Il Processo (Parte 31)

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Teynla passo giorni ad aspettare il processo del fratello, era nello sconforto più totale, suo fratello Jaime la confortava ma con poco successo.

Era furibonda, sentiva che avrebbe distrutto una montagna, avrebbe voluto montare su Kelliax e disintegrare il trono di spade, ma poi ricordava che a suo malgrado che quel oggetto terrificata a qui era stranamente devota faceva parte del gioco, e lei amava quel mortale gioco, come Tyrion.

E se Tyrion avesse reclamato il processo per singolar tenzone si sarebbe battuta per lui, sarebbe morta per il fratello, perché come dicava Tywin Lannister - è la famiglia che sopravvive, l'unica cosa che resiste.

E Teynla sarebbe morta per ogni membro della sua famiglia, anche il più abbietto, arrogante, e detestabile; gli amava tutti. Anche se la leonessa era solo per metà Lannister, il suo ruggito sarebbe stato quello più forte.

Teynla si allenava senza sosta era diventata molto più forte imperscrutabile, pragmatica. Sentiva la morte e il tradimento straisciare per approdo del re, ma la morte era sua vecchia amica, e lei non aveva paura degli dei. Era anche riuscita a cavalcare Kelliax, come se la sua draghessa sentisse che finalmente il suo cavaliere era pronto, e quando la leonessa senti il legame che la uni al drago, capi la potenza, finalmente la comprese, lei era la sua Kelliax, come Kelliax era lei.

La leonessa risparmiava le parole, la corte l'aveva stufata sentiva che se avesse parlato avrebbe dato voce ai suoi pensieri di morte e distruzione

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La leonessa risparmiava le parole, la corte l'aveva stufata sentiva che se avesse parlato avrebbe dato voce ai suoi pensieri di morte e distruzione. La furia gelida e il desiderio di primordiale vendetta guidavano i suoi passi e movimenti, e la cosa si vedeva.

Le uniche persone a qui donava le sue attenzioni erano il marito e i due fratelli.
Ma la donna non si risparmiava nel parlare col ragno tessitore, parlavamo a voce bassa lontani dagli sguardi ma si sapeva che la leonessa, non era solo una semplice giocatrice.

A Teynla interesso la fuga di Sansa, almeno qualcuno aveva seguito un suo consiglio, pregava che quella ragazza vivesse in pace, si era presa cura di lei aveva provato a proteggerla e finché ne sarebbe stata in grado avrebbe ucciso chiunque avesse osato farle del male.

Era appena smontata da Kelliax, si sarebbe allenata con la spada. Accarezzò il drago, per un attimo in pace, anche se le sensazioni che provava, la voglia di vendetta le davano particolare forza e percepiva che quei sentimenti erano la nascita di quel mondo, poiché da cosa nasce un mondo così abbietto se non dalla rabbia e dalla vendetta. Passo una mano lungo le scaglie della draghessa che ruggì lamentosa come se volesse avvertirla di qualcosa.

Teynla sentì gli zoccoli di un cavallo, mentre Kelliax tornava in cielo volteggiando e ruggendo.

Terrax ed Aurion erano partiti per una faccenda diplomatica, ormai da mesi, il Sothorios era instabile, l'arcipelago del basilisco (il loro dominio) era stato minacciato.

Un messaggero o meglio una sua spia corse da lei sussurrandole al orecchio, il viso della donna muto in furia.

Così com'era: sudata con abiti da caccia chiamo il drago a terra, rimontandoci sopra, sorvolò la città atterrando nel cortile del castello, spalancando le porte della sala ed entrando al processo del fratello.

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