Prologo

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Per prima cosa sono arrivati i terremoti. Scosse di magnitudo così forti da far crollare intere città nel buio in pochi secondi. Le persone correvano per strada in cerca di un rifugio sicuro, in cerca di salvezza, ma dov'è un posto sicuro quando il terreno sotto i tuoi piedi continua a franare e ad aprirsi in enormi voragini in grado di risucchiare grattacieli interi?

E questo solo nelle zone interne. Le scosse avevano agitato i mari e gli oceani, creando onde altissime, anche oltre i cento metri che si sono abbattute sulle coste radendole al suolo.

Le scosse sono durate per nove giorni e otto notti, andando pian piano ad aumentare il lasso di tempo tra una scossa e l'altra.

Si stima che le vittime della prima catastrofe si aggirino intorno ai due miliardi, due miliardi e mezzo.

Nessuno sapeva dove andare. C'era chi cercava di unirsi in piccoli gruppi di sopravvissuti e per qualche giorno la speranza si era riaccesa. Siamo esseri umani dopotutto, ci siamo sempre rialzati e continueremo a farlo perché chi rimane indietro, muore.

Ma poi sono arrivati gli uragani, vortici d'aria che hanno spazzato via le poche città rimaste come fossero ramoscelli secchi. Il cielo era interamente coperto da una coltre grigia-bluastra, rendendo impossibile capire l'alternarsi del giorno e della notte. Tutto era buio, la corrente elettrica era praticamente irreperibile dato che le linee di distribuzione o erano crollate durante la prima catastrofe oppure fatte a pezzi dagli uragani.

Solo dopo si è scoperto quanto è durato il secondo cataclisma: due settimane. Le vittime si aggiravano intorno al miliardo e i feriti erano troppi per poter essere contati.

Anche qua abbiamo avuto una pausa di qualche giorno ma ormai avevamo capito che non sarebbe durata tanto a lungo, così abbiamo atteso fermi lì in cerca di un qualche segno rivelatore.

Intanto la speranza era quasi del tutto svanita. Solo pochi coraggiosi continuavano a sperare di riuscire a sopravvivere. Dicevano "Se siamo arrivati fin qui, perché non dovremmo riuscire ad arrivare fino alla fine?". Se ci penso ancora mi viene da ridere. Sono stati i primi a morire tra le fiamme quando anche il terzo cataclisma è arrivato.

I vulcani. Strano vero? Nessuno aveva fatto caso a loro, ma sono quelli che hanno fatto più vittime di tutti. Se nei primi due cataclismi c'è stata una minima possibilità di scappare, di rifugiarsi da qualche parte, con il terzo cataclisma...no. Tutto andava a fuoco. Sia sulla terraferma che sul mare i vulcani sputavano la loro lava incandescente, mentre in aria era impossibile stare per via della cenere che ti impediva di vedere alcunché. E poi c'era sempre il problema del carburante. Eppure il nostro gruppo ha comunque tentato e ora eccomi qui a scrivere su questo stupido diario seduta sul pavimento sudicio di un ospedale più o meno intatto. I vulcani si sono fermati e la pioggia purificatrice è arrivata, raffreddando il terreno per rendere di nuovo vivibile questo pianeta. O almeno si pensa così. Phil, un ricercatore che fa strani discorsi sulla fine del mondo è convinto che la pioggia sia l'ultima tappa. Per cosa non si sa, ma a me è bastato sentire "L'ultima" per riaccendere quel fuocherello rassicurante chiamato speranza.

Non so cosa succederà adesso. Non so come faremo a tornare come prima...sempre se è possibile. Non so niente di niente e questo mi fa tremendamente paura. Davanti a me c'è il vuoto e io ne sono terrorizzata.

Fonte: diario di Daphne Myers

GIORNO 1 ANNO 1 D.R.

Oggi ricomincia ufficialmente a funzionare il mondo. O almeno, così hanno detto i Consiglieri, i nuovi capi che sono stati eletti dalle persone rimaste in vita dopo la Rovina, l'insieme di cataclismi che ha sconvolto la Terra più di due mesi fa.

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