Capitolo 21 parte 1

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"𝑪𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒛𝒛𝒊 𝒅𝒊 𝒎𝒆 𝒅𝒂𝒑𝒑𝒆𝒓𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐.
𝑷𝒆𝒓 𝒓𝒊𝒆𝒎𝒑𝒊𝒓𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒊 𝒃𝒖𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒖𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐,
𝒉𝒐 𝒖𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒊 𝒎𝒊𝒆𝒊 𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒊."

𝐋.𝑲. 𝑪𝒐𝒍𝒍𝒆𝒏.

È il giorno.
Sono riversa sul pavimento, di nuovo.
A quanto pare ci sono rimasta tutta la notte. Mi alzo flemmaticamente, occhi stretti ,gambe tremolanti. Ho la strana e insopportabile sensazione di essere stata cullata, o accarezzata da qualcuno.

Prendo il cellulare, cerco le parti che mancano e lo assemblo.
Come sia potuta balzare la batteria vicino alla finestra davvero non lo ricordo. Tasto accendi, miracolo, funziona ancora. Ho mal di testa per la sbronza e lo stomaco sotto sopra. Potrei prendere un analgesico, ma so che non basterebbe. Sono talmente intontita da non capire esattamente cosa sto facendo. Infondo, cosa importa, anche quando lo so, non cambia molto.
I piedi mi conducono al letto, mi accovaccio flebilmente, a fatica tiro fuori la scatola. Quella scatola... La apro. Lì, nascosto sul fondo dentro ad un calzino, c'è il coraggio di cui ho bisogno.

Srotolo il calzino goffamente, ho le mani che tremano senza motivo, tiro fuori la bustina. La fisso impassibile per una manciata di secondi. Indugio, poi prendo un respiro profondo.
Mi dirigo verso la scrivania, scaravento sul pavimento tutto quello che vi è sopra, i libri, gli oggetti di cancelleria e passo una mano sul legno, faccio cadere un po' di polvere bianca. La sistemo con le dita come fosse una scia. Una lunga scia bianca e sottile. Otturo una narice, accosto la testa sul legno e tiro su. Stringo gli occhi. Ancora una volta.
Era più di un anno che non toccavo questa roba, avevo dimenticato come mi fa sentire.. Chiudo la bustina accuratamente, ne ho lasciato un po' per stasera, devo essere al meglio, spietata ,non voglio assolutamente avere ripensamenti. Lavo il viso senza soffermarmi più di tanto sul mio riflesso.

'Mon amour petit a petit.'

Rimbomba nella mia mente.

Mamma ti prego, oggi, almeno oggi, lascia le tue paroline fuori dalla mia testa, dai miei pensieri.

Temporeggio sul da farsi. Sono due ,o solo una? Non lo so, non so più niente. Oggi sono completamente da sola, persino le voci mi hanno abbandonata.

Indosso un jeans e una maglia a caso. Metto degli occhiali da sole talmente grandi che potrebbero quasi a coprire anche i miei peccati, e vado a lezione.

Una sola idea nella mia mente, quella di vederlo a pezzi.

Le ore, i minuti, i secondi, hanno un' unica costante, il ticchettio dell'orologio.

Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.

Per la prima ora di lezione.

Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.

Per la seconda e così via per quelle a seguire.

Prendo un piatto di pasta a mensa.

Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.Tic tac.

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora