di orgoglio ce l'ho anch'io!

"Dai, bambina. Vieni qua, non fare i capricci. Non puoi lasciarmi così, ora abbiamo una cena e non posso andarci in questo stato." Le dico roco.

Allarga il suo sorriso sadico e mi fa la linguaccia.

Ragazzi, eh che linguaccia.

Scuoto la testa, mi faccio pure i film mentali su di lei, che deficiente.

"Me la pagherai, questa. Giuro che te la farò pagare." Sussurro, con aria competitiva.

Ma lei nega col capo e un risolino le scappa dalle labbra perfette.

Vento SilenziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora