Lei mi guarda sempre

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Pov's Storm Nerea Valley

- Ti darò tutto quello che nei libri hai sempre sottolineato.
E no, amore mio, non le barbabietole da zucchero. -

Morbide labbra coccolano il mio collo.

E mugolo appoggiandomi a quel calore.

Il sole entra dalla grande finestra, illuminando dolcemente la stanza.

Socchiudo le palpebre e davanti a me, ci sono ciuffi biondi ribelli.

Ridacchio e mi scosto un po'.

E quello che vedo mi fa deglutire più volte.

Vasiliy è a petto nudo, con solo un paio di pantaloni di tuta.

Le clavicole spesse spiccano sul torace, insieme agli addominali e i pettorali.

Le spalle ampie flettono ad ogni suo movimento.

I peli chiari, sotto l'ombelico, sono in armonia con la sua pelle leggermente pallida.

E poi bhe, il tutto decorato da una miriade di tatuaggi.

Inchiostro che cola sul suo corpo, fino ad andare a disegnare intrecci e simboli, in un bellissimo labirinto.

Le vene cospargono le braccia muscolose, fino ad arrivare alle mani.

Gli occhi luccicano con il sole di prima mattina, donandogli una sfumatura verdognola.

Sorride e mi bacia la guancia.

"Buongiorno" dice raggiante.

Probabilmente aspetta che io risponda, ma non dico niente, mi limito a ricambiare il bacio.

Una leggera barba, mi coglie impreparata e mi pizzica le labbra.

"Solo sulla guancia?" Domanda, con fare ingenuo.

Annuisco sorridendo sorniona e gli faccio la linguaccia.

"Brutta cattivella" mi salta letteralmente addosso e inizia a farmi il solletico.

E non vi posso resistere, è una delle mie debolezze.

La mia risata assonnata, riempie la camera.

Mi lamento cercando di fargli capire di smettere, sennò scoppio.

"Allora me lo dai un bacio?" Ritratta, e in caso di un mio possibile rifiuto, mi fa capire che continuerebbe senza problemi.

Alzo gli occhi al cielo e annuisco.

Si avvicina e i nostri nasi si sfiorano.

I respiri si mescolano e il mio corpo risponde al suo.

Sento la trachea chiudersi, non facendo passare aria.

Non ho dimenticato cos'è successo ieri sera, come avrei potuto dimenticarlo.

Il mio primo orgasmo... Con il mio aguzzino.

In quel momento però, dimenticai le note delle melodie che ero costretta a suonare.

Perché me le aveva fatte scordare lui.

Lui aveva rotto i pentagrammi, su cui erano costruite le note nella mia mente.

Lui aveva cancellato la figura di mia madre.

Lui mi aveva fatta ballare, e mi era piaciuto, dopo tanti anni di odio verso quella disciplina.

Un ballo lento, da farmi andare in cortocircuito.

Non ci capii più nulla e presto mi ritrovai pressata contro il muro e con la sua lingua ed esplorare lì, dove nessuno era mai andato a toccare.

Mi chiese se l'avevo mai fatto e dissi la verità.

Vento SilenziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora