23. Liebe

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𝗟 𝗘 𝗢 𝗡

La mia stanza senza le sue foto è diventata fredda e vuota. Dall'ultima volta che ho visto Jane, invece, lo è diventata anche la mia vita: deserta e incolore.

Jane mi ha sbattuto fuori e non la biasimo. Scoprire dalle mie labbra la verità su David, la verità su sua madre, vedere con i suoi occhi tutte quelle polaroid, toccare con le sue mani i miei demoni. Le ho mostrato il peggio di me e io non mi sarei aspettato da lei nulla di diverso da quella porta in faccia.

Non l'ho più cercata, so solo che sta bene, che mi ha dato ascolto ed è andata a stare da Danielle. Questa è l'unica cosa che mi rincuora.

Oggi sono quindici giorni di silenzio.

A casa non c'è nessuno.

Nick mi ha vietato di andare al club per evitare che io finisca nei guai. La mia spalla è quasi guarita, il dolore quasi sparito insieme alle ferite. Hunter mi ha promesso che sarebbe tornato prima per non lasciarmi solo tutta la notte, Theo non tornerà prima dell'alba e così anche Yuri.

I rumori della casa mi piombano addosso e sono così forti che quasi mi fanno male alle orecchie. A volte, quando affronto la solitudine, non mi sento reale. Forse perché non sto vivendo. Forse perché è tutto così fermo e io così apatico che anche le mie emozioni non hanno più le forze di manifestarsi.

Resto immobile per ore disteso sul letto a fissare il soffitto senza fare niente. Qualche volta piango perché vorrei un abbraccio che non so chiedere, altre volte invece smetto semplicemente di esistere. Ed è così che tornano i ricordi dell'istituto. I ricordi dei miei giorni trascorsi su quella brandina a cercare mia madre nei sogni.

Non riesco più a vedere il suo volto nella mia testa. Ho paura di averlo dimenticato. Non ho nemmeno una sua fotografia...

A volte mi chiedo come sarebbe stata la sua vita se io non fossi nato. Qualcuno l'avrebbe amata davvero? Le avrebbe impedito di vivere in quel modo? Di morire uccisa con tale atrocità?

A volte mi sento perso, perché non posso desiderare di tornare bambino, implicherebbe vederla morire di nuovo. Non posso desiderare nemmeno di tornare adolescente, significherebbe tornare in quell'istituto, significherebbe rischiare di innamorarmi di nuovo di Jane.

Amore.

È amore il mio?

Non ho idea di che cosa sia l'amore. Non l'ho mai conosciuto. Ma se amore implicasse morire per lei, io lo farei. È amore questo?

Liebe. Mi piace come suona in tedesco.

È crudo e non è comune come love. Non lo trovi spesso scritto sui muri, non è delicato come amour.

Liebe.

Punto.

Ecco, adesso ho bisogno di imbottirmi di sonniferi o fumare. 'Cazzo', quanto vorrei fumare. Non ho sigarette, sono sicuro che in casa non ci siano scorte. Nick ha nascosto birre e alcolici per impedirmi di ubriacarmi, questa casa mi sembra peggio di una prigione.

Mi sento soffocare.

Ho bisogno di uscire da questa stanza.

Mi alzo, cammino a piedi nudi verso le scale e corro al piano di sotto. È tutto così maledettamente silenzioso. Il salone deserto, le lucine dell'albero di Natale ancora accese perché nessuno ha voglia di disfarlo.

Me ne sto sotto la soglia, sbuffo.

Da ragazzino ho sempre desiderato un posto in cui abitare, una stanza tutta mia, una cucina da condividere con mamma e papà e un divano su cui sedere per guardare la televisione insieme a un fratello.

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora