Capitolo 9

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Alle prime luci dell'alba sgattaiolo dal letto per fare una doccia e lavare l'angoscia che tutta la notte ho provato. L'acqua tiepida fluisce sul mio corpo, chiudo gli occhi, sono in un altro posto.

Sono su una montagna altissima, ad un passo da me solo il buio, muovo un piede in avanti e la terra rocciosa frana sotto di me, prendo in dentro l'aria, l'adrenalina mi scorre nelle vene, un passo, soltanto uno e la pena svanirebbe. Compio quel passo cadendo nel nulla, posso quasi sentire l'aria soffiarmi addosso. Scendo sempre più giù, sempre più veloce, abbandonandomi completamente al vuoto.
«Stefanie la porta è chiusa a chiave. Mi fai entrare?»
Sobbalzo e immediatamente, ritorno al presente. «Un attimo...»
Infilo un asciugamano, giro la chiave e comincio a pettinare i capelli davanti allo specchio fingendo di non aver appena immaginato il mio suicidio.
«Puoi entrare.» Bofonchio.
Apre e mi guarda appoggiato sullo stipite della porta, non mi volto, sento i suoi passi, si ferma dietro di me e inclina la testa per baciarmi una guancia.
«Buon giorno.» Sussurra.
«Si, anche a te.» Farfuglio.
Tocca la spazzola che ho nelle mani. «Posso?»
Annuisco, pulisce il vapore dallo specchio con una mano e comincia a pettinarmi.
«Mi piacciono molto i tuoi lunghi capelli, mi piacciono le sfumature nocciola che riflettono la luce. »
Sospiro in un misto di imbarazzo e inadeguatezza.
«Ho fatto qualcosa che ti ha disturbato?»
Scuoto la testa.
«È per quello che ci siamo detti ieri sera?»
Piego le spalle non trovando una giustificazione per il mio malessere.
Lui continua. «Questo pomeriggio ho la gara di nuoto, mi piacerebbe vederti sugli spalti.»
«Okay.» Sibilo ad occhi bassi.
Sospira. «Okay...»
Mi serra in un abbraccio che mi fa perdere un battito, sussurra al mio orecchio. «Faccio una doccia e mi tolgo dai piedi.»
«Perfetto..» Asserisco tirando un sospiro di sollievo. Socchiude gli occhi deluso. Così provo inutilmente a correggere la mia affermazione. «Io mi vesto e vado a lezione, sono in ritardo.»
Esco di fretta dal bagno e faccio come gli ho detto, afferro borsa e polaroid e vado via. Mi dirigo verso il campus, cercando tra la folla di ragazzi qualche scatto da rubare per il compito. Intravedo Olly in caffetteria e la raggiungo.
«Ciao.» Sospiro con voce sommessa.
«Stef, niente corsa stamattina?»
Faccio spallucce«No, niente corsa ieri, niente corsa stamattina. È tutto un macello. » Asserisco frustrata. «Posso sedermi?» Le domando.
«Certo.» Risponde invitandomi ad accomodarmi sulla sedia vuota di fronte a lei.
Ho bisogno di parlare con qualcuno, prima che il cervello mi vada in fumo.
«Allora, come stai stamattina?» Chiedo.
Inarca le sopracciglia. «Io sto bene Stefanie, perché? »
Prendo un respiro e dico tutto d'un fiato. «Stanotte Chris ha dormito da me... di nuovo.»
«E non volevi?»
Sbuffo infastidita dalla sua domanda e dai miei pensieri.
Tra i denti confesso. «Non capisci, ha portato da me uno zaino con alcune cose sue, maglie, bermuda e solo lui sa cos'altro!»
Beve un sorso di caffè tranquilla, come se le avessi appena detto che fuori c'è il sole.
Ripone lentamente la tazza sulla tavola e guardandomi dritta negli occhi esclama.
«E??»
Spalanco la bocca incredula. «Tutto qui? Te ne esci con un e? Potrebbe essere un maniaco, uno stupratore o un assassino.»
Alza una sopracciglia. «Ha abusato di te in qualche modo?»
Scuoto la testa, lui non è nulla di ciò che ho detto.«No, Dio no.»
Riprende a sorseggiare il suo caffè con una calma snervante. «A me piace Chris, faccio il tifo per lui!»
Sgrano gli occhi. «È questo il punto Olly.»
«Che piace anche a te?»
Mi porto la faccia tra le mani. «È bello Olly, è un figo da paura! Non è questo..» Provo ad ingoiare le parole che stanno per arrivare alla mia bocca, ma escono comunque, con non poca esitazione. «È che... con lui... sto bene... »
«E...?? »
«Quando mi tocca io sento una strana sensazione..» Rispondo avvilita.
Mi scruta attentamente. «Che tipo di sensazione? »
Scrollo tutto il corpo esasperata e sussurro. «Sento la mia pelle sciogliersi sotto le sue mani, ed io, io non lo posso sopportare. Solo io devo avere il controllo sul mio corpo!»
Batte le mani raggiante. Ti ha fregata amica mia! »
Le rivolgo una smorfia spazientita. «Che? »
«Sei cotta! I tuoi giorni bui sono finiti, lui sta arrivando al tuo cuore.»
Le faccio una faccia schifata. «Non dire stronzate! Lui mi confonde con i suoi modi gentili, il suo rispetto, è terribilmente fastidioso.»
«Si certo, ci sei andata a letto? »
Il mio volto stranamente avvampa diventando caldo di colpo. «No!»
Mi scruta con gli occhi a fessura. «No!?» Si accarezza il mento e ripete più volte il mio no, poi riprende con tono provocatorio. «Non ci ha provato, ecco è questo il suo difetto, forse è gay! Meglio, così puoi togliertelo dai piedi subito. Peccato.« Sbadiglia.
Comincio a raccontare. «In realtà la prima volta... »
Quasi si strozza con il caffè e ne sputa un po' dalla bocca, strabuzzando gli occhi m'interrompe con foga. «Quante volte ci sono state? »
«La prima volta, mi ha rifiutata. Ero ubriaca, bla bla, non ha voluto, le altre sono io ad averlo rifiutato.»
«Tu, Perché avresti dovuto? è un figo l'hai detto poco fa!»
«Perché..»Prendo un respiro profondo parlando tutto d'un fiato. «Perché Chris è Chris! Poi ha cominciato a sparare cazzate su cazzate, dicendo di non volere solo sesso. Ma mi dici che posso dargli se non sesso?»
«Lui ti piace.»
«No.»
«Hai ragione, non ti piace soltanto, te ne stai innamorando. »
«Non è vero»
«Lo è. Lo sai anche tu, per questo sei così spaventata.»
«Sai che c'è?»
Inclina la testa come a chiedere cosa.
«Non ti parlerò mai più di lui. Usi la psicologia inversa per farmi dire cose che altrimenti non ti racconterei e sei..
Noiosa, credi di potermi giudicare solo perché la mia unica relazione è stata tossica. Pensi di essere migliore perché la tua è stabile? IO NON SONO INNAMORATA. Solo tu potevi cadere in quella trappola.»
Mi guarda con tono rabbioso sbattendo una mano sul tavolo. «Stef adesso basta! Hai rotto il cazzo tu e tutto il tormento che ti porti dietro! Sei bloccata da tre anni, la morte dei tuoi genitori ti ha sconvolta, hai ragione! Mark ti ha distrutta, ma hai sofferto abbastanza! Adesso hai l'occasione di voltare pagina. Se non lo fai sei una stupida! »
Spalanco la bocca adirata, mai mi sarei aspettata che Olly tirasse in ballo la morte dei miei per spingermi verso un uomo.
«Loro non devi nominali, mai! Ho sbagliato io a parlare di questa cosa. Sei sempre tra i piedi a giudicare le mie scelte, forse la tua vita è troppo piatta? Stammi lontana Olly. Dico sul serio, non ho bisogno di te. Io non ho bisogno di nessuno! » Mi alzo fissandola per una manciata di secondi, afferro la borsa e vado via.
Grida forte dietro di me. «Questa cosa Stef, davvero? Non riesci nemmeno a darle un nome! »
La ignoro, sono furiosa! Cosa pensa di ottenere con tutte quelle domande?
Vado in classe, per tutta la durata delle lezioni penso alla gara di Chris, forse se non ci andassi sarebbe così deluso da non farsi più vedere ed io potrei riprendere la mia solita vita di vuoto e sbagli.
Se solo sapessi cosa voglio davvero...
Mi ritrovo a bighellonare per il campus per un tempo indefinito, arrovellandomi sul da farsi.
Non riesco a prendere una decisione e continuo a vagare, il cellulare non smette di vibrare, Olly mi tempesta di chiamate, non mi va di parlare, sono già abbastanza irritata. Senza volere mi ritrovo fuori al campo sportivo, c'è poca gente, mi guardo intorno fino a quando non mi sento chiamare.
«Ciao!» Amber mi fa un cenno, alzo la mano per ricambiare quello strano saluto.
«Aspetta!» Mi raggiunge sorridendo. «Sei venuta! Chris ci sperava tanto! Non ci siamo mai presentate, sono Amber. »
«So chi sei.» Bofonchio. Guardo la sua mano tesa a mezz'aria, l'afferro. «Stefanie.»
Si gratta la testa imbarazzata. «Volevo scusarmi per l'altro giorno, sono stata impulsiva e sono giunta a conclusioni affrettate. È un periodo strano per tutti.»
«Hai detto quello che pensavi.» Faccio per andare via.
«Sono stata precipitosa, dopo aver detto della finta relazione, il padre di Christian l'ha buttato fuori di casa..» Mi volto per guardarla, continua. «Poi c'è stata la rissa...»
Annuisco, non credevo che i genitori l'avessero presa così male.
«Ho saputo che sta da te adesso!»
«Si, da un paio di giorni.»
Sono infastidita dalle parole di questa sconosciuta, mi guarda sorridente e sa tutto quello che succede nella vita di Chris.
«Dai entriamo stanno per cominciare!»
Mi Mette una mano dietro la schiena e comincia a camminare accompagnando i miei passi.
«Che fai? Io non entro! »
«Perché?» Domanda sbattendo le sue folte ciglia.
Rimango in silenzio, chiedendo a me stessa se davvero ho deciso di non entrare.
«Per favore, non farti pregare.«
Riprendo a camminare accanto a lei. Quando siamo davanti all'entrata della piscina, mi prende una sensazione di dolore allo stomaco, il respiro si fa pesante. «Non posso entrare, mi dispiace.»
Amber mi osserva stranita. «È un periodo no per Chris, non c'è nessuno della sua famiglia, ci tiene molto a te..»
Cerco dentro di me un motivo per andare via, fino a poco fa ne contavo almeno cinque, adesso non me ne viene in mente nessuno. Tormento le mani cercando il coraggio, prendo un respiro profondo ed entriamo.
È pieno di persone, i nuotatori sono già tutti in posizione, mi prende una mano indicando gli spalti. «Vieni, sediamoci lì così ti presento gli altri!»
Scuoto la testa. «Sto bene dove sto.»
«Ma da qui Chris non riuscirà a vederti!» Dice con un tono lagnoso.
Le rivolgo un'occhiata fredda. «Ho detto che va bene così!»
Sbatte le ciglia delusa. «Se cambi idea io sono lì sul terzo scalino.» Afferma spiazzata.
Annuisco. Cerco Christian con lo sguardo tra i nuotatori in posizione, quando i miei occhi si posano su di lui sento il cuore sciogliersi.
È lì immobile, bellissimo, concentrato, la testa alta guarda dritto davanti a sé, ha tutti i muscoli tesi e ostenta sicurezza.
Il suono del fischietto rimbomba, si tuffa, percorre la corsia a grandi bracciante, tocca il muretto e riparte, di nuovo tocca il muretto e riparte. Nessuna competizione è avanti a tutti gli avversari, vince.
Esco prima che possa vedermi, e torno al dormitorio, Vanessa sta dando uno dei suoi soliti festini, c'è profumo di alcol e fumo persino dentro la mia camera. Sono tentata di bussare alla sua porta e bere fino a dimenticare anche il mio nome, cerco di spostare i miei pensieri su altro. Ho bisogno di distrarmi, comincio a pulire la camera, fino a quando non arrivo alla scrivania, ci sono le cose di Chris sistemate in un angolo. Accanto c'è la foto che gli ho scattato qualche giorno prima. Le mie labbra sorridono, le sfioro delicatamente con le dita.

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora