Nuovi coinquilini

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"Haley, cosa ci fai qui?" Chiede di nuovo mia madre con la voce tremante.
"Io...mi hanno lasciato due settimame di vacanza. Sono venuta qui perché mi servono i miei documenti." Dico esitando. Lei è strana.
Ha tagliato i capelli più corti del solito ed è dimagrita un sacco, come minimo ha perso tre taglie. Ora indossa un paio di pantaloni di tuta blu scuro e una maglietta a maniche corte bianca che una volta le andava giusta ma che ora le va decisamente larga.
Ha gli occhi di un grigio spento, come se non provasse da mesi felicità o gioia.
Nonostante mi fossi ripromessa di non lasciarmi andare, nonostante avessi detto che non mi importava nulla dei miei genitori, non posso fare a meno di rattristarmi a quella vista.
"Abbiamo messo la tua roba nello stanzino, dentro gli scatoloni...ci sono le etichette quindi non dovrebbe esserti poi così difficile trovare quello per cui sei venuta." Dice, con voce trattenuta, come se non volesse far uscire le emozioni.
"Mamma..." inizia Anastasha, guardandola corrucciata, ma viene interrotta da uno sguardo di fuoco.
"Tu non avevi detto che dovevi andare? Me la cavo da sola, qua." Dice rivolta ad Anastasha, che rimane in silenzio per un attimo, per poi annuire.
"Andare dove?" Chiedo guardando mia sorella, dopo che nostra madre se n'è andata.
"Ho un appartamento tutto mio adesso, vicino al centro. Mi ci sono trasferita da poco, appena un mese." Spiega Anastasha guardandomi sorridente.
Lei a vivere da sola? E non ha ancora fatto saltare in aria nulla? Questo si che è sorprendente.
"Wow Sha, complimenti!"
"Si beh, è stata dura all'inizio, ma Omeir è un tipo in gamba e mi ha impedito di fa esplodere qualcosa." Spiega, facendomi entrare in casa.
Con un gran respiro, annuso quell'odore così familiare e allo stesso tempo alieno. È cambiato qualcosa, dalla mia partenza, ma non so ancora dire cosa di preciso.
Il salotto è rimasto uguale, tranne per il divano che è rivestito di eco-pelle bianca. La mia poltrona è ancora nello stesso posto e al pensiero di quanti pomeriggi ho passato a leggere seduta su quella poltrona, mi viene da sorridere.
"Omeir?" Chiedo portando di nuovo l'attenzione su Anastasha, che becco a fissarmi la mano destra.
"Oh si, è il mio fidanzato. Tra quattro mesi ci sposeremo." Replica con tono tranquillo? superandomi e conducendomi nel ripostiglio.
Se avessi avuto dell'acqua in bocca, ora l'avrei sputata.
Si sta per sposare? Ma ha solamente diciassette anni!
"Ti sposi? Oh cavolo." Esclamo seguendola.
E poi da quand'è che conosce questo Omar? Maro? Omir?
Omeir.
"Ma scusa quand'è che te l'hanno proposto? E hai almeno considerato gli altri ragazzi?"
Lei alza gli occhi al cielo "Ovvio che l'ho fatto, ma Omeir mi è piaciuto fin da subito. È successo appena tu sei andata via: mi hanno spedito una lettera con un modulo da compilare... Dopo di che dopo qualche giorno è arrivata la lista con i nomi di quattro ragazzi e ci siamo accordati per gli incontri."
Alzo un sopracciglio ma lascio cadere il discorso, anche perchè ho aperto la porta dello stanzino e una nuvola di polvere mi costringe a chiudere gli occhi e a tapparmi la bocca con la mano.
Fantastico.
Una pila di scatoloni sono impilati ordinatamente alla mia sinistra e su ognuno, sul fianco, è stato scritto con un pennarello il mio nome e poi il nome degli oggetti contenuti all'interno dello scatolone.
Se tutta la mia roba è qui adesso, cosa hanno fatto alla mia stanza?
"Mi sa che avrai bisogno di una mano, Haley...se vuoi resto il tempo necessario per aiutarti." Propone Anastasha guardando quasi spaventata il ripostiglio.
"Se vuoi morire asfissiata dalla polvere, per me non c'è problema." Replico slacciandomi la giacca a vento e legandomela in vita.
Lei scoppia a ridere "Fantastico. Avviso Omeir e arrivo."
E mi lascia da sola nel corridoio. E pensare che un tempo litigavamo e basta. Non mi ricordavo fosse così semplice parlare con lei...
Ed è in questo momento che mi accorgo di quanto sono cambiata, in questi mesi passati all'Accademia. Una volta mi sarei messa a piangere per il tono che ha usato Lauren quando mi ha vista. Anzi, la Haley di prima non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di entrare di nuovo in questa casa.

______

"Ora che li hai in mano, si può sapere a cosa ti servono oppure è un segreto che non puoi rivelare altrimenti saresti costretta a uccidermi?" Chiede Anastasha soffiando via un ciuffo di capelli dal viso.
Scuoto la testa "Mi stai confondendo con le spie che vedi nei film per caso?" Ribatto, uscendo dal bagno. Si okay mi sono fatta una doccia, ma non ho resistito: ero ricoperta di sporcizia dalla testa ai piedi!
"Forse."
"Mi servono per prendere una stanza in un albergo qui vicino. Mamma e papà non vorranno lasciarmi stare qua e io di certo non voglio stare qui." Spiego andando verso l'entrata.
"Haley, sono profondamente offesa. Ti ho detto che ho un appartamento! Posso ospitarti io per tutto il tempo che ti serve." Esclama mia sorella incrociando le braccia sul petto.
Sarebbe fantastico...
"Ma non voglio rompere le palle...e poi Omeir non credo sarà d'accordo." Ribatto debolmente. La verità è che mi piacerebbe moltissimo stare da lei. Si insomma passerei un sacco di tempo con mia sorella e poi mi risparmierebbe la seccatura di andare alla ricerca di un albergo decente.
"Non rompi le palle Haley...io sono contenta del tuo ritorno, anche se temporaneo. E poi a Omeir ci penso io." Ribatte sorridendo. Con uno scatto, la abbraccio, affondando la testa sulla sua spalla.
"Grazie Sha." Sussurro, staccandomi.
"Niente Hal." Replica, chinandosi per afferrare la borsa.
"Mamma io vado...ci vediamo domani per vedere dei preparativi per il cenone di sabato!" Urla Anastasha per farsi sentire da Lauren che è al piano di sopra.
La diretta interessata scende velocemente le scale.
"Va bene...Haley dove vai?"
Per un attimo sono tentata di risponderle ma poi ripenso a come mi ha trattato prima e mi passa del tutto la voglia di fare la gentile con lei.
"Non sono affari tuoi." Rispondo, prendendo il borsone.
"Come osi rivolgerti a me in questo modo?" Esclama con rabbia puntandomi il dito contro.
"Oh io oso eccome, madre." Replico sarcastica e quando pronuncio quelle parole mi sento meglio. Molto meglio.
Mia sorella mi prende per un braccio e mi tira con sè fuori, senza commentare.

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