Vento Silenzioso

Fiori appassiti

Spazio autrice ❤️:
Ragazzuole fantastiche! Ciaoooo scusate per la lunga assenza ma è l'ultima settimana di scuola, prima di Natale. Vi scrivo adesso perché alla fine non scriverò niente, godetevi questo capitolo, io ho pianto un casino 😂😭.
Alla prossima, aggiorno presto presto.
Bacini😘

Narratrice

- Tu hai, nei tuoi begli occhi, l'essenza della vita. Fai sbocciare fiori dove io guardo e ti fa sempre piacere quando te li regalo. -

Quattordici anni prima

Era il momento di brindare... E cosa più disgustosa non c'era.

Si ubriacavano, ballavano e facevano un sacco di casino, quando invece, al bambino quasi ragazzo ormai, era sempre piaciuto il silenzio.

Con attenzione, seguì i movimenti successivi di Mark.

Prima di sedersi al suo posto, infatti, sussurrò qualcosa all'orecchio di papà.

Quest'ultimo annuì, facendogli un occhiolino.

Poi il ragazzo americano, prese parola.

"Bene, cari amici!" Amici un par di palle, vi vorreste ammazzare tutti qua dentro.

"Come già vi aveva precedentemente accennato lo Zar, ci siamo riuniti per consacrare l'alleanza!" Zar, Zar, lo sarò anch'io un giorno. Ma io non voglio.

"E brindiamo allora, cari amici! Vino rosso per festeggiare, e siccome è un'occasione speciale, bisogna avere un servizio speciale." Un ghigno beffardo, comparve sul suo volto, e lo sguardo s'incatenò a quello di Vasiliy.

"Che entri la più giovane delle cameriere!" Mille chiodi trapassarono il petto del ragazzo.

Il panico gli attorcigliò lo stomaco e catene di paure, gli serrarono la gola.

No, no, no. Non deve venire, deve stare lontana da qui.

Il rumore della porta che si spalancò, fu assordante.

Girò la testa di scatto, e la vide lì, tutta tremante e paurosa, con il vassoio tra le manine.

Le coppe d'argento, erano posizionate sopra di esso, in modo ordinato.

Iniziò a dare da bere, a partire dal grande Zar.

Poi sua madre, gli alleati, anche Mark che la guardò languido e finì il giro arrivando a lui, che era il più piccolo.

Se la guardò, in tutto il suo splendore.

Quanto sei bella, amore mio. Troppo, per questa società. Semplice e genuina, ma vattene via, che stai perdendo sangue in un mare di squali.

Fu sempre quel bastardo, a rompere la sua bolla.

"Suvvia, ragazza. Brinda con noi, infondo è una gioia per tutti quest'alleanza!" A quella richiesta, Vasiliy batté prepotentemente i palmi sul tavolo e si alzò in piedi, a dir poco furibondo.

Vibrarono i calici, sussultarono gli alleati, e le occhiate omicida di papà che ardevano, come braci.

Ma non si fermò, anzi, espresse tutto il suo disappunto.

Dovette usare però, parole poco carine, per non far denudare la sua più grande debolezza.

"No. Lei va via, è una serva." Ringhiò, con la voce da ragazzo dodicenne, che ormai stava sfumando, lasciando lentamente spazio ad una più roca.