Pov's Vasiliy Lev Kozlov
- Lei era come un raggio di sole a scaldarti la pelle senza ustionarti, senza ucciderti ad ogni suo singolo tramonto. -
Due settimane dopo
"Di chi è quel fottuto marmocchio?!" Urlo bestiale direttamente sul viso deformato di Clare, anche se so già la risposta.
Finalmente, dopo mesi, ho potuto mettere le mani su questa stronza a cui avevo promesso di staccare la testa.
Siamo in una delle stanze dei miei sotterranei dove è rinchiusa da due settimane.
Io, Storm e Alaska siamo tornati a casa, allestendo la cameretta per la bambolina e scegliendo i medici migliori che la potessero monitorare anche fuori dall'ospedale.
Nel mentre io e la mia bambina siamo guariti quasi del tutto: la mia gamba e il mio braccio sono come nuovi e i suoi lividi con le microfratture stanno in via di guarigione.
Proprio adesso so essere entrambi in salone, sulla sedia a dondolo a godersi il torpore di una coperta e la delicatezza delle coccole.
Di contro lei non sa che sono quaggiù a torturare a morte la causa principale delle nostre pene.
Meglio così.
Scuotendo leggermente il capo do uno sguardo disinteressato all'americana.
Singhiozza sonoramente trascinando il suo corpo nudo a terra, più morto che altro.
Sarà la decima volta che glielo chiedo e la mia pazienza si è esaurita alla seconda volta.
Raggiungendola la agguanto dai capelli castani e la tiro a me, il suo fiato affannato si scontra sulle mie guance.
Delle lacrime le sgorgano dagli occhi scuri e abbranca aria a stento.
Sorrido malefico, alitando con soddisfazione.
"Dimmi di chi è il bambino, Claire." Le impongo con un forte strattone a rincarare la dose di cattiveria.
"N-no!" Si rifiuta ancora, combattendomi.
"Mi stai proprio rompendo il cazzo, piccola stronza." Le ringhio addosso mollando la presa, il suo zigomo sbatte violentemente sul muro madido di muffa.
Geme portando le mani a proteggere la zona dolorante che sta diventando velocemente livida.
"Non hai coraggio ad uccidere un bambino!" Mi rinfaccia sfidandomi palesemente a squartarle davanti agli occhi il corpicino di suo figlio.
Lo farei per il puro gusto di dimostrarle il contrario.
"Oh, sì, invece. E sai perché? Perché si parla di quel bastardo di tuo figlio." Controbatto con il veleno che scorre sulla mia lingua biforcuta.
"Non è un bastardo." Alza il mento per guardarmi in faccia, ha la rabbia impressa nei lineamenti.
"No, hai ragione. Chiamiamolo per quello che è..." Ghigno avvicinandomi a lei, chinandomi sulle ginocchia.
Le afferro il viso a coppa e non mi sortisce il minimo effetto, solo un brivido di consapevolezza.
"Un fottuto incesto, o sbaglio?" Scopro i denti e sento un luccichio baluginarmi nelle iridi, lo vedo riflettersi nelle sue che mutano.
Si incendiano e ciò che ne prevale è la paura.
Mugnuna sul mio palmo che la stritola in una morsa priva di pietà, si dimena come se servisse a qualcosa.
"Credimi che lo uccido uno di questi giorni, il figlio di quello stronzo di Mark non respirerà la mia stessa aria." Presso la mia fronte sulla sua, minaccioso, il suo collo si inclina all'indietro in una posizione innaturale.
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Vento Silenzioso
RomancePrimo libro della saga "Cinque battiti di cuore". AUTOCONCLUSIVO⚠️ Storm ha vent'anni anni ed è una ragazza dai capelli castano dorato e gli occhi bicolore; uno verde acqua e l'altro azzurro-grigio. Amante dei romanzi d'amore, delle canzoni dedicate...