Capitolo 4

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"𝑳𝒂 𝒕𝒖𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒎𝒊 𝒇𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒍'𝒂𝒖𝒕𝒖𝒏𝒏𝒐 𝒇𝒂 𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒃𝒆𝒓𝒊.
𝑻𝒖 𝒎𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒅𝒊𝒓𝒎𝒊 𝒄𝒊𝒂𝒐,
𝒆 𝒊 𝒎𝒊𝒆𝒊 𝒗𝒆𝒔𝒕𝒊𝒕𝒊 𝒄𝒂𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒏𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆."
𝑹𝒖𝒑𝒊 𝑲𝒂𝒖𝒓.

Il mattino dopo alle sei e trenta sono già in tenuta sportiva e corro per il campus. La musica è a tutto volume, l'aria frizzante mi solletica il viso, settimo ed ultimo giro poi torno al dormitorio.
Si, sono in fissa col numero sette, è una sorta di numero fortunato per me.
Mi illudo che sia così per sentirmi più "tranquilla".
Faccio una doccia veloce, raccolgo i lunghi capelli in una coda alta, applico un velo di mascara indosso short, t-shirt, dr Martens, giacca di pelle, prendo la borsa e mi fiondo a lezione. È come vivere lo stesso giorno per la milionesima volta, vita piatta, sempre nella medesima città, senza contatti con il mondo, niente social, niente gite fuori porto. Niente di niente. Solo un loop.

Dopo due ore di matematica, ho il cervello in fumo, raggiungo l'aula di fotografia e mi siedo al solito posto, ultimo banco vicino alla finestra.
«Buon giorno ragazzi, avete cominciato a lavorare sul progetto? Oggi faremo un'analisi emozionale per abituarci all'idea di trasformare ciò che vediamo associandolo alle nostre emozioni. »
Mi inflaccidisco su me stessa quasi a voler sprofondare nella sedia.
Lavorare... non ho nemmeno raccolto le idee, e soprattutto non ho ancora la macchina fotografica.
«Bene, cominciamo con questa diapositiva.» Afferma mentre si abbassano le luci.
«Scusate il ritardo »Una voce si libra nell'aria catturando la mia attenzione.
Giro svogliatamente la testa, è Chris, non scherzava quando ha detto di essersi iscritto al corso.
La professoressa gli fa un'occhiataccia. «Signor??»
Sorride candidamente. «Miller, Christian Miller.»
«Signor Miller, è già un miracolo che lei sia riuscito a farsi inserire nel corso a metà semestre, mi aspetto quantomeno che arrivi puntuale!» Esclama la professoressa infastidita per l'interruzione.
«Lo farò! »
«Si cerchi un posto e cominciamo.»
Chris perlustra l'aula con lo sguardo, sembra cercare qualcosa.
Stupida! Cerca me. Metto una mano sulla fronte per nascondermi scuotendo la testa.
Si siede al banco accanto al mio, mi guarda sfoggiando il suo miglior sorriso, di risposta arriccio il naso in una smorfia tedia.
Ci mancava solo lui, adesso mi fisserà tutto il tempo!
«Ciao!» Bisbiglia con voce profonda e ammiccante.
Spalanco la bocca.«Sta zitto e non guardarmi, per te non esisto!» Ringhio portando la mia attenzione verso la cattedra.
Il muro s' illumina, la fotografia che la professoressa ci mostra raffigura il mare, non riesco a concentrarmi su di essa sapendo che il suo sguardo è su di me.

La lezione d'un tratto è noiosa, mi sento infastidita, i commenti dei miei compagni, gli occhi costantemente puntati addosso, un senso di oppressione mi pervade, trovo conforto guardando fuori dalla finestra e mi perdo tra i colori della natura.
«Signorina Lee..»
Sobbalzo portando su di lei la mia attenzione.
Continua. «Vuole dirci cosa pensa lei della diapositiva o preferisce continuare a guardare il campus?»

Brutta stronza!

Accenno un finto sorriso. «È solo una chiazza che rappresenta l'acqua.» Bofonchio.
«Sono sicura che può fare meglio di così!»
È ufficiale ho appena aggiunto anche la professoressa Stevens alla lista immaginaria delle persone che odio.
«Mare, onde, un bel casino.»
«Si può sapere cosa la disturba oggi? Ha appena elencato ciò che vediamo tutti,vada più a fondo.»
Le rinnovo un sorriso a denti stretti, prendo fiato e fissando la fotografia faccio la mia analisi emozionale.
«Io vedo la disperazione, il caos nella parte alta delle onde, la quiete dell'acqua sottostante sembra non avvertire la passione delle onde. Schizzi ancorati sugli scogli come a volerli possedere, si aggrappano alle rocce ma subito scivolano via tra le increspature dei colori che si scontrano e si fondono tra di loro..
Impeto, frenesia, delirio ma anche tristezza, malinconia, tormento.»
È calato il silenzio e non me ne sono accorta, ho gli sguardi dell'intera classe addosso. Deglutisco e porto gli occhi su di lei nella speranza che non mi chieda altro, non so se sembra più colpita, o scioccata. «Una descrizione molto particolare ed accattivante signorina Lee.»
Quando la lezione finisce tiro un sospiro di sollievo, esco dall'aula e mi avvio verso la mensa, Chris mi raggiunge, è entusiasta del progetto della prof Stevens.

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora