𝗝 𝗔 𝗡 𝗘Romeo miagola tra le coperte e il cuscino non basta a tapparmi abbastanza le orecchie.
Voglio dormire. Solo dormire per un'eternità. Mi rigiro sul materasso, le gambe arrotolate nel lenzuolo. Guardo l'orologio.
«Le cinque e mezza?» sussurro e poi sospiro.
'Cazzo'.
Rivolgo a Romeo uno sguardo arrabbiato.
«Sei impazzito per caso?» lui mi miagola in faccia. Muove le sue zampette sul piumone e io sbuffo di nuovo abbandonandomi sul cuscino.
So cosa vuole.
Ha fame. Negli ultimi giorni non ha fatto altro che mangiare scatolette di tonno.
«Il supermercato apre alle sei, puoi avere pazienza almeno fino ad allora?»
Fa le fusa contro il mio fianco. Scuoto la testa accarezzando la sua tutta pelosa e nera.
Non riesco a riaddormentarmi. Decido di alzarmi da questo letto perché ormai sono sveglia.
Il pavimento è gelido quando poso i piedi nudi per terra. Sbadiglio mentre mi dirigo in bagno. Mi stiracchio davanti allo specchio e guardo il mio riflesso.
«Terrificante» sbuffo, prima di lavare via i residui della notte.
Faccio tutto con troppa calma, anche vestirmi.
Mentre bevo il mio caffè lego i capelli in due trecce. Sono un disastro come sempre e come sempre non me ne curo troppo.
Aspetto che scocchi l'orario d'apertura del supermercato per mettermi addosso la giacca.
«Torno tra dieci minuti, non fare guai» intimo a Romeo, prima di spalancare la porta, poi esco e me la chiudo alle spalle.
Corro giù per le scale, attraverso l'androne e apro il portoncino. Il freddo che c'è fuori mi investe con prepotenza. Fa più male di uno schiaffo e pizzica il mio naso, la mia pelle.
«Accidenti!» nascondo la bocca nella sciarpa. Scendo i quattro gradini che mi dividono dal marciapiede. Mi incammino a testa bassa e palpebre basse perché mi bruciano gli occhi.
Impiego dieci minuti per raggiungere il supermercato, comprare cibo per gatti e tornare indietro. Prendo un morso generoso dal croissant che ho acquistato per me e mastico godendomi la mia colazione.
Quasi sotto casa, frugo nella tasca della giacca alla ricerca delle chiavi. Ovviamente mi scivolano dalle dita, impreco e mi chino per prenderle. Sollevandomi, i miei occhi si fermano involontariamente a guardare l'altro lato della strada.
Il boccone di croissant che ho appena ingoiato non va giù, resta bloccato in gola e tossisco per non strozzarmi.
Guardo quella monovolume parcheggiata di fronte casa mia e scuoto la testa.
No.
Non può essere.
È suggestione. Sicuramente suggestione.
Quella macchina non può essere sua.
Accartoccio l'involucro della colazione ormai finita e lo getto nel cestino. Sfrego una mano sulle labbra per pulire via le briciole, le inumidisco ed espiro.
Sono ferma sul marciapiede con un sacchetto in mano e lo stomaco in subbuglio. Ho una strana sensazione al petto che brucia maledettamente.
Prego nella testa che lì dentro non ci sia lui.
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JANE'S MEMORIES 1
Romance𝘾𝙊𝙈𝙋𝙇𝙀𝙏𝘼 | Se c'è una cosa che Jane detesta di più al mondo è la violenza, e Leon è proprio tutto ciò da cui stare alla larga. «Non avevo punti deboli prima di te, ero indistruttibile». - Hate to love - Slow Burn - He falls first - Doppio...