Dalla teoria alla pratica

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"Come ben sapete, la guerra non è sempre stata continua e lineare, ma ci sono stati degli arresti temporali, dove semplicemente gli attacchi dei Vuoti sono diminuiti, fino a pensare che si stessero estinguendo. Purtroppo non è così. Infatti, sono sempre tornati." Inizia la lezione Amos, guardandoci attentamente negli occhi.

Dando un'occhiata superficiale ai due Maestri, non si direbbero cambiati. Eppure, in cinque mesi è accaduto il contrario: sono più nervosi, impazienti e irascibili. Scattano per ogni minima cosa e aumentano le ore di allenamento. Ora anche la domenica dobbiamo trovarci in palestra, per due ore.

"Adesso sono tornati. Non è più sicuro andare fuori dalle città, nove volte su dieci si finisce con l'essere attaccati. Logan lo sa molto bene." Continua.

"Come farò? Non può essere morta. Non può!" Urla il guerriero al mio fianco.
Sta dando di matto.
Ma d'altronde, cosa farei io se la mia Compagna morisse?
Inizia a stritolarmi il braccio destro, che tengo sul volante, costringendomi a guardarlo: ha gli occhi fuori dalle orbite, pallido in volto.
"Ti prego, uccidimi. Non voglio legarmi a nessun altra, che non sia lei!"
"Non...non dire così. Lei non avrebbe voluto questo...e poi, puoi sempre ritirarti..." dico, anche se le parole suonano deboli perfino a me.
"Tu non capisci...sei troppo giovane. Loro non ti lasciano andare. Una volta entrato, non ne esci più." Replica, iniziando a strattonarmi il braccio, impedendomi di avere il controllo sul furgone.
"Ehi, mollami." Dico, iniziando a divincolarmi dalla sua presa.
Lui mi guarda negli occhi, senza vedermi realmente e urla un'unica parola, che mi fa rabbrividire "Fallo!".
Prendendo un gran respiro, annuisco, riuscendo finalmente a liberare il mio braccio dalla sua presa possente. Dopo di che, la avvicino alla sua nuca e più velocemente che posso, gliela sbatto sul cruscotto, non abbastanza forte da ucciderlo, ma abbastanza forte da farlo svenire.
"Mi dispiace amico mio, goditi questi momenti di incoscenza. Quando ti sveglierai, sarà terribile." Mi ritrovo a sussurrare.

Appena viene pronunciato il mio nome, tutti si girano a guardarmi.Tranne lei, tiene gli occhi fissi sul Maestro, la postura rigida.

Non ci parliamo da quella sera, da quando le ho praticamente detto che fa pena con la magia...

Mi stanno ancora fissando, per cui mi appoggio allo schienale della sedia, le braccia conserte, aspettando che Amos vada avanti.

"I figli dei Compagni di Guerra, l'avranno sicuramente notato: i vostri genitori sono stati la maggior parte del tempo a casa, lontani dal fronte..." Beh, non è del tutto vero, i generali e gli strateghi sono stati convocati molto spesso.

"...di solito, questi periodi di intervallo sono usati per rivedere le tecniche di combattimento, oppure per riprendersi psicologicamente, dipende dai casi." Continua Amos, ma viene interrotto da una mano alzata: è Sophie.

"Mi scusi, ma perché i Normali non sono a conoscenza di tutto questo?" Chiede, dopo aver ricevuto il consenso.

Vedo Elise alzare la testa, lasciando perdere le varie scartoffie che stava leggendo, per poi alzarsi e guardare la piccola allieva. "Perchè?! Perchè sarebbe il caos. Farebbero troppe domande, inizierebbero a preoccuparsi, iniziando a fare scorte di cibo, di acqua, di medicinali, non andrebbero più a lavorare, stando sempre a casa, per vivere gli ultimi momenti con la famiglia. E cosa succederebbe se nessuno andasse più a lavorare? L'economia già debole, rischierebbe di spezzarsi definitivamente. Oppure inizierebbero a organizzarsi per aiutare, peccato che loro non hanno il microchip, non possono combattere contro i Vuoti...allora, a quel punto, inizierebbero delle rivolte per avere il dannato microchip, ma non potranno averlo. Il marchingegno viene innestato solamente ai più forti e tutti i Normali hanno fallito il test...finirebbe per ucciderli." Ha lo sguardo gelido, mentre ritorna a sedersi.

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