17. Te ne dimenticherai

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𝗝 𝗔 𝗡 𝗘

Mancano tre giorni a capodanno.

Lo passerò medicando le ferite causate dai botti con cui i ragazzini si ostinano a giocare ogni anno. Lo passerò a contare le mamme che piangono per i loro figli coinvolti in qualche rissa e a consolare chi invece lì proprio non ci dovrebbe stare.

Tra tre giorni è capodanno e io sono rimasta ferma alla notte della vigilia di Natale.

Sono anni che cerco un modo per non pensare all'incidente di sei anni fa e poi arriva Leon che con un bacio spazza tutto via: la mia angoscia che si nasconde dietro emozioni che non ho mai provato prima; il mio dolore e la mia tristezza che invece cercano uno spiraglio di luce in qualcuno che in realtà ha l'aria di essere grigio piombo.

A Leon hanno mai detto che i suoi occhi sono dello stesso colore della luna?

Perché sono tre giorni che ci penso e non riesco a darmi pace.

Non riesco a non sentire il suo sapore sulla bocca anche se il nostro bacio è stato appena appena un accenno.

L'ho detestato dal primo incontro e lo detesto ancora adesso.

Lo detesto perché non so cosa mi abbia fatto, ma il mio cuore non si ferma più e vorrei solo dirgli che le sue verità non mi spaventano, qualsiasi esse siano.

«Ehi!» mi riscuoto quando Danielle fa schioccare le dita davanti ai miei occhi. Non l'ho sentita entrare nello spogliatoio e io non so da quanto tempo sono ferma a fissare il vuoto, assorta nei miei pensieri.

«Ho interrotto un pensiero profondo?» mi chiede, mentre apre il suo armadietto. Anche oggi abbiamo avuto gli stessi orari di lavoro.

Soffio una risata e scuoto la testa.

«Niente di importante».

Non ho il coraggio di raccontarle che cosa è successo tra me e Leon. Non dopo tutto l'odio che ho sputato addosso a lui, mi prenderebbe per pazza, o peggio, per ipocrita.

«Mh!» arriccia il naso e fa una smorfia. «Non me la racconti giusta».

Negli ultimi giorni ci siamo avvicinate molto. Abbiamo pranzato insieme alla mensa dell'ospedale, fumato sulle scale d'emergenza dove prima mi fermavo sempre con Jude. Ci siamo addirittura scambiate messaggi durante la notte, quando nessuna delle due riusciva a dormire.

Non ho mai avuto un'amica, nemmeno al liceo e mi fa sentire bene la sensazione di poter contare su qualcuno che sai essere sincero. Non so che cosa mi stia spingendo a fidarmi di lei, ma la sensazione che ho quando siamo insieme è così forte che non posso essermi sbagliata su Danielle.

È così diversa da come la vedevo all'inizio.

'Forse perché guardavo solo in superficie'.

«Devo chiederti una cosa» quando si volta a guardarmi lo fa con uno sguardo imbarazzato ed esitante allo stesso tempo.

«Cosa?»

Si inumidisce le labbra.

«I ragazzi questa sera vanno a cena in un pub in centro e poi fanno una passeggiata» dice tutto d'un fiato. «Siamo state invitate anche noi».

Batto le palpebre, sollevo le sopracciglia e scuoto la testa.

«No».

«Lo so che alla vigilia è stato un disastro e non voglio per niente al mondo obbligarti, ma Hunter mi ha detto che è importante».

«Hunter dice una marea di cazzate, senza offesa».

Mi sposto dall'armadietto per chiudere lo zaino e lei parla alle mie spalle.

JANE'S MEMORIES 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora