"𝑳𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒂𝒏𝒏𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂𝒕𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐𝒔𝒆.
𝑺𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓 𝒔𝒐𝒑𝒓𝒂𝒗𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆."
𝑱.𝑯𝒂𝒓𝒕.Da quanto sono chiusa qui dentro?
La camera è buia, le tende sono tirate in modo da oscurare la luce. Passo tutto il tempo a letto, non riesco nemmeno a fissare il soffitto, ogni stella è un promemoria di quello che non so dare, di quello che non so dire, così mi giro e rigiro tra le lenzuola che profumano di lui. Dormo, mi sveglio, mangio uno snack, penso, ripenso.
La cosa più strana è che sento.
Sento qualsiasi cosa, vengo continuamente sopraffatta da sensazioni che non credevo di poter provare, sensazioni a cui non so dare un nome, come se qualcuno mi avesse rovistato nelle viscere. Come se avessero scavato, tolto e rimesso tutto alla rinfusa.Dolore?
Si.
Dolore e sollievo...
Credo.
Dolore per aver ferito con il mio silenzio, sollievo per aver scoperto di essere viva.
Sono viva, dentro di me qualcosa funziona ancora, posso sentire tutto.
Confusione...
Ogni volta che chiudo gli occhi risuonano nella mia mente quelle parole, così forti.Ti amo.
Devo sapere cosa provi.
Voglio che sia tu a volermi.
E io?
Vattene.
Non guardarmi.
Non toccarmi.
Dimenticami.
Non volevo questo. Volevo che restasse, che mi guardasse teneramente, e mi stringesse. Ma non sono brava a sistemare le cose, e mi fanno male le gambe per correre da lui.
Ho digitato i numeri sul mio cellulare un milione di volte, altrettante li ho cancellati riponendo il telefono nel cassetto, fino a quando ho premuto il tasto verde, mi è costato molto farlo, Dio se mi è costato. L'ho fatto pur non sapendo cosa dire, dall'altro lato, solo squilli misti al rimbombo frenetico del mio cuore.
Non ha risposto nessuno.
Ogni volta che il mio telefono squilla sussulto, non c'è mai il suo nome sul display. Olly mi ha tempestato di chiamate, le ho detto di avere l'influenza, così da non trovarmela tra i piedi. Da non dover parlare, da non dover spiegare, da non dover capire.
I fatti sono questi, non ho più Chris, non ho più un lavoro, non ho interesse ad alzarmi dal letto.
Bussano forte alla porta.
«Stef! Apri!» Olly grida come un'indemoniata.
Bofonchio. «Sto ancora male Olly vattene via!»
«Stefanie apri questa cazzo di porta o ti giuro che la butto giù!»È sempre la solita testarda rompi palle.
«Sono contagiosa, ti chiamo più tardi!» Dico in un lamento.
Comincia a prendere a pugni il legno, è completamente fuori di testa. «Sono cinque giorni..» Sbatte forte contro la porta e continua con voce affannata. «Che sei chiusa lì dentro..»
Tra un tonfo e l'altro mi alzo dal letto, vado verso la porta indugiando.
Da un'altra spallata credo. «Butto giù la porta!»
Poggio la mano sulla maniglia.
«Mi hai sentita? Butto giù la porta!»
Apro.
Mi guarda sconvolta con gli occhi umidi, la sua mano mi accarezza una guancia. «Cosa ti è successo?»
Accenno un sorriso di circostanza, ho gli occhi velati dalle lacrime che ancora, a stento, riesco a trattenere. Mi scosto e le lascio spazio facendole cenno con la testa. «Entra.»
Vado alla finestra ed apro le tende, i suoi occhi vanno in giro per la camera sconvolti. «Cosa è successo in questa stanza?» Mi tocca il viso come se si volesse accertare che sono viva e non un fantasma. «Sei pallida! Da quanto non mangi? Che cazzo Stef dovevi chiamarmi, sarei arrivata subito!»
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Tra le crepe del mio cuore
RomanceStefanie è una bellissima ragazza, ha vent'anni ed è cresciuta a San Diego in California. Ha un passato burrascoso che le ha cambiato il modo di guardare la vita. Due anni fa si è trasferita a Santa Clara con la sua migliore amica Olly. Il dolore...