Capitolo 29.

89 4 0
                                    


𝑪𝒉𝒓𝒊𝒔.

"𝑳𝒆𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒆𝒓𝒂 𝒎𝒂𝒕𝒕𝒂,
𝒆𝒓𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐
𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝑫𝒊𝒐,
𝒔𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂
𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒕𝒆 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒆 𝒔𝒆𝒓𝒊𝒆,
𝒈𝒍𝒊 𝒆𝒓𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒖𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒂 𝒑𝒐𝒆𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒆
𝒍'𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒂."

𝑪𝒉𝒂𝒓𝒍𝒆𝒔 𝑩𝒖𝒌𝒐𝒘𝒔𝒌𝒊.


È notte fonda quando mi giro dall'altra parte del letto per avvolgere le braccia intorno al corpo della mia Stefanie, un gesto che ormai mi viene naturale da quando ha deciso di darmi un piccolo spazio nella sua vita.
Stanotte allungando la mano ho trovato il freddo delle lenzuola, così in un torpore confuso ho passato al setaccio la stanza con gli occhi, quando ho visto che non c'era il mio cuore ha perso un battito. Di colpo sono saltato giù dal letto in preda al panico e, l'ho vista, riversa sul pavimento, aggrappata ad esso come chi sta scalando una montagna e non sa più dove mettere i piedi.
«Stefanie...» In un filo di voce la chiamo, torreggio intorno alla sagoma inerme, ha gli occhi fissi nel vuoto, credo non si sia accorta che sono davanti a lei. Il respiro è ansante, così a grandi passi spalanco la finestra per far entrare aria pulita.
«Stefanie cos'hai?» Continuo a chiedere, ma sembra essere da un'altra parte, vista da qui pare una fata con le ali spezzate.
Un angelo ch'é stato strappato dal paradiso e gettato dritto all'inferno. Un'anima che ha visto troppe guerre, un corpo che ha cambiato la buccia per adattarsi ai duri colpi della vita.

Amore mio lasciami ricucire col filo invisibile del mio amore i tuoi squarci, permettimi di rattoppare le tue ferite con la mia pelle.
Hai bisogno di un cuore nuovo? Strappalo via e dallo a me, lo guarirò con il soffio del mio fiato, togliendo una ad una le spine conficcate all'interno, bacerò il sangue che scivola via per risanarlo e se non dovesse bastare, prendi il mio. Prendi anche il mio respiro, perché vederti in queste condizioni mi squarcia in due.

Mi accovaccio per sostarle una ciocca di capelli che le ricopre una parte del viso.
Continuo ad accarezzarla.
«Hey..» bisbiglio piano, «è tutt'okay.. » Con un avanzare lento e cauto, mi distendo accanto a lei, poggio il petto contro la sua schiena e sussurro piano. «Lo senti il battito del mio cuore?»
Risponde con un movimento del capo quasi impercettibile. «Okay, concentrati su di lui..»
Le accarezzo i capelli flebilmente con tutta la dolcezza che riesco a riservare solo a lei, il respiro a poco a poco comincia a regolarizzarsi, le sussurro di continuo. «Ci sono io, va tutto bene..»
Ad un tratto, in un singhiozzo accompagnato da uno spasmo si calma, il corpo non è più teso come una corda di violino, si rilassa come se avesse ripreso a respirare.
Restiamo fermi in quell'abbraccio per un po' in dormiveglia, alle prime luci dell'alba le infilo un braccio dietro al collo e l'altro sotto la piega delle ginocchia per rimetterla a letto. Chiudo la finestra e le tende per impedire ai raggi del sole di annunciare il nuovo giorno e mi stendo accanto a lei, semplicemente la guardo dormire.

Ho il cuore in mille pezzi. Io non solo la vedo, la osservo, percepisco quanto sta lottando. Fa fatica a liberarsi da tutto quello che la tormentata, credo che ci stia provando con tutte le sue forze, è come intrappolata, il bozzolo che ha costruito ha pareti troppo spesse, deve solo trovare il punto giusto da crepare per venire fuori e volare libera come una farfalla.

«Hey..» Bisbiglio osservando la premura con cui si guarda intorno. Tira in su un angolo delle labbra nel vano tentativo di rassicurarmi. Le avvolgo un braccio intorno al corpo stringendola a me, non oppone resistenza, si lascia trascinare verso il mio corpo flebilmente.
Il silenzio è il suo posto sicuro, non posso chiedere nulla, rischierei di sgretolare l'equilibrio di cristallo che abbiamo creato in quest'ultima settimana.
Accoccola la testa nell'incavo tra il mio collo e la spalla per inspirare sulla mia pelle profondamente.
Ne approfitto per amarla con le parole. «Sai, qualcuno una volta ha detto che gli abbracci sono così belli perché a destra non avendo un cuore ti senti vuoto, abbracciando qualcuno invece senti un cuore su ogni lato..»
Alza la testa per guardarmi negli occhi. «Chi l'ha detto?»Domanda.
Piego leggermente le spalle. «Lo diceva mia madre, pare fosse il verso di una poesia araba..»
«Il cuore non è a sinistra, ma al centro, rivolto leggermente verso sinistra.» Bisbiglia interrompendomi.
La sua schiettezza è spesso pungente, non mi aspettavo di certo che rispondesse con qualche romanticheria, so bene che non è da lei, anche se il suo non avere filtri è talvolta disarmante.
Decido quindi di stare al suo gioco chiedendole in tono quasi scherzoso.«Chi l'ha detto? »
«Mio padre e i suoi libri di medicina.» Bofonchia nascondendo nuovamente il viso nel mio collo.

Tra le crepe del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora