Giorno dopo giorno

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Pov's Storm Nerea Valley

- Ho trovato una dolcezza inquieta in un cuore deserto tra fiori annegati. -

Trasalendo, col fiato corto, mi tiro su con una botta di reni.

Lo stesso incubo ad abitare la mia memoria.

E poi la consapevolezza mi investe, il ricordo dell'uomo che mi porta via da casa mia.

Gli avvenimenti mi crollano addosso come le frane crollano a valle. La paura che mi assale senza via di scampo.

Quattro pareti bordeaux e una moquette bianca vengono illuminati dalla luce che traspare dalla grande finestra alla mia sinistra.

La tristezza mi buca lo stomaco risalendo fino a sfiorarmi il retro delle palpebre, sento gli occhi lucidi e la gola stretta.

Ma ogni emozione si ferma quando nell'angolo vedo una culla.

Mi alzo lentamente e con curiosità, e raggiungo il lettino dal velo azzurro.

Muovendosi in modo soave e ritmato, noto che dentro vi dorme un bambino, un magnifico bambino dai capelli neri.

Avvolto in un body azzurrino, riposa beato con la testolina rivolta di lato, e si sbrodola un po' così prendo il bavaglino appeso alla sbarra e lo pulisco delicatamente.

"Vedo che hai già conosciuto mio figlio." Dice una voce dura, marmorea e mi volto di scatto verso la porta.

Difronte a me si staglia una ragazza castana, un po' bassa e palesemente priva di energie.

"Hai... vuoi sederti?" Chiedo con una attimo di esitazione.

"No." Risponde lapidaria.

"Sono Clare." Aggiunge.

Clare, Clare... dove l'ho sentito?

Cla... Oh, no. Clare De Angelis.

La guardo subito negli occhi, palesando la mia rabbia.

"Cosa vuoi da me?" Adesso anche la mia, di voce, è fredda e distaccata.

Sulle sue labbra si forma un ghigno beffardo e appoggia la schiena allo stipite.

"Da te niente. Solo soggiornerai un po' qui, con mio figlio."

"Avrei altro da fare invece che fare da balia." La trucido sul posto.

"Non fare la seccata, sono io quella incazzata qua. A causa del tuo ragazzo io ho perso mio fratello, un amico di famiglia e non ho potuto partorire in santa pace." Mi ritorce le colpe di Vasiliy come fossero le mie.

"Quindi non c'entro nulla. Perché me?" Borbotto a denti stretti.

"Per qualcuno sei il desiderio di fare battaglia in caso tu fossi in pericolo. Ed io voglio proprio far vedere a quel presuntuoso dello Zar che non conviene mettersi contro di me." Le sue parole generano scie di brividi sulla mia pelle.

Il desiderio di fare battaglia.

Vorrei tornare a casa, ma se Vas viene a prendermi e lei è qui, pronta ad aspettarlo, gli terrà un'imboscata.

Vento SilenziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora