Capitolo 5

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"𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒊𝒐𝒈𝒈𝒊𝒂.
𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒆𝒔𝒑𝒆𝒓𝒊𝒆𝒏𝒛𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒊𝒗𝒊𝒂𝒎𝒐.
𝑪𝒐𝒓𝒑𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊 𝒂𝒅𝒂𝒕𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒎𝒆 𝒔𝒖 𝒄𝒖𝒊 𝒔'𝒊𝒏𝒇𝒓𝒂𝒏𝒈𝒐𝒏𝒐."
𝑳.𝑲.𝑪𝒐𝒍𝒍𝒆𝒏

Sono già sveglia da un po', non ho avuto il coraggio di guardare l'orologio, mi godo il rumore delle gocce che s'infrangono contro i vetri della finestra. Sono ancora a letto, fuori diluvia e per quanto io ami la pioggia, oggi è un giorno no, vorrei solo dormire. Far venire giù il cielo è tutte le sue nuvole dalle strane forme.
Io e la pioggia abbiamo un legame speciale, mi porta sempre qualcosa, cose belle poche, più che altro cattive notizie, sbagli, malinconia. Ma io e lei continuiamo a danzare insieme e ad amarci nonostante tutto.
Spengo la sveglia e tiro le coperte fin sopra la testa. Rimango tra veglia e sonno per almeno un'ora.
«Stef, Stef ci sei?»
Le grida di Vanessa potrebbero svegliare i morti e costringerli a suicidarsi l'attimo dopo aver aperto gli occhi.
«Sono in camera mia Vanessa, smettila di gracchiare!» Esclamo seccata.
Spalanca la porta. «C'è il figo per te alla porta!»
Scatto seduta nelle lenzuola. «Chi?» Chiedo sottovoce mezza addormentata.
Alza e abbassa le sopracciglia alludendo a qualcosa che solo lei capisce, quindi ripeto. «Chi?»
«Christian Miller.» Borbotta come se fosse ovvio con un tono di voce decisamente troppo alto.
«Shhh, potresti bisbigliare? Digli che sono sotto la doccia.»
«Troppo tardi!» Esclama Vanessa allargando le braccia.
Chris è dietro di lei, entra in camera mia e chiude la porta alle sue spalle.
Affondo la testa all'indietro nel cuscino. «Perfetto!Sapevo che sarebbe stata una giornata di merda.» Mormoro.
«Buon giorno splendore!» Esclama entusiasta.
Cominciamo bene! Rimango distesa nel letto infastidita.
«Cosa ci fai qui a quest'ora del mattino Chris?» Chiedo con tono sufficiente.
Avanza lentamente verso di me con le mani dietro la schiena, incuriosita faccio capolino, ma lui si blocca.
«Non muoverti!» Ordina.
Mi sollevo leggermente per avere una visuale migliore, metto le braccia conserte ostentando la mia sicurezza.
'Click. '
Spalanco la bocca tirando il respiro per lo stupore. «Mi hai appena scattato una foto?»
Fa spallucce mentre sventola l'istantanea che mi ha rubato un attimo prima.
«Sei venuta bene!» Ride di me come se fossi la cosa più buffa che abbia mai visto, mi alzo e gli salto dietro la schiena per strappargliela via.
«Dammela subito!»
Con le gambe gli accerchio i fianchi sporgendo le mani per afferrare la fotografia.
«Hey, hey, hey calma, questa la tengo io. Ma, ho una cosa per te.»
Mi fermo, giusto il tempo di capire se sta bluffando, apre la zip della sua giacca di pelle e tira fuori una scatola incartata con cura.
«Non è il mio compleanno oggi!» Gli dico ancora avvinghiata a lui, con la testa nella cavità tra il suo collo e la spalla.
Sposta il viso in direzione delle mie labbra. «E quand'è?»
Si sporge per baciarmi, mi ritraggo borbottando. «Mai.»
Scendo flebilmente dalla sua schiena si volta e ci ritroviamo uno di fronte all'altro, gli occhi cadono sulla buffa carta con cui è stata impacchettata la scatola. Me la porge gentilmente.
Alzo un sopracciglio.«Orsacchiotti rosa, sei serio?» Domando senza riuscire a trattenere le risate.
«Si, orsacchiotti rosa!» Bisbiglia in un sorriso.«Aprilo! »
Sfilo via il fiocco e strappo la carta.
«È una polaroid!» Esclamo attonita.
«Così puoi vendicarti.»Dice facendomi l'occhiolino.
Mi avvicino alla scrivania e tiro fuori la macchina fotografica dalla confezione.«È molto bella, ma non posso accettare!»
«Non ti piace il colore?»
Passo le dita sulla sagoma dell'apparecchio.«No, in realtà nero è il colore giusto.»
Incrocia le braccia. «Qual' è il problema allora?»

Si, qual ' è il problema Stef?

Il problema è che non sei altro che il tipo sconosciuto che ultimamente mi perseguita, quello che vuole qualcosa che io non posso dargli...

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora